Ascoltate almeno il cuore ferito…

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Data :13 Agosto 2021
(Gs 24,1-13 / Sal 135 / Mt 19,3-12)

Se proprio dovevano entrare in contatto con Gesù, lo facevano con un unico intento: metterlo alla prova e, trovato l’eventuale disaccordo con la Legge, avere uno o più motivi validi per eliminarlo. Essere in disaccordo con la Legge significava, in parole semplici, non credere. Quando a quei tempi si parlava di Legge non si pensava anzitutto alla giurisprudenza, ai tribunali ma piuttosto al rapporto con Dio e, ovviamente, con il prossimo. L’idea non è affatto sbagliata: credere ha sempre dei risvolti per la vita quotidiana, per le nostre relazioni.

La Legge di Mosè scritta su tavole di pietra, solo al vederla, sembrava parlare di immutabilità, di solidità. E così doveva essere. Il fatto è che noi siamo volubili. A volte, sembra più evidente che ci siano altre leggi a governarci. Ci sono Leggi con la maiuscola e leggi con la minuscola. Leggi che provengono dal cielo e leggi che sono scritte nella terra. E dunque come conciliare il cielo con la terra?

E non si tratterà semplicemente di appartenere a questa o quella corrente di pensiero. C’erano già al tempo di Gesù scuole di pensiero: chi interpretava alla lettera (in modo fondamentalista, diremmo noi oggi) e chi invece concedeva margini di movimento. C’era, per citare le più famose delle scuole attorno alle quali si polarizzerà l’interpretazione, la scuola che si rifaceva al rabbino Hillel (di indole più paziente e permissiva) e quella di Shammai (decisamente più rigorista). Ovviamente si supponeva che Gesù potesse simpatizzare per la scuola di Hillel data la sua misericordia e i gesti in favore dei peccatori. 

E gli sottoposero questioni relative al matrimonio. Certamente il luogo dove maggiormente l’uomo sperimenta la sua volubilità, dove le relazioni sono letteralmente messe alla prova. A stento l’uomo trova unità in sé stesso. Trovare equilibrio in una relazione a due è davvero una sfida.

Gesù, senza scendere in casistiche dettagliate, riporta i suoi interlocutori alle intenzioni più alte, quelle originarie. Certo non è la convenienza che può tenere insieme due persone. E pure i discepoli mostreranno quanto sono lontani dal pensare alla maniera di Dio. «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». E tutto perché Gesù, con poche parole, aveva appena messo l’uomo davanti alla sua responsabilità chiedendogli che la donna fosse rispettata e onorata al pari e non considerata come parte di quelle proprietà di cui si può liberamente disporre.

Li riportava così a quel principio che non è un giorno e un luogo dal quale col passare del tempo noi ci allontaniamo sempre più. Li riporterà alle intenzioni di Dio. Gerusalemme, dove avrebbe dato la vita per i suoi, stava davanti a Lui eppure quel suo domani riguardava ciò che è fin da principio.

Secondo Gesù c’è un motivo esatto per cui anche Mosé ha dovuto fare deroghe ed eccezioni alla Legge e questo è da ritrovare nella durezza del cuore, vero male che tocca radicalmente l’uomo. Durezza del cuore, ormai lo sappiamo, è quell’incapacità di ascoltare non tanto per difficoltà a comprendere ma per quella contrapposizione che rende ostili e che non lascia all’altro le ragioni di esprimersi, di farsi conoscere e chi dovrebbe ascoltare, ha già in testa le sue conclusioni. 

