…dell’aroma di quel profumo

Settimana santa – Lunedì

(Is 42,1-7 / Sal 26 / Gv 12,1-11)

Anche lo scorso anno – ottobre 2022 – ho potuto acquistare a Gerusalemme una certa quantità di questo evangelico profumo assai prezioso. Tra poche cose traslocate, non potevo trascurare di prendere con me quest’olio profumato, sapendo benissimo cosa ne avrei fatto e quando mi sarebbe servito. Ogni anno attendo anche il lunedì della settimana santa, come si attendono i giorni più importanti che tutti insieme portano a Pasqua. E così – sei giorni prima della Pasqua – dopo aver proclamato il vangelo dell’unzione di Betania il nardo prezioso ha così compiuto il suo viaggio, ha raggiunto la sua meta: versato ai piedi dell’altare come allora sui piedi dell’amico Gesù.

Non è questo un segno previsto dalla liturgia; lo descriverei piuttosto come una semplice usanze, nemmeno legata ad una comunità; un segno nato forse casualmente, forse frutto di un’ispirazione. Sta di fatto che sono anni che mi trovo a ripetere questo gesto durante la liturgia eucaristica del lunedì santo. Nessuna unzione per i partecipanti. Da non confondere! Solo l’invito a lasciarsi inebriare da quel profumo che pervade corpo e anima. Chi vuole si avvicina per annusare, per intinge un dito in quell’olio profumato. Il profumo  ormai versato rimarrà lì, nella chiesa, per tutti i prossimi giorni di questa settimana santa. 

Il brano evangelico – trascritto in italiano e in francese – sta lì accanto per chi entrando in chiesa si sentira dapprima raggiunto e poi interrogato da quel profumo. Troverà risposta a questa curiosa esperienza olfattiva leggendo il racconto di Betania. 

Dal Vangelo secondo Giovanni
(12,1-11)

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Marta è ancora lì, fedele al suo posto, ma ora già rinnovata dalle parole del Maestro che l’avevano invitata ad accantonare agitazione, preoccupazioni (per non dire confronti con la sorella!) ritrovando – senza rinunciarvi affatto- il senso più vero del suo servire.

Lazzaro ha da poco ritrovato il suo posto nella vita in questo mondo, un posto che si rivelerà forse assai più scomodo poiché i capi dei sacerdoti aggiungeranno lo stesso Lazzaro tra coloro che potrebbero morire di morte violenta. E dunque – potremmo quasi ironicamente pensare – forse sarebbe stato meglio per l’amico di Gesù, Lazzaro, morire una sola volta e solo a motivo di malattia. Il discepolo che ha ritrovato la Vita a motivo di Cristo, deve però sapere che se hanno trattato così il Maestro, ugualmente potrebbe succedere per il discepolo. E questa non è più una battuta ironica ma sono le parole di Gesù stesso. «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato». (Gv 15,18.20-21).

Maria rimane nel suo consueto atteggiamento ai piedi di Gesù, ma all’ascolto del Maestro si aggiungerà questa volta un segno. Il profumo di quell’unzione avrà probabilmente sovrastato i profumi di quel pranzo festoso. «Non preoccupatevi – aveva detto – dicendo: «Che cosa mangeremo? Che cosa berremo?» (Mt 6,31). È tempo di chiederci cosa sta accadendo nel mezzo di quella cena. Un’ultima cena anche questa; ultima cena a tutti gli effetti in casa degli amici di Betania: Marta, Maria e Lazzaro.

Tra i due lunedì che contengono il Triduo Pasquale c’è un dettaglio non indifferente, un allusione al tema del denaro e alla corruzione che viene dal fatto che «pecunia non olet» (il denaro non ha odore). Giuda pensa a quel profumo come occasione per guadagnare denaro da poter destinare ai poveri. Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Il giudizio sull’agire di Giuda è inflessibile. Nel racconto evangelico proclamato tra una settimana – sarà il racconto del Lunedì di Pasqua – alcune guardie saranno corrotte da una somma di denaro  per diffondere la diceria che il corpo di Cristo non sarebbe risorto ma trafugato dai suoi stessi discepoli.

