Un’ora: sessanta minuti?
(At 19,1-8 / Sal 67 / Gv 16,29-33)
Quanto dura un’ora? Sessanta minuti, rispondiamo. Per come il mondo ha imparato a scandire il tempo la risposta è corretta. Ma per chi non è di questo mondo, viene un’ora particolare che non dura sessanta minuti… un tempo che non riusciamo a definire nella sua durata ma che pure passa. È la Pasqua del Signore.
Venne la sua ora, il suo tempo: il tempo di dare la vita per i suoi amici. Il mondo fece la somma di tutti i segni che aveva compiuto. Uno strano calcolo: Colui che era la pienezza e che venne per aggiungere grazia su grazia (Gv 1,16), fu considerato come una minaccia di sottrazione a chi sapeva di contare: gli uomini di potere, gli anziani e i capi del popolo. Il risultato fu quell’ora, il momento della sua passione, l’ora del principe di questo mondo. Il tempo in cui le tenebre sembravano vincere sulla Luce.
Li stava preparando a quell’ora. Li preparava da tempo. Faceva il bilancio delle sue giornate, esaminava il frutto delle sue mani, considerava attentamente le opere da compiere, ascoltava le parole del Padre per poi ridirle ai suoi discepoli… è così che stava donando vita al mondo.
I discepoli quando lo sentivano parlare della Sua ora, probabilmente pensavano davvero ai sessanta minuti. Anche se all’epoca il tempo era misurato diversamente, di fatto non capivano cioè di cosa stesse parlando. Non capivano che parlava del tempo in cui sarebbe stato innalzato da terra. Il tempo stesso sarebbe rimasto in sospeso. Senza la compagnia di quel Maestro come sarebbero girate le giornate dei discepoli? Li preparava al tempo della sua assenza, rassicurandoli che non sarebbero rimasti soli a lungo. Un poco e non lo vedranno più e poi un altro poco e lo avrebbero rivisto. Non capivano.
I tempi che non rientrano nei nostri calcoli, i tempi che non riusciamo a gestire a modo nostro sono tempi che fanno perdere all’uomo la cognizione del tempo: sembrano infiniti eppure sono niente se li rapportiamo ad altro. Tempi in cui ci si può presto scoraggiare, arrendere.
Abbiamo questo bisogno di controllare e dividere un’ora in sessanta minuti ne è il segno più evidente. Perché poi sappiamo che ogni minuti sarà a sua volta suddiviso in sessanta secondi. La vita non è solo da controllare, da calcolare o da suddividere in attimi o in programmi. La vita scorre, accade e non sappiamo sempre come, dove e perché accada in quel modo. A volte ci pare facile da comprendere, altre volte più complessa. Come mai il segno dell’amore di Dio è così spesso sottratto dalla nostre giornate? Eppure ogni volta che tracciamo su di noi un segno di croce, tracciamo il segno che umanamente indica somma, aggiunta, guadagno. È tempo prezioso quello che spendiamo ad ascoltare la sua Parola. Non è tempo perduto: guadagniamo pace e coraggio.
Improvvisamente sembravano aver compreso. Compresero che quel Maestro sapeva tutto. Sì, certo! Pagine e pagine di commenti dei padri ci spedano che Gesù è la Sapienza di Dio. I discepoli non sapevano tuttavia che tutti quei loro dubbi, quella fatica di comprendere e credere sarebbero stati invece l’inizio della loro sapienza… perché nel dubbio ci si interroga, nell’incertezza ci si domanda cos’è l’essenziale, ciò che più conta. Credevano di credere, sapevano di non sapere.
Spiegò loro che credere è rimanere con Lui, nel suo amore. E così dovette pure parlare a quei discepoli della loro ora, l’ora in cui sarebbero fuggiti. Ciascuno per conto proprio. Lui, ai nostri occhi parve un abbandonato da tutti. Ma in quell’ora il Padre era con Lui. Quella presenza, quell’unione di Padre e Figlio diedero vita all’opera più grande che solo in un comune intento si può compiere: consegnare al mondo lo Spirito, di cui il mondo stesso ha sempre bisogno.
Non tornerai Tu forse a darci vita,
perché in te gioisca il tuo popolo?
Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.
Misericordia e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.
(salmo 84,7-14)
Spiritus Jesu Christi, Spiritus caritatis
confirmet cor tuum, confirme cor tuum
Lo Spirito di Gesù Cristo, Spirito di carità
confermi il tuo cuore, confermi il tuo cuore
Dal Vangelo secondo Giovanni (16,29-33)
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
Discende dal cielo:
ha appuntamento con l’umanità,
con Maria,
i pastori e i magi,
con i dodici,
i poveri, i peccatori,
con ciascuno di noi.
Cammina sulle strade di Palestina,
sull’acqua del lago,
attraverso i campi di grano
nella valle del Cedron:
con il figliol prodigo
e la pecora smarrita,
con noi, con me.
Sale a Gerusalemme.
La città che uccide i profeti:
ha appuntamento con Giuda,
con Erode e Ponzio Pilato,
appuntamento con la morte;
la sua, la mia.
Discende agli inferi:
ha appuntamento da sempre con Adamo,
e con me, per prendermi per mano.
Sale al cielo:
ha appuntamento con il Padre nello Spirito,
con gli angeli e gli arcangeli,
con Abramo e Davide,
con Mosè, Elia e Giovanni Battista.
Con mio padre e mia madre.
Mi prepara un posto.
(Didier Rimaud, Cammino pasquale)