Guardare fuori, oltre la finestra mi pare davvero esercizio spirituale: nell'indefinito caos della notte, magari accompagnato da dense nebbie di stagione e di regione, attendere il levar del sole che chiama ad esistere ogni cosa. E poi l'uomo a dare il nome a ciò che esiste.
Impariamo a guardare non solo ciò che non c'è concesso di fare, ma cogliamo l'occasione favorevole di fare qualcosa che stavamo letteralmente trascurando.
E così mi piace pensare a quest'olio che prendiamo perché la nostra vita non si consumi e non si spenga scioccamente, senza sapore.