Fare i conti con tempi lunghi
Le diede così fastidio che gli parve perfino di avere un occhio livido, come se avesse ricevuto un pugno da un pugile. È il martello che batte sul chiodo o - meglio - la goccia che scava la roccia.
Fatichiamo parecchio a fare i conti con tempi lunghi. Ci stiamo forse dimenticando che alcune cose che acquistano valore solo col tempo.
Data :14 Novembre 2020
Vorace normalità
Non siamo fatti per la regressione, per voltarci indietro. Eppure anche noi siamo così spesso tentati di rimpiangere i tempi passati; desiderosi - mai come in questo tempo - di ritrovare "normalità", senza che qualcuno sappia spiegare veramente cosa questa significhi. Ma siamo ancora così convinti che la vita ante-Covid fosse vita da rimpiangere?
Non chiamiamo normalità il nostro esagerato modo di nutrirci. Non chiamiamo normalità la nostra incapacità di accorgerci di chi ha fame e sete. Non chiamiamo normalità la nostra scarsa propensione all'accoglienza.
"Distrarsi" o "divertirsi" sembravano essere diventate le nostre inconsce parole d'ordine.
Data :13 Novembre 2020
Il paese dei cani
... erano diventati tutti un po' sordi,
e tra loro parlavano pochissimo. Del resto non avevano mai avuto grandi cose da dire o da ascoltare.
Data :12 Novembre 2020
Quando, dove e come? Attuale e discreto
Vivere di attese è proprio dell'uomo. E noi cresciamo i più piccoli facendoli attendere i giorni belli dei regali: il compleanno, una festa, i santi che portano i doni... Ma l'attesa a volte si raffredda. Si consuma. Svanisce e si vive in un presente che non ha più sapore. Si perdono l'orizzonte, la direzione e la traiettoria. Cosa siamo qui a fare?
Tutto ciò che oggi ci spaventa maggiormente è come un segno da leggere, da decifrare non tanto in riferimento a Dio quanto all'uomo stesso e alla qualità stessa del nostro vivere. È un segno di questo nostro tempo.
Ma il regno di Dio viene anche oggi e in modo discreto: sapremo riconoscerlo? Sapremo accoglierlo?
Data :12 Novembre 2020
L’arabo e il cammello
Io ti ho salvato dalla morte e tu hai voluto uccidermi. Io volevo che tu fossi mio fratello, e tu hai voluto essere solo il mio padrone.
Data :11 Novembre 2020
Uno salvato su dieci sanati
C'è una cattiveria nell'aria e un egoismo che continua ad appestare il nostro vivere. Si formano come croste e pustole di ingratitudine sul corpo sociale. Mi pare perfino di scorgere una sostanziale incapacità a restituire un favore, una grazia che la Vita da qualche parte ci ha già fatto.
La fede cresce dentro come fiducia verso una Parola che suona come una promessa ancor prima di vederne gli esiti.
Preoccupati giustamente di guarire, non intuiamo neppure che salvezza è altra cosa.
Come staremo dunque al mondo, d'ora in avanti? Non siamo forse anche noi quelli che hanno mangiato e bevuto in Sua presenza?
Data :11 Novembre 2020
Il pozzo di cascina piana
Avevano sofferto insieme... Dunque non lo sapevano ancora, ma erano diventate amiche e sorelle.
Data :10 Novembre 2020
Avere, fare, essere…
La piccola parabola odierna inizia proprio così: facendoci mettere inizialmente nei panni di un signore per poi scoprirci, alla fine del discorso, di essere servi. Che sia proprio questa la parabola della nostra esistenza? Crescere pensando di essere per ciò che si possiede per poi scoprire che essere poveri servi è davvero un dono che libera da ogni affanno per le cose.
Data :10 Novembre 2020