Farla da padroni (quando il gatto non c’è…)

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Data :20 Ottobre 2021
(Rm 6,12-18 / Sal 123 / Lc 12,39-48)

Perfino un’espressione proverbiale potrebbe aiutarci a comprendere il Vangelo di oggi. Senza banalizzare ovviamente. C’è in gioco la pelle (dei topi… e pure del gatto, se volete!). Sarebbe dunque interessante capire non soltanto il senso delle parabole lucane legate al tema della vigilanza, ma comprendere come ci sentiamo noi stessi dopo averle ascoltate. Ci sono immagini e parole del Vangelo che possono creare in noi stati d’animo particolari. Forse anche Pietro avrà provato un senso di inquietudine e di paura quando sentiva parlare di ladro e di case scassinate. Sarà proprio Pietro a chiedere a Gesù se quelle parole doveva sentirsele rivolte a se riguardassero altri.

E dunque ci chiederemo cos’è che ci preoccupa veramente: l’arrivo del ladro o l’assenza del padrone? Evidentemente Gesù voleva mettere l’accento sull’assenza del padrone. Voleva proprio che capissimo quanta fiducia ha il padrone nell’affidare i suoi beni ai suoi amministratori. Non è affatto cosa scontata! Ci sono padroni che stanno sempre col fiato sul collo, ci sono padroni che non si fidano dei loro dipendenti. E c’è davvero da chiedersi in quale clima possa lavorare un amministratore se il padrone ti sta sempre alle calcagna per controllare o mettere sempre il dito su qualcosa che non va. 

È l’assenza del padrone al cuore della parabole di oggi. E dovremmo dunque rallegrarci della fiducia stessa che il padrone ripone nei suoi amministratori, ancor più se, prendendo parte alla parabola ed entrandovi al suo interno, riconoscessimo nel padrone il Signore stesso e noi stessi negli amministratori, che vengono definiti fidati e prudenti, ancor prima che il padrone si assenti. 

E dopo che il padrone è partito, senza specificare il tempo della sua assenza, che si fa? Tutto dipende dagli stessi amministratori. Non dimentichiamoci che  Colui che nella parabola si chiama padrone è esattamente Colui al quale sta a cuore anzitutto la nostra libertà. Il gruppo di schiavi diventato popolo è proprietà del Signore ed Egli, della sua proprietà ne sarà gelosissimo ma mai al punto da impedirne la libertà. Anzi, continuando sempre a vigilare Egli stesso perché restassero liberi. E così farà Gesù stesso liberandoci dal peccato e dalla morte, vigilando a che non ricadiamo nella paura e nella schiavitù legate a morte e peccato. 

Liberamente possiamo dunque decidere come attendere il ritorno del padrone, sentendoci responsabili di qualcosa di grande valore che ci è stato affidato o, al contrario, cominciando a farla da padroni proprio per l’assenza stessa del vero padrone. È tutto qui… e non è poco. È il molto che ci è affidato. E molta è pure la fiducia del padrone. Ci sarà chiesto dell’uso che abbiamo fatto di tutto quel «ben di Dio» che c’è stato affidato e ancora ci sarà chiesto di come abbiamo usato la nostra libertà: se l’abbiamo messa a disposizione degli altri o se per goderne l’abbiamo confusa con il poter fare tutto ciò che ci passa per la testa.

Vieni, santo Spirito!
Donaci di orientare sempre a Te la nostra volontà
e di servirti con cuore sincero.
Amen.

Dal Vangelo secondo Luca (12,39-48)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

O Dio, nell’ora dell’alba e del crepuscolo
il Tuo amore si fonde con il mio respiro.
Quando nella tristezza o nella gioia,
mi ricordo di Te,
sei Tu che nel mio cuore
unisci i miei pensieri.
Quando io volevo dissetarmi
per placare la mia sete,
nel fondo del bicchiere
vedevo la Tua ombra.


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Piccoli Pensieri (3)

Arianna

Mi è capitato giusto ieri di leggere il riferimento ad un film (di cui ora non ricordo il titolo) in cui un autista, dopo aver accettato e brillantemente portato a termine un pericoloso incarico, sulla via del ritorno improvvisamente precipita in un dirupo. Ma perché un autista che è stato capace di portare un prezioso (e delicato) carico per 600km di sterrato terribile, riuscendo a consegnarlo intatto e senza danni di sorta può finire così male “solo” per distrazione…? Non è molto diverso da quanto succede spesso anche a noi rispetto alla fede, che quando siamo nella difficoltà e nella prova preghiamo con un fervore ed uno slancio incredibili… E poi, passato il pericolo, abbassiamo la guardia e “ci lasciamo andare”. Ed è qui il punto: abbassare la guardia e non preoccuparsi piú, può (non sempre per fortuna) anche portare a “finire giú da un burrone”. Nel dubbio meglio mantenersi almeno un po’ attenti sempre…

20 Ottobre 2021
Dania

Essere cristiani che ascoltano e cercano di vivere il Vangelo ci chiede di essere responsabili. Non è un peso che ci viene dato , ma la risposta ad una domanda e all’Amore non si può che rispondere con l’amore, per come riusciamo, con tutto ciò di cui disponiamo. Iniziare così ogni nostro giorno, semplicemente per amore, con amore e nell’Amore. Se l’altro nome di Dio Padre e Misericordia, quello di Gesù Cristo è Amore e poiché sono una cosa sola non possono che essere Amore Misericordioso… A noi è offerta la grazia di farne esperienza nella nostra vita, per accoglierla e a nostra volta condividerla e donarla ad altri, ad ogni altro. Perché la porta che dovrebbe restare sempre aperta è quella del nostro cuore, per fare entrare ed uscire solamente il bene, lasciando fuori dall’uscio il male. Viviamo in una vigilante, ma gioiosa e speranzosa attesa…
Mi ha fatto tornare alla mente una canzone sentita di recente “Shomer ma mi-llailah” di Guccini, con il desiderio di riascoltarla.

20 Ottobre 2021
Stefania

Generoso e raro è chi offre la propria fiducia. Non sciuparla evitando le tentazioni è esercizio continuo per chi l’ha ricevuta.

20 Ottobre 2021

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