Il compimento è nella comunione

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Data :12 Febbraio 2023

VI domenica del Tempo Ordinario (A)

(Sir 15,16-21 / Sal 118 / 1Cor 2,6-10 / Mt 5,17-37)

A pochissimi chilometri da casa, abbandonata la grande città, si può camminare tranquillamente su strade pedonali completamente immersi tra distese immense di vigneti. In alcuni punti la strada sembra tuffarsi direttamente nello specchio d’acqua del Lago. Di fronte, sul versante francese del medesimo lago la grandi montagne sono ancora innevate. Dall’alto le vigne del Lavaux – patrimonio mondiale dell’Unesco – sembrano disegnate con squadra e righello: i filari belli ordinati e anche i muri. Ordine e precisione nascondono bene la fatica dell’uomo che si muove su pendii scoscesi. Dall’alto dunque le linee dei muri sembrano delimitare proprietà, confini, recinzioni. Immergendosi tra sentieri e filari ci si accorge in fretta che quelle linee a pietra che sembravano delimitare, sono in realtà muri di sostegno.

Ho iniziato in mezzo a questi paesaggi – alcuni giorni fa – a riflettere attorno al Vangelo di questa domenica che ormai già volge al tramonto. Ho iniziato proprio lì a pensare a questi comandamenti che Gesù non è venuto ad abolire. Al contrario, ne mostrerà tutta la profondità e le molteplici implicazioni. Quei muri di contenimento che sono in realtà veri sostegni mi si presentano a raffigurare il Vangelo di oggi. Un reticolato di mura come un groviglio di comandamenti da credersi in un labirinto in cui perdersi non sono privazione di libertà, quanto piuttosto il sostegno di cui la nostra esistenza ha bisogno per raggiungere il suo compimento. 

Le riflessioni e gli appunti di questi tempi non lasciano dubbi: è sempre più urgente chiedersi chi è l’uomo. Se davvero la nostra umanità è il luogo dove Dio ha scelto di rivelarsi allora la domanda diventa ancora più decisiva. L’altra domanda – «Chi è Dio?» – è domanda pleonastica se l’uomo comprendesse d’essere non solo l’oggetto di una divina rivelazione ma il luogo stesso della sua epifania. Umanità è la casa di Dio. Terra è solo la materia di cui siamo fatti. Un soffio – il suo Spirito – ci riempie di vita e ci fa esistere. 

L’uomo, tra gli esseri viventi, appare presto nella sua incompiutezza. I cuccioli di molti animali si mettono prestissimo su quattro zampe (sarà forse più semplice mantenersi in equilibrio!): a noi servono ancora dei mesi.  Così pure per imparare a parlare e a nutrirci. Un piccolo corpo perfetto ancora in cerca di compimento. Perché essere umani non è solo sinonimo di avere dei corpi. Siamo esseri in cerca di compimento. Non è una strada già stabilità che percorriamo ciecamente, ma una serie di scelte da compiere. Siamo sempre posti davanti ad un bivio per esercitare la nostra libertà e per raggiungere il nostro compimento, si tratta di scegliere per il bene. Scrive il saggio Ben Sirac nel suo libro: Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno; se hai fiducia in lui, anche tu vivrai. Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male. (Sir 15,16)

Fin da piccoli siamo introdotti nella scoperta del bene e del male, di ciò che è buono e di ciò che non lo è. Si gusta la vita come un bambino che scopre sapori e cibi e distingue un cibo buono da uno meno buono. Per ciò che è nocivo e velenoso siamo subito avvertiti. I tratti dei volti materno e paterno fanno poi comprendere al piccolo se quell’azione fa la felicità altrui o se produce disgusto, dispiace o dolore. Anche il racconto degli inizi, nel libro della Genesi, ci porta a scoprire la stessa cosa: potevano mangiare di tutti i frutti ma di un frutto sentirono l’interdetto, il divieto. E proprio quello mangiarono scoprendo poi quanto fosse amaro scoprirsi disobbedienti, nudi. E così anche di Dio ebbero improvvisante paura: già immaginavano il suo volto imbronciato, la sua voce pronta al rimprovero e solo a sentire i passi di Colui che sempre viene a cercare gli smarriti di cuore provarono paura da nascondersi. 

Servono dei divieti per crescere perché libertà sia esercitata nelle scelte. I comandi di Dio sostengono la vita dell’uomo e la portano al suo compimento. Qual’è dunque il compimento dell’uomo? Il fine del suo cammino, il senso della sua fatica sotto il sole, il suo procedere in un moto ascensionale? Passato quel primo sgomento che possiamo provare nell’udire le parole di Gesù farsi improvvisamente più dure ed esigenti, ci mettiamo subito a cercare la buona notizia, ciò che di più evangelico c’è in questo affondo attorno alla Legge di Dio, ai suoi comandamenti. 

