Alzarsi (smuoversi per credere)

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Data :11 Ottobre 2021

L’immagine che apre questa riflessione è un’immagine di repertorio: una delle prime edizioni della «Marcia della Pace Perugia-Assisi», che proprio ieri ha compiuto sessant’anni, sessanta edizioni. C’è un verbo, un’azione che accomuna coloro che hanno compiuto nel corso di molti anni questa stessa marcia a personaggi – a noi sconosciuti – che sono entrati a pieno titolo nel brano di Vangelo che oggi ascolteremo. Si parla della regina del Sud e degli abitanti di Ninive. Gesù dice di queste persone che nel giorno del giudizio si alzeranno e condanneranno la generazione presente, una generazione che non è disposta a credere, a convertirsi, a cambiare vita se non dopo aver visto un segno. 

E non si parla dunque soltanto della generazione contemporanea a Gesù ma della nostra stessa generazione che ascolta il Vangelo ma stenta a credere perché anche noi vorremmo sempre prove che ci convincano che ne vale la pena, che la strada è giusta. Siamo sempre inconsciamente portati a cercare garanzie e sicurezze. Vivendo così, sempre in attesa di un segno, si finisce per non smuoversi mai né si fa un passo che lasci intravedere un movimento di conversione, passi che raccontino il nostro desiderio di un incontro. 

La regina del sud, a suo tempo, si alzò per andare ad ascoltare la sapienza di un altro re più grande di lei, così come gli abitanti di Ninive si alzarono e, vestendosi di sacco, fecero anche esteriormente un segno che indicasse la loro volontà di cambiamento, dopo aver ascoltato le parole del profeta Giona. Gesù non farà segni per chi li attende né per chi non ha intenzione di smuoversi dalle proprie posizioni. Certo alzarsi e fare un cammino è impegnativo tanto per una regina quanto per un profeta. La storia di Giona è una storia “a doppio taglio” perché la parola di Dio in quella vicenda produsse doppio effetto sia sul profeta quanto per il popolo al quale Dio voleva parlare. E tutti furono salvati… dall’incredulità.

Nel giorno del giudizio, dice Gesù, si alzeranno per giudicare. Nel giorno del giudizio coloro che già si diedero una mossa per credere al Vangelo si alzeranno ancora per andare incontro a Colui che sempre ci viene incontro. Come interpretare questa facoltà di giudicare quando, in altre occasioni, il Vangelo stesso ci ha invitato a non giudicare per non essere giudicati? Ci sono azioni che nella fede si possono compiere che, pur non avendo il senso di una sentenza di condanna, sono implicitamente un giudizio che contrasta ad altri atteggiamenti. Alzarsi è dunque il segno del giudizio. Un giudizio fatto nell’azione. È Gesù stesso che giudica malvagia la sua generazione. È lui che pronuncia queste parole e chi già una volta s’è alzato per mettersi in cammino, ancora lo farà e questo sarà il segno che conferma la Parola.

Oggi ricordiamo san Giovanni XXIII, Angelo Giuseppe Roncalli. Il Papa buono come lo si chiama ancora dalle sue parti. Lo ricordiamo non perché oggi sia il giorno della sua nascita né tantomeno l’anniversario della sua morte. Lo ricordiamo nel giorno in cui ebbe inizio il Concilio Vaticano II. Sentì, profeticamente, che non poteva far altro che invitare la Chiesa tutta ad alzarsi, a rimettersi in questione interrogandosi sul suo modo di essere nel mondo. Ci basterà citare alcuni brevissimi passaggi dal suo discorso di apertura del Concilio Vaticano II:

«Illuminata dalla luce di questo Concilio, la Chiesa si accrescerà, come speriamo, di ricchezze spirituali e, attingendovi il vigore di nuove energie, guarderà con sicurezza ai tempi futuri. Infatti, introducendo opportuni emendamenti ed avviando saggiamente un impegno di reciproco aiuto, la Chiesa otterrà che gli uomini, le famiglie, le nazioni rivolgano davvero le menti alle realtà soprannaturali […]
Ci vengano riferite le voci di alcuni che, sebbene accesi di zelo per la religione, valutano però i fatti senza sufficiente obiettività né prudente giudizio. Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia, che è maestra di vita, e come se ai tempi dei precedenti Concili tutto procedesse felicemente… A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo […]
All’umanità travagliata da tante difficoltà essa dice, come già Pietro a quel povero che gli aveva chiesto l’elemosina: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!”»

Vieni, o Spirito Santo
e donami un cuore puro,
pronto ad amare Cristo Signore
con la pienezza, la profondità e la gioia
che tu solo sai infondere.
Amen.

Dal Vangelo secondo Luca (11,29-32)

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Solo per oggi
cercherò di vivere alla giornata
senza voler risolvere i problemi della mia vita
tutti in una volta.
Solo per oggi
avrò la massima cura del mio aspetto:
vestirò con sobrietà, non alzerò la voce,
sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno,
non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno
tranne me stesso.
Solo per oggi
sarò felice
nella certezza che sono stato creato
per essere felice non solo nell’altro mondo,
ma anche in questo.
Solo per oggi
mi adatterò alle circostanze,
senza pretendere che le circostanze
si adattino ai miei desideri.
Solo per oggi
dedicherò dieci minuti del mio tempo
a sedere in silenzio ascoltando Dio,
ricordando che come il cibo
è necessario alla vita del corpo,
così il silenzio e l’ascolto
sono necessari alla vita dell’anima.
Solo per oggi
compirò una buona azione
e non lo dirò a nessuno.
Solo per oggi
mi farò un programma:
forse non lo seguirò perfettamente,
ma lo farò.
E mi guarderò dai due malanni:
la fretta e l’indecisione.
Solo per oggi
saprò dal profondo del cuore,
nonostante le apparenze,
che l’esistenza si prende cura di me
come nessun altro al mondo.
Solo per oggi
non avrò timori.
In modo particolare non avrò paura
di godere di ciò che è bello
e di credere nell’Amore.
Posso ben fare per dodici ore
ciò che mi sgomenterebbe
se pensassi di doverlo fare tutta la vita.

(san Giovanni XXIII)


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Piccoli Pensieri (2)

Suor Regina

Sono contenta di essere nata nella terra di papa Giovanni XXlll ,una terra semplice ma ricca di valori…. Chiedo sempre al Signore di donarci lo Spirito Santo perché possiamo scrutare i segni dei tempi con coraggio come ha fatto papa Giovanni per immettere il Vangelo nel cuore di ogni uomo di buona volontà.

11 Ottobre 2021
Stefania

Doveva essere molto sentito dalla gente l’evento conciliare, se anche nel mio album della nascita viene scritto fra ciò che accadeva nel mondo.
Al papa buono e a Paolo IV che l’ha portato a termine e a quei preti che hanno sperato in nuove pastorali, grazie.

11 Ottobre 2021

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