Vediamo di capirci
II domenica dopo Natale
(Sir 24,1-4.12-16 / Sal 147 / Ef 1,3-6.15-18 / Gv 1,1-18)
È già la terza volta, in questo tempo natalizio, che leggiamo il prologo del Vangelo di Giovanni. Questo inizio di Vangelo stupisce per i suoi toni solenni. Vengono impiegati vocaboli che sembrano voler strizzare l’occhio alla filosofia greca. In effetti Giovanni scrive in greco il suo Vangelo. In principio era il lógos, il Verbum, la Parola. Zoe, vita; Phos, luce.
La Parola di Dio ha sempre bisogno di una voce che la proclami, la renda udibile. E perché ci sia suono di parola, voce… serve l’uomo. L’uomo è servo per la Parola. La Parola di Dio passa così da un susseguirsi di suoni sulla bocca dell’uomo. La puoi già sentire quando ancora c’è buio. Che sia il caos universale o la confusione dentro se stessi. Il prof di greco mi dice che suono (phon) e luce (phos) hanno in comune la radice pho. Poi arriva il prof di fisica a spiegare che suono e luce viaggiano alle stesse frequenze… tutto questo non c’entra molto per la fede ma questa scoperta della scienza potrebbe perfino darmi una mano nel comprendere che certi vocaboli utilizzati nel Vangelo di Giovanni non sono lì per caso e che – probabilmente – una comune e altissima fonte di ispirazione, una logica maggiore ci sia in tutto questo.
Perfino i suoni emessi dalla gola di un bambino appena nato, vagiti o pianto che siano e che ancora parola non sono, giungono ai nostri orecchi e gli occhi corrono per vedere dove e chi sta piangendo. E così viene alla luce sia chi strilla, sia chi ode; sia chi richiama attenzione sia chi la offrirà.
Atteggiamenti umanissimi, ragionevoli logiche che tuttavia è sempre meglio non dare per scontate. Meglio metterle a principio, a fondamento. All’inizio di un discorso su Dio, sulla Luce, sulla Vita… sull’umano. Suoni e parole dicono già di Dio, del suo volersi esprimere, del suo desiderio di farsi comprendere perché l’uomo stesso impari a dirsi, a raccontarsi, a comprendere. Il Lógos non è soltanto Parola in sé stessa. Per questo venne nel mondo. Il Lógos è la Parola si dice, che si fa udire, che si spiega, che si fa capire, che si fa sapere, si fa conoscere. Farsi conoscere è dunque rivelarsi, aprire se stesso ad altri perché l’altro possa conoscere meglio chi sta di fronte.
Quando fatichiamo a comprendere, siamo soliti utilizzare un’espressione. Vediamo di capirci. Appunto! Questa è l’espressione illuminante. Capirsi è sinonimo di fare chiarezza, fare luce… e fare luce è esattamente vederci chiaro. Vivere meglio.
Dopo un inizio così solenne che può incutere un certo timore e farci sembrare questo Vangelo non proprio alla portata di tutti, il Vangelo di Giovanni è forse quello che contiene gli incontri più belli che Gesù ha fatto nella sua vita terrena. Sarà proprio durante questi incontri con altre persone che Gesù cercherà di far parlare l’uomo perché comprenda e dica meglio di sé, cercherà di spiegare Dio stesso, in parole e in opere. Così, alla presenza di Gesù, nella sua persona, uomo e Dio stanno in un dialogo che illumina reciprocamente l’esistenza.
E dal profondo vengono alla luce parole di salmi lette e pregate lungo i giorni; come dal profondo di una caverna preistorica, da una tomba di mutismo o di rassegnazione, emergono queste umane parole che già sono Parola di Dio: È in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce (salmo 35,10). Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti (salmo 33,6); Manda la tua luce e la tua verità: siano esse a guidarmi (salmo 43,3); Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino (salmo 119,105)
Crediamo nella tua Parola
crediamo nel tuo Silenzio
crediamo nella tua Presenza
crediamo nella tua Venuta
Crediamo in Te e ti amiamo
e amiamo tutto ciò che esiste
nel cielo e nella terra.
Speriamo e con Te realizziamo,
pur tra luci ed ombre,
ma nella certezza del tuo amore fedele,
il nuovo cielo e la nuova terra
garantiti dalla tua promessa.
Amen.
Dal Vangelo secondo Giovanni
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Ti ringraziamo perché viviamo
oggi e domani,
come vivevamo ieri e tutti i giorni,
della tua grazia,
Dio di questa terra, di pane e luce,
degli uomini che ci circondano;
Ti ringraziamo perché viviamo
qui e adesso, con sacrificio
e in gran letizia.
E Ti preghiamo
che né il futuro né la morte
possano dividerci da Gesù Cristo
che è il tuo amore
per tutti gli uomini
e per tutta la terra.
Huub Oosterhuis
Il Verbo è la luce che brilla nelle tenebre.
Signore, dalla Tua incarnazione è nata una luce luminosa che trasforma in giorno la notte dell’uomo. Una Parola che ci trasforma, accende l’intelligenza, riscalda i cuori, cambia tutta la nostra esistenza.
Signore, fa che nella mia quotidianità Tu possa abitare e dare luce alla mia vita,perché solo così sarò luce per gli altri. Fa che non dimentichi mai che Tu mi ami immensamente!
Ti ringrazio o Signore per averci donato la Potenza della fede che illumina sempre il nostro cammino anche quando le tenebre cercano di scendere improvvise
Nel dipinto di de la Tour la luce di una candela illumina una maternità.
Stiamo vicino alle nuove mamme che oggi forse sono più sole coi i loro bambini di un tempo passato, non così lontano. Ogni nuovo nato è nuova luce.
Litanie delle piccole cose che arriva dal “Laboratorio della parola”: che commozione intravedere e poi apprendere che Gesù è una tra quelle parole pensate dai bambini, PAROLA CHE SALVA e che comprende tutte le altre ed io, che non l’avevo pensata, mi faccio bambina e scrivo qui quella che avrei scritto su quel foglietto “GRAZIE”… ai piccoli e alle piccole cose.
“Il Signore è
la luce che vince la notte
la vita che vince la morte
la grazia che vince il peccato… Gloria gloria cantiamo al Signore”.
È stupendo iniziare la giornata leggendo il prologo di Giovanni, per me una delle pagine più belle dei vangeli.
A tal proposito, quando mi riesce di alzarmi un po’ più presto, che meraviglia è la luce dell’alba quando inizia a farsi strada e, con essa, il canto dei primi uccellini. Uno spettacolo di vita impareggiabile e mai uguale, sempre aggiornato! Uno spettacolo talmente bello da spingere spontaneamente a ringraziare la fonte d’amore che l’ha generato.