Annunci e dicerìe

Lunedì fra l’ottava di Pasqua

(At 2,14.22-33 / Sal 15 / Mt 28,8-15)

È certamente ingenuo pensare che con la resurrezione di Gesù tutti i problemi siano risolti. Eccone un esempio: la corruzione (non quella da sepolcro) che Giuda già conobbe, si ripresenta dopo la Pasqua come ipotesi di soluzione al «problema resurrezione». Chi pensa di risolvere la questione con due calcoli imbastiti a regola d’arte, dice già di non credere. Per di più chi era riuscito a sbarazzarsi di Gesù era davvero convinto di averlo eliminato per sempre e invece si trova a dover fare i conti con un messaggio altrettanto sconvolgente quanto le parole di un Rabbi che nemmeno si sapeva da dove fosse venuto. Nazareth non era garanzia di autorevolezza. I suoi fratelli e le sue sorelle erano gente troppo comune per garantirgli quell’aura che incute quel timore reverenziale che si doveva ad un rabbi. Il fatto stesso che ammetteva la possibilità di essere interpellato dai suoi discepoli, già questo era qualcosa di decisamente fuori dal comune. 

Capi dei sacerdoti e anziani del popolo, che già dovettero accordarsi per l’eliminazione di Gesù, dopo la sua morte e la sua resurrezione devono ancora trovare un escamotage per sostenere la loro credibilità agli occhi della povera gente loro sottomessa e perfino agli orecchi del governatore. Cosa avrebbero potuto fare questi se avessero perso il loro potere? Mendicare non se ne parla, zappare non ne avrebbero le forze… così raccontava in parabole. E con il denaro corrompono le guardie le quali, a modo loro qualche annuncio dei fatti lo avevano già riportato, anche a rischio di fare la più magra delle figuracce per una guardia: addormentarsi. 

Ma c’è sonno e sonno! C’è il sonno di chi, perdendo la capacità di vegliare, sprofonda nella notte del dubbio. C’è il sonno di chi chiude gli occhi e non vuol più riconosce certe irruzioni divine nella propria vita. C’è il sonno del Maestro che in piena tempesta se ne stava in barca senza la ben che minima preoccupazione di morire. C’è il sonno di Adamo, quella specie di torpore decisivo perché l’uomo non sia più solo. C’è questo stordimento delle guardie decisivo alla Pasqua. 

Ma l’annuncio che salva, quello vero, quello gratuito, è già partito per altre strade senza passare più dai palazzi del potere. Come i Magi quando trovato il Bambino per un altra strada fecero ritorno, ignorando bellamente quell’esplicita richiesta di Erode che, mentendo, avrebbe promesso di andare lui pure ad adorare quel bambino. 

Qui sono le donne che adorano il Signore. Adorano nel vero senso della parola: portano alla bocca ciò che gli occhi hanno veduto. La vera adorazione è portare alla bocca, cioè trasformare nuovamente in parola e in annuncio ciò che gli occhi hanno veduto, ciò che gli orecchi hanno udito. Adorare il Signore non è stare muti e immobili, come a volersi nascondere o sottrarre dalle responsabilità della fede. Adorare il Signore è ascoltare ciò che dice Dio, il Signore. Ascoltarlo così profondamente da permettere a quella parola di mettere radici; ascoltare così  attentamente da non permettere che niente e nessuno rapisca quell’annuncio.

Condividere poi quella Parola, annunciarla ai fratelli, non può che essere il modo migliore per custodirLa. L’annuncio di Pasqua non si impreziosisce perché ce lo teniamo stretto come si può tenere un oggetto prezioso al sicuro. L’annuncio di Pasqua e le strade che il Risorto chiede di percorrere ci fa ricchi di un nuovo nome: quegli amici, così chiamati fino alla fine, fin dopo il tradimento, sono ora diventati fratelli. 

Signore Gesù,
se la tua resurrezione accende in noi
anche solo una fiamma molto esile, 
essa ci permette di realizzare la comunione con Te.
E attraverso il tuo Vangelo
comprendiamo che sei venuto sulla Terra
non solamente per una parte dell’umanità,
ma per tutti gli esseri umani, 
anche se non sempre consapevoli della tua presenza.
Manda ora il tuo santo Spirito
perché ci metta in comunione con tutte le creature
e ci disponga all’ascolto della Parola che illumina.
Amen

Dal Vangelo secondo Matteo (28,8-15)

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la corruzione.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

salmo 15


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Piccoli Pensieri (3)

Rosaemma

Quel “tornare in Galilea”, luogo dove i discepoli erano stati chiamati e coinvolti nell’annuncio evangelico, è un invito rivolto anche a noi…Egli ci precede sempre in questa nostra Galilea, che è la nostra vita, la nostra quotidianità, per iniziare un cammino nuovo, per cambiare una storia, per fare rinascere una speranza.
È bello pensare che Gesù Risorto ci attende là dove noi andiamo….ci stupisce sapere che, nonostante i nostri fallimenti, la nostra vita può sempre essere una rinascita!

5 Aprile 2021
Alberto

La Pasqua ogni giorno ci stimola ad un cammino infinito, oltre le inevitabili difficoltà, perché nulla è impossibile a Dio.

5 Aprile 2021

È confortante poter leggere qui che, oltre la corruzione, oltre le male parole e peggiori intenzioni, resta la testimonianza di una via d’amore che continua il suo cammino nonostante tutto. C’è ancora, si propaga ancora, come quel soffio gentile che è la voce di Dio. Ma bisogna far silenzio per coglierlo, zittire il trambusto delle preoccupazioni, delle incombenze, delle troppe voci dai consigli contrastanti, per lasciare che a parlare sia solo Lui: amore autentico.

5 Aprile 2021

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