Dinamica della crescita
O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio, nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito, perché possiamo godere la visione della tua gloria. Amen.
Dal Vangelo secondo Luca (13, 18-21)
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
La donna curva da diciotto anni, ritrovò la usa agilità di movimento. E perfino sulle labbra della folla, così abituata alla mormorazione, si udì un crescente cantico di lode. Accordi di nuove melodie mai udite prima. C’è un certo dinamismo tra le pagine e le righe del Vangelo: è nel seguire il Maestro. C’è un certo dinamismo già insito nella vita: è nel crescere!
È dinamica la vita. È dinamico il regno di Dio. Alla voce “dinamica” il dizionario della lingua italiana dice: movimento di corpi in relazione alle cause che lo determinano. Sarà stato dunque evidentemente agli occhi di tutti e nei giorni a seguire, che quella donna non più curva avesse trovato il medico giusto. Anche chi non fu presente al fatto se lo chiederà: qualcosa dev’essere accaduto. Ma cosa? Neppure il contadino sa cosa succede notte tempo, mentre tutti dormono. E anche se lui, dopo aver seminato, provasse a star lì seduto a vegliare il seme, nulla vedrebbe di ciò che accade nel segreto. Anche dopo aver impastato la farina con il lievito… puoi star lì seduto accanto per vegliare alla lievitazione. Ma anch’essa accade dentro, nel segreto.
Bisogna aver incontrato il Maestro per capire quanto la sua Parola sia in grado di mettere in movimento qualcosa di noi, da dentro, nascostamente. Egli è causa di salvezza per coloro che gli obbediscono, recita la lettera agli Ebrei (5,9).
La Vita inizia sempre da dentro e nell’incontro di due. Così il seme cade nella terra e il lievito si amalgama alla farina. Il regno di Dio, come un fatto ordinario e quotidiano, cresce da dentro a causa della parola che ascoltiamo. Il regno di Dio è seminata in noi ed è impastato in tutto quello che ci tiene vivi.
A Dio sta a cuore la nostra crescita, ma noi dobbiamo essere consapevoli che crescere non è solo un fatto puramente biologico. Ciò che vediamo con gli occhi è già frutto di qualcosa che è avvenuto nel segreto. Quando pregando diciamo: “Venga il tuo Regno” noi esprimiamo così il nostro desiderio umanissimo di veder crescere in noi la Sua presenza. Ciò che Egli ha seminato in mezzo e dentro noi, noi vogliamo che cresca e porti il suo frutto. La preghiera e l’ascolto della Parola, così maldestramente confusi con il non fare nulla e classificati tra le attività superflue perché apparentemente improduttive, rendono invece più dinamica la vita. È proprio così che ci accorgiamo che qualcosa è nascosto in noi. Crescere come alberi, facendosi poi nido per i deboli e pane per chi ha fame è dinamica del Regno di Dio.
E intanto fuori è autunno: da queste parti inizia a far freddo ma gli alberi si fanno più belli che mai donandoci colori caldi. Poi si spogliano, lasciando filtrare tra i rami più luce per noi così fotosensibili. C’è un mistero nascosto anche in questa attrazione esercitata della Luce. Per il seme, per la pasta che lievita, per ogni uomo che viene alla luce.
Signore, Dio della Luce,
custode della Pace e del Silenzio,
Come è bello ritrovarti
nella Parola, nei Volti e nel Pane.
Come il passero che si posa sul tetto
e la rondine che ha fatto il suo nido,
anche noi siamo venuti
a cercare la tua presenza nel Silenzio
per guardare la Vita da dentro
e confrontarci solo con Te.
Solo Tu sei la Via, Signore,
la Verità e la Vita dell’umanità.
Tu sei l’Acqua, il Pane e il calore,
il sale e il lievito che fermenta
una vita a grandezza del Regno.
Nel lungo viaggio dalle tenebre alla luce
Ho attraversato dubbi e terre desolate
Seguendo traiettorie sconosciute
Perdendo la mia essenza chissà dove
La vetta è solo l’altra faccia dell’abisso
Per sprofondarci dentro basta solo un passo
Ma quando ero sul punto di precipitare
Mi camminavi accanto senza far rumore
E ho provato a raggiungerti ovunque
Senza riuscire a possederti mai
Nella perfezione dei dettagli e nelle coincidenze
Ho provato a vivere nel mondo senza per questo appartenergli mai
Evitando la mediocrità e le inutili apparenze
Se il buio è solo allontanarsi dalla luce
Nel mare del silenzio sento la tua voce
Se tutto si trasforma e nulla muore
Dal seme che marcisce nasce il nuovo fiore
E ho imparato a riconoscerti ovunque
Senza riuscire ad afferrarti mai
Ma ho capito che non c’è distanza né separazione
Ho imparato a vivere nel mondo
Senza per questo appartenergli mai
Ma ho trovato amore in ogni cellula della creazione
Nel lungo viaggio dalle tenebre alla luce
Camminerai al mio fianco senza far rumore
“Il seme gettato nella terra non fiorisce subito, occorre tempo e calore per farlo germogliare; anche l’anima nostra necessita del tempo e del calore per far germogliare quanto è stato seminato dallo Spirito”.
Voce di un anonimo Autore Spirituale