Che cosa fai qui?

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Data :26 Ottobre 2022

Tentando un “diario di bordo” dal Pellegrinaggio in Terra Santa 2022

Mentre la newsletter di «ottogiorni.it» viene consegnata puntualmente alle sette del mattino nella casella di posta elettronica di molti amici e lettori, mentre un nuovo articolo appare sul questo blog, un gruppo di trentacinque persone sta decollando – chi da Orio e chi da Malpensa – con destinazione aeroporto Ben-Gurion di Tel Aviv. È l’inizio del pellegrinaggio in Terra Santa 2022. Tra i pellegrini pochissimi vi sono già stati; per la maggior parte di loro è la prima volta. 

Ho preso con me il computer portatile, come una volta si sarebbe preso un piccolo taccuino su cui appuntare qualche informazione, impressioni o riflessioni di un viaggio. Se il tempo lo permetterà, se al termine della giornata la stanchezza non prevarrà mi piacerebbe trovare il tempo di scrivere qualcosa affinché di questo pellegrinaggio vi giungesse qualche frammento, qualche impressione, qualche istantanea. Una sorta di diario di bordo. 

Questo primo giorno è di fatto il tempo del trasferimento dall’Italia a Israele, e poi il tragitto in pullman per raggiungere il nord della Galilea fino a Nazareth. Da lì, ripercorrendo il Vangelo inizieremo a passare di luogo in luogo, fino a giungere a Gerusalemme per rivivere i giorni della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù di Nazareth. Prima di arrivare a Nazareth, si fa sosta nei pressi della città di Haifa sul Monte Carmelo, dove la tradizione ha riconosciuto la grotta cara al profeta Elia. Appare subito nel primo giorno di questo viaggio uno dei tratti geografici della Terra Santa. Tutto il viaggio sembra snodarsi infatti tra grotte e monti: la grotta dell’Annunciazione, la grotta di Betlemme, le grotte di Qumran, la grotta del «Padre nostro», e la grotta del sepolcro. E poi i monti: il monte della Trasfigurazione, il monte delle Beatitudini, il monte degli ulivi, il monte di Sion, il monte del Tempio del Signore, il monte del Calvario. Grotte e monti non sono più semplici collocazioni geografiche ma diventano indizi dello Spirito.

Il nostro pellegrinaggio inizia proprio lì: in una grotta sulla cima di un monte, al tramonto del sole. E una domanda alla quale rispondere: «Che cosa fai qui?».

Dal primo libro dei Re (19,1-13)

Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda. Lasciò là il suo servo. Egli s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò. Tornò per la seconda volta l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb.
Là entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Che cosa fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita». 
Gli disse: «Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore». Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.
Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: «Che cosa fai qui, Elia?»

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».

(salmo 122,1)

Beato chi abita la tua casa
sempre canta le tue lodi.
Beato chi trova in te la sua forza
e decide nel suo cuore il santo viaggio.

(salmo 84,5-6)

Ho ricevuto ieri una lettera di augurio da amici. Con loro permesso, pubblico qui una parte dello scritto, estendendolo a tutti i partecipanti…

In primo luogo vi auguro di andare lì come se fosse per ciascuno la prima volta. Di tornarci stupiti. Di sentire il richiamo di ogni singola pietra che Lui potrebbe aver calpestato. Vi auguro di camminare per le strade come continuamente distratti da un’attenzione più profonda ed intima, quasi doveste incontrarLo ad ogni giro d’angolo: vederlo da bambino mentre corre via coinvolto in non so quale gioco, o da ragazzo che vi punta gli occhi addosso e vi viene incontro «benvenuto forestiero a casa mia!» , o da uomo che cammina con cielo e terra dentro il cuore e tutto quel cielo e tutta quella terra così trasparenti in ogni singolo gesto… Venisse mai per me il giorno di andare in Israele credo che mi basterebbe un’unica pietra, che abbracciandola non potrei più muovermi da essa, andare oltre. Credo che mi ci sdraierei vicino, la porterei all’orecchio per sentirla parlare: davvero Lui si è incarnato. Non avrei bisogno d’altro se non del tempo infinito che serve per far spazio a un tale mistero. 

In secondo luogo vi auguro di ricordare sempre che Lui sarà presente vicino a voi in ogni compagno di viaggio. Che c’è più di Dio in ciascuno dei presenti che in tutte le pietre di Gerusalemme raccolte insieme. A loro potete donarvi senza riserbo, e potete cercarLo senza tregua in tutto il bene di cui Lui vi ha pensati capaci, vi ha creati capaci: vi auguro di guardare continuamente in quella luce i vostri compagni di questo viaggio.


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Piccoli Pensieri (7)

Claudia

Con le scarpe nella polvere della Terra Santa e gli occhi puntati verso il cielo e l’infinito, con i fratelli per mano vi auguro un buon cammino e vi accompagno nella preghiera.

Claudia di Branzi

26 Ottobre 2022
Emanuela

Vi accompagnamento col cuore e la nostra preghiera.
Nella terra dove si è fatto uomo, promettendo ‘pace in terra agli uomini amati dal Signore’ che la vostra preghiera per la pace, ritorni a tutti noi moltiplicata.
Mi associo al bell’augurio della lettera che hai ricevuto perché viviate appieno, con gioia e meraviglia, tutto ciò che questo pellegrinaggio vi offrirà.

26 Ottobre 2022
Dania

Vi auguro ogni bene e che tutti possiate sentire di essere lì per Grazia, chiamati da quel luogo Santo ed ancor più da Lui…

Siamo dono e tutto riceviamo in dono… e donati al mondo possiamo così testimoniare l’amore ricevuto con la nostra vita.
Che il sussurro della brezza leggera metta la Sapienza del cuore di Dio nel vostro cuore, per rispondere in questi giorni ed ogni giorno della vostra vita alla domanda “che cosa ci fai qui?” ( in qualunque posto vi troviate) e perché possiate essere anche lì Sue mani, Suoi occhi, Suo amore nel e per il mondo.

26 Ottobre 2022
Gianna

Ogni volta che sento di qualcuno in partenza per la Terra Santa mi commuovo, e il mio desiderio più grande è quello di poter tornare. È proprio come ti hanno scritto i tuoi amici, in ogni passo che fai, in ogni luogo dove ti rechi, non puoi fare a meno di pensare che li c’è stato anche Lui, e allora cammini e guardi con un un animo diverso, un cuore diverso, e un miscuglio di emozioni ti invadono. Vorrei tornare perché ne sento il bisogno. Auguro a tutti voi di vivere questi giorni intensamente come è successo a me. E grazie don Stefano se riuscirai a condividere qualche momento con noi che da casa ti seguiamo.

26 Ottobre 2022
Pat

E pace a noi che restiamo, che viviamo, che preghiamo

26 Ottobre 2022
Pat

Buon viaggio a tutti. Andate in pace e tornate con gioia

26 Ottobre 2022
Maria

Grazie don Stefano,partirò con Voi virtualmente in questo pellegrinaggio,insieme i luoghi diversi apriamo in nostro cuore per saper riconoscere Gesui nei fratelli che incontreremo in cammino .
Buon pellegrinaggio a tutti nel nome del signore

26 Ottobre 2022

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