«Non potete servire Dio e la ricchezza» (Lc 16,13) disse Gesù. Dove le cifre, i numeri ricevono dagli uomini più potere e autorità di quella che si potrebbe riservare a Dio e alla Sua presenza accanto a noi, qualcosa di noi si sbilancia, si deforma, si àltera, si corrompe. Maria – la sprecona! – ha scelto ancora una volta la parte migliore e tutto il suo amore per il Cristo è in quel profumo che tutti ci avvolge, al di là del tempo e ben al di fuori della loro casa. Ancora una volta, in un gesto generoso, si rivela un dono fatto a molti.

Visita, Signore, il tuo popolo
consacrato da questi santi misteri,
proteggilo con il tuo amore premuroso,
perché custodisca con il tuo aiuto
i doni che ha ricevuto dalla tua misericordia.
La tua protezione soccorra gli umili
e sostenga sempre coloro che confidano nella tua misericordia,
perché si preparino alla celebrazione delle feste pasquali
non solo con la mortificazione del corpo
ma, ancor di più, con la purezza dello spirito.

(dalla liturgia del lunedì santo)


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Piccoli Pensieri (7)

Arianna

Trovo molto significativo questo segno che hai voluto portare con te, e offrire ai fedeli che di volta in volta hai accompagnato, Don Stefano: l’olio di nardo. È tanto più bello e prezioso perché, pur essendo presente nel Vangelo di questo periodo, è abbastanza distante ed inusuale dalla nostra quotidianità da far scattare una reazione nuova in chiunque si trovi ad esperirlo. E ogni tanto qualche novità, qualche brivido di diversità dalla norma, non è male… Anzi! Sono proprio le diversità che ci provocano maggiormente verso autentuci rinnovamenti. È grazie a loro che possiamo rompere le nostre vecchie cortecce per far spuntare nuovi germogli.

7 Aprile 2023
eCarla

Stiamo vivendo questi tre giorni della settimana più importante dell’anno liturgico: la settimana Santa. Questa sera la Messa con la lavanda dei piedi che mi ricorda il gesto umile e servizievole di Gesù nei confronti dei Suoi Apostoli, domani ci sarà la Via Crucis che mi ricorderà quanto mi ha amata Gesù accettando di morire in croce per me, per la mia salvezza e domenica festeggeremo la Sua Resurrezione. Dio mi ha tanto amata se ha mandato su questa terra Gesù per me, per ognuno di noi. Tornando dalla messa questa sera , pensavo: ma c’è al mondo uno che mi ama così tanto? Uno che mi ama fino al punto da morire per me? Sì! C’è uno così e si chiama Gesù. Il pensiero successivo fu: allora non dovrebbe essere difficile per me amarLo. Ma per essere capace di amarLo così come Lui mi ama, mi devo rivolgere proprio a Lui pregandoLo e chiedendoGli sempre di donarmi un po’ della Sua capacità di amare gratuitamente, perché con le mie sole forze o buoni propositi non ne sarei capace.

6 Aprile 2023

Sono felice perché venerdì 7 aprile arriveranno a casa i miei adorati figli e miei nipotini, riempiendo di gioia le mie giornate: con loro farò delle visite ai monumenti, vie, piazze, chiese della mia e nostra amata città. Domani col mio solerte uomo di aiuto trasformerò l’appartamento in un grande confortevole locale ricco di letti ricoperti di morbidi e candidi piumini, in corrispondenza delle finestre che si aprono alla vista del giardino con la grande e magnifica magnolia. Ho già arricchito i ripiani dei mobili con dei vasi di fiori, di ramoscelli di ulivi presi con trepidazione nelle varie chiese dove mi ero recata a pregare nei giorni della Settimana autentica ancora in corso.
Le bustine di plastica con su scritte inneggianti alla Santa Pasqua le ho prese con il pensiero di offrirle ai miei figli e nipotini in segno di amore divino per tutti loro e di protezione per la loro casa. Su una di queste bustine è scritto: “Tu solo Signore, hai parole di Vita Eterna”. Vi è impressa l’immagine di Cristo Re seduto su un mansueto puledro in una natura verdeggiante. Questa busta l’ho trovata in un cesto, nella chiesa dedicata a San Giuseppe nell’ospedale Policlinico di Milano, in attesa di una visita medica. Ho già offerto al mio amato consorte uesta bustina in ricordo delle tante Pasque passate insieme nella preghiera. Una seconda bustina l’ho presa in Duomo, sempre a Milano e dice così: “La Pace è possibile “.

