On vous y a trouvé des frères (articolo in italiano)

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Data :18 Novembre 2022
…salendo sulla torre di Sauvabelin

La celebrazione dell’Eucarestia quest’oggi, alle ore 7, era presso la piccola chiesa del Foyer Bon Accueil, una casa di accoglienza per studenti universitari gestita dalle suore Serve del Signore e della Vergine di Matará che pure collaborano con la Missione Cattolica di lingua italiana di Losanna dove mi trovo da pochissimi giorni. Alla messa sono presenti – liberamente – diversi giovani ospiti della casa e altri venuti da fuori proprio per la celebrazione.

La liturgia che la piccola comunità religiosa ha scelto di celebrare è quella della dedicazione della Basilica dei Santi Pietro e Paolo a Roma. Una annotazione è dunque necessaria: le letture proposte per questa messa non sono dunque quelle del calendario del tempo ordinario ma quelle proprie a questa memoria. E mi accorgo che i testi di oggi non sono neppure gli stessi che in Italia. Potrà dunque capitare anche altre volte che vi proponga riflessioni attorno a differenti passi scritturisti. Poco male, mi dico. Sempre Parola di Dio è. E semmai il tono di certi scritti potrebbe lasciare il passo a riferimenti autobiografici, quasi fossero pagine di un diario, ricevete tutto come una condivisione, un racconto volto solo a testimoniare fino a che punto la Parola di Dio possa incarnarsi nelle nostre giornate.

La prima lettura, tratta dal libro degli Atti degli Apostoli racconta del viaggio che il Vangelo fece per giungere in Italia, a Roma. Si racconta di naufragi e di tempeste…

 

Dagli Atti degli Apostoli
(28,1-2.11-14)

Una volta in salvo, venimmo a sapere che l’isola si chiamava Malta. Gli abitanti ci trattarono con rara umanità; ci accolsero tutti attorno a un fuoco, che avevano acceso perché era sopraggiunta la pioggia e faceva freddo. […] Dopo tre mesi salpammo con una nave di Alessandria, recante l’insegna dei Diòscuri, che aveva svernato nell’isola. Approdammo a Siracusa, dove rimanemmo tre giorni. Salpati di qui, giungemmo a Reggio. Il giorno seguente si levò lo scirocco e così l’indomani arrivammo a Pozzuoli. Qui trovammo alcuni fratelli, i quali ci invitarono a restare con loro una settimana. Quindi arrivammo a Roma. 

 

Per chi viaggia è umanamente impossibile benedire tempeste o naufragi. Si spera sempre in un viaggio quieto: un volo senza turbolenze, un mare senza troppe onde, una strada senza traffico o incidenti…. è il minimo dei desideri per chi viaggia. Ma chi si mette in viaggio sa che può incorrere in qualche inconveniente ed è certo impossibile benedire queste disavventure. Eppure, in qualche modo, a distanza di parecchio tempo riusciamo a vedere anche il Bene che da quel Male è venuto. Dopo quella tempesta e quel naufragio, Paolo ha conosciuto l’ospitalità dei maltesi.

La lettura prosegue. Improvvisamente un versetto mi cattura, mi rapisce la mente e mi riempie il cuore: Nous y avons trouvé des frères… Qui trovammo alcuni fratelli, i quali ci invitarono a restare con loro (Atti 28,14). Niente naufragi per me – mi dico – un viaggio abbastanza tranquillo qualche giorno prima. Guardandomi attorno – come in una visione, direbbe la Scrittura – mi vedo e mi trovo ad essere un fratello in mezzo ad altri fratelli e sorelle, in quello stesso luogo, attorno a quelle parole e a quella mensa dell’Eucarestia.

Evidentemente sta tutto qui il significato profondo di questa memoria: perché celebrare in diverse parti del mondo una ricorrenza liturgica legata apparentemente ad un edificio di culto, se non piuttosto per legarci in questa comunione e in questa fraternità che la fede ci può procurare? 
Se a Roma, sotto la grande basilica vaticana è stata trovata un’iscrizione sulla quale da secoli è attestato che «Pietro è qui», che quello è cioè il luogo della sua sepoltura, in qualunque parte del mondo noi possiamo celebrare invece che proprio attorno alla Parola, al Pane e all’ospitalità noi possiamo veramente ritrovare dei fratelli. 

