Un’altra patrona d’Europa
Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa
(Os 2,16.17.21-22 / Sal 44 / Mt 25,1-13)
22 aprile 1933: una donna prende carta e penna e non esita ad indirizzare una lettera a Papa Pio XI esprimendosi con queste parole:
«Santo Padre,
come figlia del popolo ebraico e, per la grazia di Dio, da undici anni figlia della chiesa cattolica, oso esprimere davanti al padre della cristianità ciò che affligge il popolo tedesco. Negli ultimi anni i capi del socialismo nazionale hanno predicato l’odio verso gli ebrei. Da quando hanno preso il potere e hanno messo i loro sostenitori (tra i quali si trovano già dei noti criminali) questo seme di odio è lievitato.
Noi tutti, figli fedeli della Chiesa, osservando gli avvenimenti che stanno accadendo in Germania senza chiudere gli occhi, temiamo il peggio per l’immagine della Chiesa semmai il suo silenzio durasse ancora».
Chi è questa donna che si esprime in questo modo mentre la Chiesa per ottenere la firma di un concordato con il Reich accetterà la dissoluzione del partito cattolico in Germania? Quando nel 1933 questa donna, di origini ebraiche e laureata in filosofia, si apprestava ad entrare nel monastero carmelitano di Colonia, visto quanto andava diffondendosi contro gli ebrei, non rinnegando le sue radici si decide a scrivere «Vita di una famiglia ebrea».
12 ottobre 1891 nasce a Breslau Edith Stein, nel giorno di Yom-Kippur, grande festa ebraica. Undicesima e ultima figlia di Sigfrido e Augusta. Avrà solo due anni quando suo padre morirà a causa di un’insolazione.
«Fino a che una forza interiore non mi spinse, ero incapace di agire. Poi le mie decisioni sorgevano da una profondità tale che io stessa non conoscevo. Quando raggiunsero la piena luce della mia coscienza, niente più m’avrebbe fermato».
Con questo desiderio di coerenza e di ricerca della verità, Edith decise a quindici anni di interrompere il suo cammino di preghiera con sua madre che continuava a frequentare la sinagoga. Si iscrisse all’università di Breslau: facoltà di filosofia. Una sola ambizione: far appoggiare le sue conoscenze su basi sicure e solide per dare una vera stabilità alla sua vita interiore. Scopre durante gli studi un nuovo approccio filosofico che si chiama fenomenologia. Conosce così Edmond Husserl, fondato di questa nuova corrente filosofica.
«Fu il mio primo contatto con questo mondo che fino ad allora m’era completamente sconosciuto. Non mi conduceva ancora alla fede ma mi apriva un campo di fenomeni davanti ai quali non potevo più fingermi cieca. Barriere e pregiudizi nei quali era cresciuta caddero e il mondo della fede, ben presto, si innalzerà davanti a me. Esseri con i quali quotidianamente ero in relazione e che guardavo con ammirazione vivevano in questo mondo di pregiudizi e, per questo motivo, meritavano da parte mia una seria riflessione».
Giorni e giorni a scrivere sulla carta i suoi pensieri fino a quando, nell’estate 1914 – dichiarata la guerra mondiale – Edith si impegnerà come infermiera in un ospedale. Sarà qui che vedrà per la prima volta morire qualcuno. Nel 1916 si laurea in filosofia diventando assistente di Husserl che tuttavia, in quanto donna, le negherà la possibilità di proseguire la sua carriera costringendola a dare le sue dimissioni. Non smetterà tuttavia di cercare le ragioni per cui l’uomo agisce: filosofia della persona. Con la morte di Adolf Reinard, il filosofo che con la moglie avevano ospitato la giovane studentessa, convertitosi nel frattempo al cristianesimo, Edith si trovo così davanti agli occhi l’immagine del crocefisso. Se da convertita e da monaca carmelitana riceverà il nome di Teresa Benedetta della Croce non sarà dunque un caso.
Riceve l’incarico di scrivere un testo in occasione del quattrocentesimo anniversario della morte di san Giovanni della Croce. Scriverà un’opera intitolata «La scienza della croce»: si interrogherà lei stessa, abbandonata a motivo della sua conversione anche dai suoi famigliari e da sua madre, sul significato della persecuzione e della sofferenza. Dove trovare un sostegno quando tutto sembra abbandonarvi? All’alba del 7 agosto 1942 parte un carico di 987 ebrei in direzione Auschwitz. Solo due giorni dopo – il 9 agosto – Suor Teresa Benedetta della Croce, assieme a sua sorella Rosa ed a molti altri del suo popolo, morì nelle camere a gas di Auschwitz.
«Che gli esseri umani potessero arrivare ad essere così, non l’ho mai saputo e che le mie sorelle e i miei fratelli dovessero soffrire così, anche questo non l’ho veramente saputo… in ogni ora prego per loro. Che oda Dio la mia preghiera? Con certezza però ode i loro lamenti».
Signore,
ti lodiamo per tutto quello che ci doni,
e per tutto quello che ci chiedi.
Perché così ci fai vedere
che siamo figli tuoi,
ci insegni che siamo tutti fratelli e sorelle
gli uni degli altri.
Ci dici che siamo nati dal tuo amore,
e per il tuo amore.
Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Signore, dammi tutto ciò che mi conduce a Te.
Signore, prendi tutto ciò che mi distoglie da Te.
Signore, strappa anche me da me, e dammi tutto a Te.
(dal testamento di Santa Teresa Benedetta della Croce)
Edith-Teresa Benedetta, una figura ancora poco nota nella chiesa, o almeno poco divulgata.
Grazie per questo breve riepilogo della sua vita e delle sue illuminanti parole. Ne dovremmo conoscere e divulgare sempre di più.
La immagino ora tra le 5 vergini sagge a godere della luce, alla festa dello sposo.
E prego perchè questa sua luce riverberi fino a noi, e su questa Europa che in alcuni momenti ha rigurgiti di quel pericoloso nazionalismo e razzismo.
Di fronte a dei giganti nella fede
Signore ci sentiamo moscerini ma il tuo amore ci raggiunge e ci basta