Alla base di una relazione di coppia o di un matrimonio credo ci stia una capacità di dialogo incredibile e quotidiana, quel sapersi mettere nei panni dell’altro, quell’ascoltarsi per conoscersi meglio. Senza questo ogni occasione è buona per rompere l’alleanza, infrangere sogni e visioni. È per la durezza del cuore, dice Gesù, che Mosè ha messo mano alla Legge creando postille ed eccezioni… Mosè sembra dire: se non sapete ascoltare ciò che c’è in principio, quando la donna era al fianco dell’uomo con la stessa dignità che Dio aveva dato ad entrambi per comprendersi meglio, ascoltate almeno il cuore ferito, per non ferirsi oltre, per arginare il male, per lasciare che l’Amore di Dio ci preceda come un torrente sotterraneo e ci raggiunga poi come una sorgente di acqua fresca. Come il Vangelo che torna a parlare anche a chi, dopo aver sognato una vita di coppia, deve a volte fare i conti con la propria solitudine, con il sentimento del tradimento o dell’abbandono. Il Vangelo, che altro non è che l’amore di Dio per l’umano, ci precede sempre: è prima di noi e, correndo davanti a noi come un agile atleta, si lascia trovare quando l’umana fragilità ha ferito l’amore. 

Tu che sei l’unico eterno
e che conosci l’inizio,
la fine e ciò che è nel mezzo:
mentre il nostro tempo vola,
mantieni il tuo sguardo misericordioso su di noi
e conducici per mano,
affinché camminiamo al sicuro.
Amen.

Dal Vangelo secondo Matteo (19,3-12)

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

La tua prima parola fu Luce
e nacque il tempo. Poi tacesti a lungo.
La seconda, detta con ansia, fu uomo
(ancora ci è oscuro quel suono)
e nuovamente medita il tuo volto.

Rainer Maria Rilke

La creazione di Eva, particolare della facciata del duomo di Orvieto

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Piccoli Pensieri (2)

Stefania

Mentre scrivo sono seduta sul terrazzo godendo di una serata molto limpida, con la leggera e gradevole brezza che ci dona beneficio dopo una lunga e calda giornata.

Il Vangelo di oggi ci fa pensare;
“Chi può capire, capisca”.
Mi chiedo quanto io sia in grado di capire,
ci penso e poi mi rendo conto che è proprio vivendo la storia della mia vita, le esperienze e le vicissitudini del movimento familiare, delle dinamiche di coppia, nel rapporto con i figli che può emergere la mia capacità di “capire” cosicché io possa davvero capire.

Il confronto con gli altri può essere difficile, ostacolato, non lineare,
non siamo d’accordo,
la pensiamo diversamente,
ma alla fine ciò che conta è il valore che ho maturato nel cuore.
Sempre!

Lo senti come valore nel momento in cui ti presenta strade in salita, il cui percorso richiede fatica e impegno, ma allo stesso tempo hai una meta da raggiungere, un obiettivo di soddisfazione e contentezza. Può essere tortuoso il cammino, ma il senso che nutre il tuo animo ti da’ la forza e le energie per andare avanti con determinazione.

Questo io lo sto scoprendo vivendo, tenendo lo sguardo rivolto al Cielo, incorporando la bellezza del Vangelo dentro di me, ogni giorno, per elaborarla e metabolizzarla.

Quando ti è chiaro il punto di riferimento che da’ senso al tuo vivere…
allora io penso che puoi capire …
e capirai.

La grazia è, averlo già capito.

Grazie!

13 Agosto 2021
Arianna

È senz’altro sempre utile allenare la sensibilità a “mettersi nei panni altrui”, ma non solo per mettersi nei panni di chi è più triste, più fragile, che che più ci muove a pietà. È anche più utile allenarsi a mettersi nei panni di chi ci affronta con più aggressività, con rabbia, chi ci fa male e non capiamo perché. Già pensare che ci possono essere motivi altri da noi aiuta a cambiare la prospettiva, che magari la questione non è -non necessariamente, non sempre- così incentrata su ciò che rappresentiamo. Allenarsi ad ampliare il proprio orizzonte, sia fisico che emotivo, già aiuta, nel nostro piccolo, a toccare un pezzetto del regno di Dio.

13 Agosto 2021

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