All’alba di questo nuovo giorno, proprio in quella piccola cappella, anche io ho trovato dei fratelli. La colazione nella sala da pranzo del Foyer con gli studenti universitari e con le suore è stato il più naturale compimento della Parola. E questo proprio grazie a chi in quella casa non si preoccupa delle pietre o delle mura, ma di quel fraterno calore evangelico di cui potremmo  tornare ad essere più appassionati custodi. 

Il salmo responsoriale della celebrazione fa poi ripetere ai presenti un ritornello: Il Signore rivelerà la sua giustizia a tutti i popoli. Ospitalità e fraternità dunque non possono che essere quella giustizia che ogni uomo attende di vedere sulla terra, nel corso del proprio cammino, durante il proprio viaggio.

«Se andrai in capo al mondo, troverai solo le tracce di Dio. Se andrai in fondo a te stesso, troverai Dio». (Madeleine Delbrel)

Tu, o Signore, sei il nostro pane,
e senza di Te non possiamo vivere;
non sapremmo dove andare senza di Te,
non sapremmo cosa fare
e cosa dire senza di Te.
Signore, Tu sei il nostro nutrimento,
Tu sei la forza che ci dona
la grazia di spezzare con i fratelli
questo nutrimento giorno per giorno.
Saremo anche noi il pane del Signore,
pane distribuito.

(Carlo Maria Martini)

Losanna, attorno al piccolo lago di Sauvabelin e sulla cima dell’omonima torre.

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Piccoli Pensieri (2)

Rosaemma

Come appassionata lettrice di 8giorni, rimango meravigliata nell’ avvertire quanta serenità traspare dai tuoi racconti, connessi da un fil rouge, che immediatamente mi balza all’ occhio:tu, sapientemente, leggi la tua vita e tutto ciò che ti accade e ti attende,in chiave biblica ed evangelica,ne trovi analogie intrinseche straordinarie….Abramo che si mise in cammino verso una terra che nemmeno lui sapeva…Il lago Lemano,su cui si affaccia Losanna…come il lago di Tiberiade,dove Gesù chiamò i suoi…
Come Paolo trovò ospitalità fraterna a Malta, così anche tu ti senti accolto come un fratello nella nuova comunità, buon auspicio per il tuo ministero.
La tua mente e il tuo cuore sono aperti verso impegni più stimolanti e innovativi, in un servizio ricco di gioia e di entusiasmo.Ora so da dove ti viene tanta serenità d’ animo! E allora…buona vita, don Stefano! Noi ti seguiremo con il cuore, attraverso 8giorni, ma anche con la preghiera.

19 Novembre 2022
Savina

“Ospitalità e fraternità dunque non possono che essere quella giustizia che ogni uomo attende di vedere sulla terra, nel corso del proprio cammino, durante il proprio viaggio.”

Quanta strada dobbiamo ancora fare per raggiungere l’obiettivo descritto sopra!
Nonostante la Parola di Dio e tutta la predicazione di Gesù, che sull’essere fratelli aveva costruito tante sue parabole e la fretta di portare a tutti questo messaggio.
Il lavoro di cura, da me svolto per tanto tempo e che mi è piaciuto molto, mi è stato di grande insegnamento.
Sono riuscita a considerare i cosiddetti miei “assistiti” non solo come incarico affidatomi, ma come persone che da me aspettavano anche altro, richieste inespresse a parole ma evidenti nel linguaggio del corpo.
Entrando nelle case, giorno dopo giorno, ti sentivi parte della famiglia e mi è stato facile trattarli da fratelli, pur con il rispetto a loro dovuto.
C’è ancora tanta fatica a considerarci fratelli, me ne rendo conto anche per me stessa, forse per paura, per ignoranza o per comodità, non so…
Che il Signore mi aiuti ad essere più accogliente…

18 Novembre 2022

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