Contro l’aridità

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Data :5 Agosto 2021

Al cuore delle letture di oggi c’è materiale roccioso. Del popolo di Israele si continua a raccontare il cammino nel deserto. Continuiamo pure ad ascoltarne le lamentele: mancava l’acqua. Nulla di più evidente nel deserto. E ancora liti e discussioni contro Mosè e Aronne con il medesimo ricatto: Perché avete condotto l’assemblea del Signore in questo deserto per far morire noi e il nostro bestiame? E Mosé con Aronne davanti al Signore ad intercedere, ad implorare un’ispirazione, per cercare di comprendere cosa fare. Il Signore chiese a Mosé di prendere il suo bastone (con il quale già aveva aperto le acque del Mar Rosso) e di percuotere una roccia. E sebbene Mosé obbedì al comando del Signore nel fondo del suo cuore sembrava rimanere un certo scetticismo: «Ascoltate, o ribelli: vi faremo noi forse uscire acqua da questa roccia?». 

L’esteriore aridità del deserto diventa simbolo di un’aridità interiore, di un cuore indurito, incapace di ascoltare la parola di un Dio, pressoché sconosciuto, che sta vivendo insieme al suo popolo mentre sono in molti quelli che continuano a pensarlo distante e  insensibile. Queste sono le acque di Merìba, dove gli Israeliti litigarono con il Signore e dove Egli si dimostrò santo in mezzo a loro.

Anche nel brano di Vangelo di oggi c’è della roccia. Non siamo più nel deserto. Siamo sui bordi del lago di Tiberiade. Una pietra nera da sembrare materiale lavico ma, certo, più granitica che porosa. Ora non è più il popolo ad interrogare le sue guide. È Gesù stesso ad interrogare i suoi discepoli. Domande che non hanno nulla di ricattatorio. Domande che servono a svelare cammino e identità. Sarà l’uomo di poca fede a rispondere al meglio, perché è proprio ai piccoli che il Padre svela i suoi segreti. La carne e il sangue gli fecero sentire quell’umana paura mentre tentava una camminata sulle acque mosso dell’invito del suo Maestro. Ora c’è una solida rivelazione al cuore di Simone: Gesù è il Figlio di Dio ma questo Dio è vivente. Ci sono domande necessarie contro l’aridità del cuore. E ci sono risposte che aprono il cuore.

Per Pietro ci sarà tuttavia uno scoglio insormontabile ed è in quella pietra che un giorno sarà davanti alla tomba di Gesù, ora che annuncia la sua morte. Allora nel cuore discepoli si farà largo la domanda dell’impossibile: «Chi ci rotolerà via la pietra?». Improvvisamente, parlando di pietre e rocce, mi ricordo di alcuni versetti del Cantico dei Cantici (2,14): «O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è incantevole».

Ci sono rocce sui sentieri delle nostre vacanze che sembrano essersi ritirate al passaggio di persone, rocce lavorate per permettere di raggiungere un altro luogo. Sembrano metafore della nostra vita, dei nostri cuori.

Signore,
siamo deboli, timorosi, piccoli.
Ma forse tu vuoi servirti ugualmente di noi.
Conosci quello che siamo,
sai che abbiamo, tutti,
sete di Te, della vita,
della salvezza che ci offri.
Concedici di essere forti in te.
Amen.

Dal Vangelo secondo Matteo (16,13-23)

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».

Inghinocchiamoci e adoriamo il Signore,
la fonte e il custode della vita,
il pastore e la guida della Chiesa,
la luce e la forza delle comunità.
Prendiamo in mano il Vangelo
ed ascoltiamo con cuore disponibile,
non siamo troppo sicuri di conoscerlo
come tanti contemporanei di Cristo.
Non solo i compaesani ed i capi,
anche le persone toccate da un segno
o sfamate dalla parola e dal pane
non hanno ascoltato il suo annuncio.
Sono passati ormai due millenni
ma ancora troppi credenti
hanno menti e cuori induriti
come i tanti farisei della storia.
Convertiamoci e crediamo al Vangelo
con interiore disponibilità dello spirito
perché Cristo non debba ripeterci
la minaccia che è insieme un castigo:
«Se non accogli la mia parola,
se non ti lasci amare da me
non potrai sedere alla mensa
nel banchetto del Regno dei cieli».

(dal salmo 94, trascrizione di Sergio Carrarini)


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Piccoli Pensieri (3)

Emanuela

Petra è una città scavata nella roccia. Al suo esterno l’acqua era portata dal Wadi Musa, il torrente di Mosè. Come molti altri in Giordania, si chiama così perché la tradizione racconta che sia uno dei luoghi dovo Mosè ha percosso la roccia per trovare l’acqua per il popolo in cammino nel deserto.
Perché nel deserto l’acqua c’è, bisogna saperla trovare.
Così spero e prego anche per i nostri cuori, perché anche nei più aridi si trovino un po’ di fede e misericordia, e il modo per farli uscire.

5 Agosto 2021
Mary

Questo brano di vangelo mi richiama l’esperienza appena conclusa del Cate-nic. Un nuovo modo di far comprendere la figura di Gesù ai ragazzi con il gioco, abbinato alla lettura di un brano di vangelo, la riflessione, il Pic-Nic e la preghiera finale con le famiglie. Il gioco era indovina chi? La domanda che abbiamo lasciato ai ragazzi era… Se oggi Gesù facesse la stessa domanda a me… “Chi Sono io per te?” I ragazzi sono stati molto sinceri e profondi. GESÙ è l’amico, è tutto, è l’amore… e dove c’è l’amore non ci può essere nessuna forma di egoismo.

5 Agosto 2021
Arianna

I riferimenti alle rocce della riflessione di oggi mi riporta alla mente quando, per convincere la nonna a fare gli esercizi consigliati dal fisioterapista, le dicevo “Dài nonna, muoviamoci un po’…Che se non ti muovi più poi mi diventi un sasso!”. Le paventavo la fissità della roccia per convincerla a reagire e, in fin dei conti, forse non è molto diverso da quello che vorrebbe dirci il Signore. Lo fa facendo scaturire acqua dalla roccia e lo fa anche quando, attraverso suo figlio, consacra Pietro quale pietra fondativa. Ma per poter portare frutto è richiesto uno sforzo in più: essere saldo come la roccia -questo sí- ma comunque pronti ad assecondare la straordinarietà del disegno divino. Un disegno capace, nell’eventualità, anche di sgretolare basi precedentemente fissate per migliorarsi, crescere e non restare -per l’appunto- “immobili come sassi”.

5 Agosto 2021

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