Divincolarsi
(Sir 35,1-15 / Sal 49 / Mc 10,28-31)
È scritto fin dal principio – nella Bibbia come nelle storie di tanti popoli e di tante religioni – bisogna lasciare il padre e la madre per dare vita ad una nuova storia. Ci sono separazioni e tagli che sono necessari per vivere.
Mentre Gesù andava per la strada, un giorno un tale corse incontro a Gesù per chiedergli cosa avrebbe dovuto fare per avere in eredità la vita eterna. Gesù si mise ad elencare i comandamenti e prontamente quell’uomo dichiarò di averli già osservati fin dalla giovinezza. Ma, appunto, non gli pareva di essere ancora vivo, vivo nella vita eterna. Gesù non esitò a dirgli ciò che ancora gli mancava: gli mancava di rinunciare ai suoi beni, gli mancava di condividere coi poveri, gli mancava di seguirLo.
Gesù chiese a quell’uomo ricco di togliere di mezzo ciò che lo rassicurava, ciò su cui faceva troppo poggiare la propria esistenza. Sapeva bene Gesù che la grande tentazione è nel fascino del possesso dei beni, nell’avere. Non nella rigida osservanza della Legge, ma con la forza dello Spirito, con la lama affilata della Parola dobbiamo dare un taglio a questo delirio di possedere. È questo il cammino che dobbiamo compiere. È la Pasqua che ce lo ha chiesto, nel cammino che ci ha portati ad essa: passare dalla schiavitù alla libertà; dalle tenebre alla luce; dalla ricchezza accumulata, che ci rende perfino incapaci di sperare la salvezza per tutti e con tutti, alla condivisione generosa.
Prigioniero dei propri averi, non si accorse neppure di aver già ricevuto in dono la libertà di girare le spalle a Gesù per guardare ancora una volta a quei beni, che tuttavia non finivano di piacergli. Il volto si fece scuro e se andò rattristato. I volti sono scuri e se ne andò ancora più triste, incapace di entrare nella vita eterna perché incapace di donare e condividere.
I discepoli rimangono sbigottiti, quasi sentissero quella medesima difficoltà pur avendo già deciso di seguire il Maestro. Pietro si fa portavoce di una timida richiesta di conferma o interprete di quella presunzione di sentirsi migliori di quell’uomo che se n’era appena andato: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Sempre preoccupati di ciò che abbiamo perso, sempre a leccarci le ferite di quei tagli vivi che la Parola di Dio è riuscita – nonostante noi – ad operare in noi. Lo sguardo è troppo spesso rivolto a ciò che non si ha più, à ciò che s’è perso, o lasciato. Gesù chiese a quell’uomo ricco di togliere di mezzo ciò che lo rassicurava, ciò su cui faceva troppo poggiare la propria esistenza. Sapeva bene Gesù che la grande tentazione è nel fascino del possesso dei beni, nell’avere. … e inconsciamente ci si aggrappa. Piuttosto che nulla, ci si aggrappa pure alle tradizioni stanche, vecchie, logore ed incartapecorite. Oppure continuiamo a rivestirci di ogni bene, griffando la vita di mode del momento. Le nostre condivisioni con i poveri altro non sono che esercizi di spoliazione… per essere più obbedienti al Vangelo che alla Legge.
La promessa è chiara: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi». A pensarci bene la nostra vita racconta di quanto abbiamo già ricevuto da una divina generosità che chiamavamo «provvidenza». Perché il Signore aveva già visto ciò di cui avevamo bisogno.
La vita è certamente un bagaglio di doni che riceviamo «insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà». «Il mondo corteggia e premia quanti non lo disturbano, ma scatena tutta la sua ferocia verso quanti con la loro esistenza sono una palese denuncia all’ingiustizia del sistema. Soprattutto il potere, specialmente quello religioso, non tollera l’esistenza di persone libere, che sfuggono al dominio e non possono essere controllate. L’adesione a Gesù e al progetto del Padre sull’umanità rende le persone pienamente libere. Per questo Gesù ha svincolato i suoi seguaci dalle norme tipiche della religione, quali osservanze alimentari, con proibizioni e divieti. Il Cristo non lega i suoi seguaci a leggi divine, ma comunica loro lo Spirito, lo stesso amore del Padre, un Dio che non assorbe le energie degli uomini, ma trasmette loro le proprie. Questa libertà è intollerabile per la religione, che per esistere deve dominare le persone, renderle sottomesse e infantili, sempre bisognose di un’autorità superiore che dica loro casa fare e come farlo» (A. Maggi).
Concedi, o Signore,
che il corso degli eventi nel mondo
si svolga secondo la tua volontà di pace
e la Chiesa si dedichi
con gioiosa fiducia al tuo servizio.
Amen.
(dalla liturgia odierna)
Dal Vangelo secondo Marco (10,28-31)
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
Gesù, portatore della salvezza umana,
desiderio impetuoso del cuore,
fondatore del mondo salvato,
luce senza ombre per quelli che amano.
Irrompi nel mondo delle tenebre.
La tua misericordia ti spinge
a curare le nostre disgrazie:
dona pienezza di luce
a chi desidera vedere il tuo volto.
Sei Tu la guida, la via del cielo,
la meta per i nostri cuori,
la gioia delle nostre lacrime,
premio dolce per la nostra vita.
(dalla liturgia romana)
Permettici, o Signore, di essere moltiplicatori del Tuo Amore, costruttori di pace, testimoni della Tua gioia e fa che possiamo portare nel mondo e a chi incontriamo il Tuo sorriso, le Tue carezze, una Tua parola. Tu ci trasformi in Cristo vivente, non tanto perché si possa diventare Lui, che è unico, ma perché in qualcosa che facciamo o diciamo il pensiero possa andare esattamente a Lui, riaccendendo il desiderio di incontrarLo o riscoprirLo nella propria vita. Se questo avverrà, donando un po’ di noi avremo già ricevuto il cento e la vita eterna, anche se non senza persecuzioni. Tu sei e sarai con noi in tutto e per tutto, perché il Tuo tutto ce lo hai già dato. Grazie