Salire al tempio, scendere nel profondo

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Data :23 Ottobre 2022

XXX domenica del Tempo Ordinario (C)

(Sir 35,15-17.20-22 / Sal 33 / 2Tm 4,6-8.16-18 / Lc 18,9-14)

Abbi pietà, Creatore,
delle tue creature;
considera che noi
non comprendiamo noi stessi,
che non sappiamo ciò che vogliamo,
che non ci rendiamo conto
di ciò che domandiamo.
Donaci la Luce, Signore!

(Jacques Fesch)

Dal Vangelo secondo Luca (18,9-14)

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

«Due uomini salirono al tempio a pregare… Il monte – così come la linea dell’orizzonte – è da sempre nell’immaginario dell’uomo quel punto di contatto tra cielo e terra. Dai tempi di Abramo, dai tempi di Mosé, dai tempi dei tempi… salire sul monte è più che una collocazione geografica. Salivano sul monte per ascoltare cosa dice Dio o perché l’uomo da Dio riceva ascolto. E quel monte dove sorgeva il grande Tempio di Salomone a Gerusalemme era ed è ritenuto il luogo dove Dio ha dato inizio alla creazione, la terra da cui ha creato Adamo, il luogo dove Abramo pensava di dover sacrificare a Dio il figlio… e oggi, in quel luogo, sulla cima del monte c’è un’altro tempio, luogo sacro dell’Islam perché sotto quella cupola dorata, lo stesso spuntone di roccia coincide con luogo dove Maometto ricevette il Corano. Un solo punto geografico, la cima di un monte dove nei secoli gli uomini salivano a pregare. Solo quello. Non altri monti. Quello era il monte del Pellegrinaggio: «Venite – invitavano i profeti – saliamo al monte del Signore, al Tempio del Dio di Giacobbe, perchè ci indichi le sue vie e possiamo camminare nei suoi sentieri» (Is 2,1-5). E i pellegrini, pieni di gioia, cantavano i salmi delle ascensioni: «Quale gioia quando mi dissero andremo alla casa del Signore. E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme» (Salmo 122).

Senza negare tutto questo, il Vangelo tuttavia registra volentieri e più volte che pure Gesù saliva sui monti – altri monti non così definiti, non così celebri – passando la notte in preghiera. Saliva prima di chiamare qualcuno, saliva prima di scendere in favore dei più deboli. Le sue continue salite per dialogare con Dio non corrispondo a monti così esattamente identificati. Che lo facesse apposta? Che volesse già indicarci che non solo sul monte dove c’era il Tempio si poteva pregare Dio? Si contendono monti per la sovranità.. così anche a Gerusalemme ci si chiede su quale cima del monte Dio si farà conoscere. Il Golgota o Calvario – questo è certo – non coincide per noi con la cima di quel monte di Gerusalemme ancora oggi conteso.

Una breve parentesi, un piccolo excursus a commento di una sola frase di Vangelo… per fare accenno all’importanza e il bisogno dell’uomo di salire. Si può salire un monte per governare (la storia di questi giorni ce lo dice), si sale in cattedra per insegnare, per pronunciare sentenze… e si può pure salire anche per pregare.  Al netto di ogni salita il risultato sarà certamente un cambio di prospettiva, una vera conversione sul modo di guardare ogni cosa, ogni persona, ogni situazione. Salire al Tempio a pregare è cambiare il proprio sguardo osservando il mondo con gli occhi di Dio. 

Il nostro itinerario che da alcune domeniche mette a tema la fede e la preghiera, sembra suggerirci questa scoperta. Pregare è salire in alto per accedere ad altre prospettive. Pregare è stare davanti al mondo e ad ogni persona come si sta davanti alla realtà osservata da un altro punto di vista. Salire al Tempio a pregare è piuttosto un invito che riceviamo da Dio perché impariamo a scendere nelle intime profondità di noi stessi, laddove nascondiamo i nostri errori perché altri non li abbiano a vedere e dove custodiamo quella presunzione di sentirci comunque apposto, forse migliori solo perché appartenendo ad un gruppo nel quale ci identifichiamo, da lì rischieremmo di fare confronti per sentirci migliori o almeno non peggiori di tutti coloro che non sono come noi.

