Uno squarcio di cielo

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Data :26 Dicembre 2020

Stefano, primo martire

(At 6,8-12;7,54-60 / Sal 30 / Mt 10,17-22)

La strada è tracciata. Non diritta ma luminosa. La strada l’ha tracciata Colui che disse: «Chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la Luce della Vita». (Gv 8,12) Oggi, 26 dicembre, festa del primo martire… per dire che ce ne furono moltissimi e ancora ce ne saranno. E la conta non s’è chiusa. Ogni volta che si dice «martire» non si può non pensare alla modalità stessa del martirio. Come i segni dei chiodi e la ferita nel costato ancora rintracciabili sul corpo del Risorto. A ricordo del suo martirio. Poco dopo, appena oltre, si scorge la testimonianza in corso proprio mentre il corpo è martoriato, sottoposto cioè a sofferenze strazianti. 

E quindi, all’indomani del Natale di Gesù Cristo, dovremmo già dimenticarci del suo gaudio, della sua innocenza, della sua pace? Ciò che non va dimenticato è il fatto che venne in mezzo ai suoi… e che i suoi non l’hanno accolto. Così l’innocenza del Natale non è nel candore della neve o non più solo stupore di bambini. Quel totale disarmamento dell’infante (colui che ancora non parla) deposto in una mangiatoia è già messaggio del cielo indirizzato per convertire la violenza dell’uomo ma pare già profezia di carne straziata, di corpo martoriato. Vita che sembra data in pasto a belve feroci, come a placare quella sete di vendetta che non si spegne nel cuore dell’uomo. Ci salva il fatto che, nella notte prima di morire, Egli prese del pane e lo spezzò quasi a chiederci di dimenticare la crudeltà del gesto di chi ucciderà l’uomo sulla croce per scoprire invece il dono della vita racchiuso nel fragranza del pane spezzato e dato in condivisione. E fu lo Spirito che lo infiammò dall’alto a suggerirgli questa intuizione. La carne lacerata del crocefisso – o del martire – è trasformata in un pane spezzato. E noi ancora a radunarci nel suo nome, prendendo del pane e del vino, sempre chiedendo e attendendo che il cielo si squarci ancora. Viene lo Spirito a suggerire quelle parole necessarie a fare sì che quel pane e quel vino siano Corpo e Sangue di Cristo. Viene lo Spirito a suggerire quelle parole che faranno di un’uomo qualsiasi un discepolo di Cristo.

C’è una strada ormai tracciata tra il cielo e la terra. La percorrono coloro che cercano la Vita. La percorrono coloro che sanno che la Vita si trova davvero solo se la doni. La percorrono coloro che credono che vita piena non è sazietà di giorni.

Sempre, quando i giorni si fanno bui e i tempi sono cupi, occorrerebbe ricordarsi dei cieli aperti. Poter vedere uno squarcio di cielo: come lo vide Gesù stesso quando, ormai adulto, si immerse nelle acque del Giordano. I cieli si aprirono perché si udì una voce che disse: «Tu sei il Figlio mio, l’amato, in te ho posto il mio compiacimento» (Mc 1,11). Lo stesso cielo già si aprì nella notte del Natale. Ma era notte appunto e non tutti videro. Non tutti si accorsero. Non tutti udirono ciò che lo Spirito stesso già stava dicendo. 

Poter vedere uno squarcio di cielo, come Stefano… perché ogni squarcio di cielo illumina ferite in terra. È risposta del cielo stesso all’uomo quando invoca salvezza. Quello squarcio di cielo che donò il Salvatore, è risposta ad ogni ferita sulla terra. O se preferite, ogni terrena ferita, ogni martirio, ha una parola suggerita dallo Spirito del Padre che non smette di far parlare i suoi figli. E non c’è cosa più bella di un Figlio che parla la lingua del Padre. È così che il martirio diventa testimonianza. E il martoriato è martire, testimone. 

Quali parole dello Spirito sulle labbra dei figli di Dio in questi tempi martoriati della pandemia?

Saldo è il mio cuore, Dio,
saldo è il mio cuore:
voglio cantare inni, anima mia.
Svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora.
Ti loderò tra i popoli, Signore,
a te canterò inni tra le genti,
perché la tua bontà è grande fino ai cieli
e la tua verità fino alle nubi.
Innàlzati, Dio, sopra i cieli,
su tutta la terra la tua gloria.
Perché siano liberati i tuoi amici,
salvaci con la tua destra e ascoltaci.

(salmo 107)

Dal Vangelo secondo Matteo (10, 17-22)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

Mio Dio, prendimi per mano, ti seguirò,
non farò troppa resistenza.
Non mi sottrarrò a nessuna delle cose 
che mi verranno addosso in questa vita,
cercherò di accettare tutto nel modo migliore.
Ma concedimi di tanto in tanto
un breve momento di pace.
Non penserò più nella mia ingenuità,
che un simile momento debba durare in eterno,
saprò anche accettare l’irrequietezza e la lotta.
Andrò dappertutto allora,
e cercherò di non avere paura.
E dovunque mi troverò,
io certerò d’irradiare un po’ di quell’amore,
di quel vero amore per gli uomini
che mi porto dentro.

(Etty Hillesum)

Natale 2020, tramonto a Lavarone

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Piccoli Pensieri (3)

Suor Regina

Mi colpisce in questi giorni la notizia che presto saranno beati: Rosario Livatino,don Antonio Seghezzi e altri martiri del nostro tempo.”…ci sarà chiesto non se siamo stati credenti ma credibili.” Martire vuol dire Testimone ed oggi il segno più eloquente x un cristiano è la sua vita …Santo Stefano ci aiuti e benedica don Stefano che ci indica la VIA (Gesu’) x essere “Testimoni e non maestri’

26 Dicembre 2020
Gianna

Da Caino ad oggi sono stati innumerevoli gli omicidi tra fratelli, come sia possibile è incomprensibile per la mente, anche provando a cercare di capire. A volte viene spontaneo chiedersi dov’è Dio, perché abbia potuto permettere, e lo possa tuttora, che si compissero atti crudeli. E viene spontaneo chiedersi perché alla fine della nostra vita terrena, comunque sia stata, siamo tutti perdonati, tutti accolti ( anche se poi leggendo Mt, 25 sembra che così non sia). Poi pensi che Dio ci ha dato la libertà di fare il bene e il male, sta a noi la scelta. Poi leggi il diario e le lettere di Etty Hillesum, la vita di Dietrich Bonhoeffer, quella di Pavel Florenskij, e capisci che non ami abbastanza, che non sei matura abbastanza, che non sei in grado di affidarti abbastanza

26 Dicembre 2020

Grazie Don Stefano per gli squarci di cielo che ci accopagni a vedere ogni giorno, aiutandoci a non perdere la via. Grazie di cuore e buon onomastico!

26 Dicembre 2020

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