Il compimento della Legge data per l’uomo – e dunque il compimento degli uomini stessi –  sta nella costruzione e nella ricerca di una profonda comunione con ogni essere, con ogni creatura. Osservare i comandamenti che Gesù non è venuto ad abolire ma ad approfondire illuminandoli del loro senso più vero e profondo, significa dunque collaborare con Dio a custodire la comunione.

Dal Vangelo secondo Matteo
(5,17-37)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».


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Piccoli Pensieri (6)

Ho iniziato da poche settimane ad andare alla santa Messa nella chiesa dei gesuiti di Milano, San Fedele. Mi ha spinto a questa scelta, non solo perché tanto tempo fa la frequentavo col mio marito e mio figlio, ma anche perché il suo teatro era frequentato dai miei bambini. Il clima della navata è così sereno e luminoso che la pace si impossessa della mia anima. L’immagine del Manzoni, frequentatore della chiesa a suo tempo, mi viene alla mente in ricordo della sua splendida opera quando insegnò in una scuola coinvolgendo gli alunni al punto da influenzali nella scelta degli studi universitari. Le opere artistiche mi arricchiscono spiritualmente.

15 Marzo 2023

Sono molto felice perché ieri al cimitero, dove mi ero recata per il compleanno del mio defunto consorte, una gentile signora mi ha regalato una magnifica rosa rossa. Commossa, rientrata a casa ho deposto il fiore ai piedi della statua della Madonna di Lourdes che io, il mio amato consorte e il mio figlio disabile avevamo acquistato nel pellegrinaggio fatto per chiedere alla Mamma Celeste salute, serenità e pace.

14 Febbraio 2023
Sebastiano

Grazie don Stefano: è sempre bello ricevere ottogiorni.
È vero: infondo è veramente la ricerca del compimento della pienezza che ci mette in cammino che ci fa desiderare ciò che solo il Signore ci può dare.
Se non ci fosse questo desiderio di compimento saremmo morti.

13 Febbraio 2023

A pensarci poi non è che siano così faticosi da perseguire i comandamenti. Osservandoli poi alla luce dell’amore, che ne è la base originaria, vien più facile capire come possano fungere da buona norma per il quieto vivere (e la salvezza, innanzitutto “fisica”!) di tutti. Ecco il giogo leggero che Cristo invita a prendere. E se ciascuno ne tiene un pezzetto ecco che diventa ancora più leggero!
Leggere la riflessione prima del Vangelo ha contribuito notevolmente a rinnovare la prospettiva… Grazie don Stefano!

13 Febbraio 2023
Suor Regina

La Comunione è il compimento… quanto semplice ma difficile questa Comunione; un Vangelo esigente ma sicuramente molto umano perché vuole una vita buona ed è lì che noi troviamo pace. Signore, donaci l’umiltà del cuore perché ci lasciamo illuminare dal tuo Spirito per vivere la vita buona del Vangelo.
Grazie don Stefano per la tua riflessione accompagnata da foto meravigliose.

12 Febbraio 2023
Carla

Ciao don Stefano, personalmente trovo difficile comprendere fino in fondo il Vangelo di questa domenica. Sono abituata a pensare e ad affermare che Gesù è misericordia infinita, che l’ultima parola – quella che mi salva – è la Sua grande e infinita misericordia, ma dici bene tu quando affermi che a me, ad ogni uomo o donna, servono dei divieti affinché la mia, la nostra libertà, sia esercitata nelle mie, nelle nostre scelte. È come se io lasciassi fare ai miei nipotini tutto ciò che desiderano fare. Così non va bene. Devo porre loro dei divieti, devo essere ferma nelle mie decisioni per il loro bene, ma sempre per il loro bene devo però spiegare il motivo del mio divieto. Per noi adulti forse è più immediato fare di testa nostra, ma poi ci ritroviamo tristi e più smarriti. Sono dunque felice nei confronti di Dio di essere indirizzata a mettere in atto la mia libertà per ottenere un bene più grande e lo ringrazio perché mi costringe ogni volta a non restare in superficie, ma di scavare in fondo al mio cuore ciò che è bene o male per vivere la mia vita. Sono però convinta che Gesù sia sempre disposto a correggermi sì, ma che sia anche disposto ad accogliermi sempre, sapendo che come essere umano posso andare contro i Suoi insegnamenti. Sentirei un di meno per la mia felicità, o
meglio letizia, ma una volta imparata la lezione della mia disobbedienza, con il Suo aiuto o con quello di amici fidati, cambierei il mio atteggiamento.

12 Febbraio 2023

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