Salire al Tempio a pregare per poi avere uno sguardo senza misericordia alcuna è viaggio inutile, fatica vana. Quando Gesù salirà a Gerusalemme sarà per salire su un monte dalla cui sommità si potrà vedere chi è davvero giusto, chi è veramente Figlio di Dio. Solo chi chiede e fa misericordia è Figlio di Dio e salirà al monte del Signore. «Chi salirà al monte del Signore? Chi starà nel suo luogo santo?» (Salmo 23).

Forse davvero non servono troppe parole. Dopo la fatica di salire al monte del Signore, dopo tutti i nostri umani sforzi per apparire migliore, per sentirci minimamente giusti… forse alla fine di tutto questo ci basterà fare un passo indietro, abbassare lo sguardo e dire quelle pochissime parole del pubblicano: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». E tutto battendosi il petto… per far sempre risuonare al nostro cuore le parole di colui che dice: «Ecco, sto alla porta e busso». 

Noi sappiamo che è l’uomo il vero Tempio dove Dio vuole stabilire la sua dimora. A volte l’uomo altro non è che la miglior cassa di risonanza del vuoto che porta dentro quando da fuori qualcun altro bussa alla porta. Il fariseo della parabola di oggi a forza di ringraziare Dio di non essere come gli altri, rischierà di dover fare i conti con la peggiore delle solitudini, quella dell’io che non riconosce nell’altro che gli è così prossimo, il segno della misericordia. Non dimentichiamoci dunque di ringraziare Dio per essere anche noi – da quel breve percorso che unisce il monte Sion, luogo del Cenacolo, al monte Calvario – semplici peccatori perdonati. 

Hai un compito, anima mia,
un grande compito, se vuoi.
Scruta seriamente te stessa,
il tuo essere, il tuo destino;
donde vieni e dove dovrai posarti;
cerca di conoscere se è vita
quella che vivi o se c’è qualcosa di più.
Hai un compito, anima mia,
purifica, perciò, la tua vita:
considera, per favore, Dio e i suoi misteri,
indaga cosa c’era prima di questo universo
e che cosa esso è per te,
da dove è venuto e qual sarà il suo destino.
Ecco il tuo compito, anima mia,
purifica, perciò, la tua vita.

(San Gregorio Nazianzeno)


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Piccoli Pensieri (3)

Pat

Signore, ti ringrazio perché hai riempito di gioia a mia vita, perché fino ad ora sono riuscita a vedere la tua mano amorevole anche nei momenti difficili, perché comunque sono riuscita a superare le crisi… e allora sono come il fariseo, io ho comunque la fortuna di essere riaparmiata dalla mano castigatrice, di non peccare più di tanto (vi risparmio la consapevilezza di “pagare le decime” di fare l’elemosina) mentre il pubblicano là dietro… diciamocelo, non rispetta le regole, non mette la freccia quando gira, non rispetta i patti coniugali, non rispetta i pazienti, tratta la gente con freddezza ecc. È sbagliato lui! E allora quanto più simile al fariseo sono, non mi attribuisco il merito della mia gioia, ne ringrazio Dio come per un dono, ma poi pecco di presunzione nel giudizio di quel pubblicano…E allora le mie “opere buone” vanno a farsi friggere. Mi trovo senza nulla in mano e con la consapevolezza di quanto sono “sbagliata” IO, altro che il pubblicano! Signore onnipotente, abbi pietà di me peccatore

24 Ottobre 2022
Dania

È sempre più facile essere giustizieri nei confronti degli altri e giustificarci per discolparci, piuttosto che riconoscere umilmente di avere un grande bisogno tutti di essere giustificati, dall’unico Giusto. “Lui che non è venuto per i giusti ma per i peccatori” chiede solo la verità di cuore, quella che è custodita e che emerge dalla profondità. Solo allora potrà coprire le nostre miserie con la Sua misericordia e noi ci convinceremo che “alzando gli occhi verso i monti, il nostro aiuto verrà dal Signore”.
Il Signore è davvero nostro aiuto e nostra forza, in ogni situazione in cui ci troviamo e più si è caduti in basso, più si ha bisogno di Qualcuno che ci rialzi.

23 Ottobre 2022
Suor Regina

Bello sentirsi peccatori perdonati ,ogni giorno dovrebbe essere così, allora si che potremo imparare a vedere il Bene e a vivere bene…

23 Ottobre 2022

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