… e ancora ci visiterà

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Data :24 Dicembre 2020

È giorno di vigilia, di imminente attesa. È questo il momento favorevole per invocare abbondantemente lo Spirito santo. Nel buio e nel caos di questi tempi, da questa notte natalizia inizia una nuova creazione. Il dato sensibile che cambia la storia e la vita di ciascuno è proprio lo Spirito santo che ha riempito grembi e cuori di chi in questi giorni ci ha condotti verso il Natale. Maria, Giuseppe, Elisabetta, Zaccaria, senza dimenticarci del vecchio Simeone e di Anna: tutti – dice il Vangelo – sono ricolmi di Spirito santo. Uomini e donne vuoti di speranza o pieni di paure e di timori, improvvisamente sono riconosciuti “ricolmi di Spirito santo“.  

La nascita di Giovanni Battista scioglie le labbra del padre che era rimasto muto. È lo Spirito che ha ravvivato la memoria di Zaccaria ed egli s’è ricordato di ciò che l’angelo gli aveva detto e di tutto quanto Dio aveva promesso ai padri. La gioia per quel figlio è già come vino nuovo in otri nuovi. È lo Spirito che inebria di gioia. Tra mille cose che l’angelo poteva dire a Zaccaria a riguardo di quel figlio annunciato, è curioso che di lui dice che non berrà vino né bevande inebrianti (Lc 1,15) perché sarà lo Spirito santo ad inebriarlo e dalle sue labbra si udrà la verità: convertitevi, il regno di Dio è vicino. 

Così anche Zaccaria, al colmo della sua gioia, pieno di Spirito santo, ricorda ciò che Dio ha già compiuto. Il suo servizio sacerdotale è ora compiuto perfettamente tra le mura domestiche. Egli benedice Dio che già in passato ha visitato il suo popolo. E sentendosi visitato lui stesso da Dio proprio nel dono di quel figlio, non può che ampliare l’orizzonte al domani. In passato, Dio aveva già visitato il suo popolo: dai tempi di Abramo, nella casa di Davide, attraverso la bocca dei profeti, liberando dai nemici. Quel figlio tra le braccia,  è la visita di Dio nel suo presente. Il domani è il sole che spunta dall’alto, quello che ancora una volta annunceremo nel buio della notte di Natale.

Ieri, oggi, domani, anche noi come Zaccaria, colmi di Spirito santo, riconosciamo che sempre Dio visita la terra. Sono giorni in cui affidiamo alle labbra dei bambini filastrocche semplici che diventano auguri. Anche mia nipote, con i suoi tre anni, ha già sulle labbra parole semplici di speranza: “Auguri di tutti i colori, di gioia e di pace, di tempi migliori! Auguriiiiiii”
Impariamo a memoria anche noi alcune parole ispirate, frammenti di uomini e donne colmi di Spirito santo. E riportiamole spesso alle nostre labbra, con la stessa tenerezza di bambini, perché il mondo creda che Dio ci ha visitati e ancora lo farà. Mettiamoci nel cuore anche solo alcune delle parole di Zaccaria: «Ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace».

Alcuni giorni fa, in visita in una casa, ho visto appoggiato su un mobile, un vecchio sonaglio arrugginito. Incuriosito dal sapere se ancora suonasse e attratto – come un bambino – dal desiderio di udirne il suono, ho preso in mano ed ho iniziato a scuotere quel vecchio sonaglio.

«Lo vuoi? È tuo!». Non pensavo che il mio semplice desiderio di udire quel lieve tintinnio potesse diventare un dono nelle mie mani. Non è passato molto tempo. Ho pensato che quello poteva essere un segno. Per stasera. Porterò con me quel sonaglio. Nel frattempo ne ho acquistati diversi da donare ai più piccoli che saranno presenti tra noi, questa sera, così che, accanto agli angeli per i pastori, al coro e agli strumenti musicali, ci saranno pure i piccoli ad inondare di speranza questa notte che per diversi fa ancora rima con buio, paura e tristezza. Rallegra la vita dei tuoi servi, Signore, perché a Te innalziamo nuovamente la nostra anima. Tu sei buono, Signore, e perdoni, sei pieno di misericordia con chi t’invoca. Porgi l’orecchio, Signore, alla nostra preghiera e sii attento alla voce delle nostre suppliche… al suono dei campanelli. Perché tra non molto ormai, ti contempleremo nei panni di un bimbo.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.
Egli fu annunciato da tutti i profeti,
la Vergine Madre l’attese e lo portò in grembo
con ineffabile amore,
Giovanni proclamò la sua venuta
e lo indicò presente nel mondo.
Lo stesso Signore,
che ci invita a preparare con gioia il suo Natale,
ci trovi vigilanti nella preghiera,
esultanti nella lode.

Dal Vangelo secondo Luca (1,67-79)

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».

E cielo e terra e mare invocano
la nuova luce che sorge sul mondo,
luce che irrompe nel cuore dell’uomo,
luce allo stesso splendore del giorno.

Tu come un sole percorri la via,
passi attraverso la notte dei tempi
e dentro il grido di tutto il creato,
sopra la voce di tutti i profeti.

A te che sveli le sacre Scritture
ed ogni storia dell’uomo di sempre,
a te che sciogli l’enigma del mondo
il nostro canto di grazia e di lode

David Maria Turoldo


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Piccoli Pensieri (1)

patrizia morganti

da sempre il magnificat è la preghiera del mio cuore, e in questi giorni bui non riesco a non cantarlo. Il Signore ci ha benedetti, la morte non ha visitato la nostra casa, non abbiamo dovuto salutare a distanza persone che ci fossero care, e questa è già una grazia, grazia immeritata, ma è successa. E per questo grazie. Gli amici sono presenti comunque nella nostra vita, anche se non ci vediamo, abbiamo un lavoro e non siamo in difficoltà economiche. quando dico queste cose mi viene in mente il fariseo nel tempio e quasi mi sento in colpa, ma non è merito mio quel che il Signore mi ha concesso e, soprattutto, non mi sento diversa, nella mia povertà, da coloro che vivono in difficoltà. Ti prego Signore, che io possa essere vicina davvero ai fratelli che in questo momento soffrono.

24 Dicembre 2020

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