4 Aprile 2023
Savina

C’è molto in questo brano di Vangelo, molti sentimenti espressi senza tante parole inutili.
La riconoscenza di Marta e Maria per la resurrezione di Lazzaro che Marta esprime nel suo modo di fare mettendosi a servizio di tutti i commensali e, sicuramente, non erano pochi.
Maria concentra la sua attenzione su Gesù e, volendo dimostrargli tutta la sua gratitudine, gli dona qualcosa di prezioso.
Dei cinque sensi, l’odorato ci fa reagire immediatamente quando ci passa qualcosa sotto il naso, così come in natura il profumo dei fiori attira insetti per vari motivi.
Così il profumo del nardo rimane ricordo perenne di quello che è accaduto e di cui facciamo memoria.
Mi ricordo bene quando don Stefano, allora nostro parroco, ci fece provare questa esperienza:
“ungere il corpo di Gesù morto” passare la nostra mano bagnata con l’olio di nardo sulle membra di Gesù, come ha fatto Maria.
Un’esperienza che mi ha toccato profondamente. Noi non usiamo profumi particolari sui nostri morti ma li prepariamo comunque.
Io ho lavato e vestito mia mamma, seppure fossi sconvolta dalla sua morte ed ero molto giovane, ho lavato e vestito mio papà, con una consapevolezza diversa, continuando a imprimere le tre croci sul suo corpo, quelle che facciamo prima di ascoltare il Vangelo.
Gesù riceve di buon grado questo dono e di nuovo prende l’occasione di parlare della sua morte e sepoltura.
Sullo sfondo Giuda, che io dico pover’uomo, povero spiritualmente, non riusciva a capire la situazione.
Ancora i Giudei accorsi per vedere Lazzaro risorto con in cuore mille domande ma sentendo la forza attrattiva di Gesù.
E la rabbia dei capi religiosi che, secondo me, pur sapendo bene chi fosse Gesù, avevano chiuso non solo gli occhi ma tutti i loro sensi lasciando parlare solo l’invidia, il risentimento e la durezza del cuore
Quando verrà esposto nella nostra chiesa Cristo morto, passerò la mia mano sul suo corpo, non sarà profumata ma sarà come preparare un amico alla sua sepoltura.

4 Aprile 2023
Emanuela

Questo Vangelo ha accompagnato ieri le confessioni comunitarie in parrocchia.
Nella riflessione in preparazione alla confessione, una domanda è emersa tra tante: mi lascio avvolgere dal Suo profumo?
Sono capace di portarlo con me ed essere bupn profumo per gli altri?
La vera risposta è che non è per niente facile.
Ma con questo proposito vorrei vivere i riti della settimana santa e i giorni che seguiranno la Pasqua.

4 Aprile 2023
Maria Rosa

Grazie don Stefano: le tue parole fanno nascere il desiderio che anche la nostra vita emani un po’ di profumo come la vita di Gesù che spande profumo e una bellezza capaci di risanare il cuore.
Ti pensiamo e ti ricordiamo: viviamo in comunione di preghiera questa settimana e la Pasqua.

4 Aprile 2023
Carla

Non mi viene immediato commentare questo Vangelo, mi sento invece, se posso, di riportare ciò che ha detto a tutti papa Francesco. Tra le tante frasi che ha detto, quella che più mi ha aiutata a vivere questa Quaresima è stata questa: “Malattie, delusioni, fallimenti, non siano di ostacolo al nostro camminare incontro alla Gioia: Gesù Cristo. Gli chiedo che questo giudizio diventi sempre più vero nella mia quotidianità, non solo quindi nel tempo che ci separa dalla Pasqua, ma sempre, in ogni mia giornata. La Pasqua è Gesù, nato da donna, morto, prendendo su di sé tutti i miei limiti e risorto. Nelle immagini della Liturgia bizantina, nel tempo di Natale, Gesù è raffigurato non in una mangiatoia, ma in una tomba, come a dirmi quale sarà il mio destino. Ma la morte non è l’ultima parola. L’ultima parola è la Sua e mia e nostra é la sua Resurrezione. Questa è la Pasqua.

4 Aprile 2023

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