E Tu rispondi, ritornando a noi
Troverete da oggi alcune piccole variazioni allo schema della preghiera. È solo per non fissarci nell’abitudine; per risvegliare un poco l’attenzione; per segnare di novità questo tempo forte dell’Avvento che è sempre un nuovo inizio. In particolare, l’ascolto del Vangelo è fatto precedere da un tempo più lungo di invocazione: cresca il desiderio di ascoltare, di comprendere, di vedere più chiaramente. Diminuiscano la fretta, l’ansia e lo stress. Buon inizio! Buon cammino! Buon Avvento!
(Ger 33,14-16 / Sal 24 / 1Ts 3,12-4,2 / Lc 21,25-28.34-36)
TUTTI TI CERCANO…
Non è vero che nessuno ti vuole,
e che Tutti ti rifiutano.
Lo dicono coloro che si sono estraniati da questo tempo,
non capiscono più le voci
e hanno smarrito il senso di Dio e dell’uomo.
È vero: molti Ti bestemmiano
ma perché non conoscono né Te
né Colui che ti ha mandato.
Il Tuo messaggio è troppo bello
perchè un uomo lo possa portare sempre degnamente.
Non v’è lingua che non Ti confessi,
ginocchio che non si pieghi,
cuore che non Ti sospiri!
E Tu rispondi, ritornando a noi
anche per vie che scandalizzano i giusti:
attraverso le nostre rivolte,
le nostre negazioni, il nostro fango.
Chi non ama, non s’accorge
che il lievito cristiano sta fermentando anche oggi
la massa di questo povero mondo.
Non turbiamoci per quello che vediamo
né per quello che sta per accadere.
Chi non sente il fermento divino che è nell’ora,
allontana il Cristo dai cuori,
uccide il Cristo che vi nasce.
Non si può essere veri cristiani
se non si crede che il Regno di Dio viene.
Il nostro mondo è pieno di Lui.
Se la nostra sensibilità cristiana
fosse meno miracolistica ma più pura e vigile,
la gioia dell’Avvento traboccherebbe dai nostri cuori
al suono di Colui che viene per sempre.
Maranatha’! Vieni Signore Gesù!
(don Primo Mazzolari, Il Signore viene, in «Segni dei tempi», gennaio 1938)
Marana-tha! Vieni, Signore, vieni!
Dal Vangelo secondo Luca (21,25-28.34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Troppo a lungo e troppo spesso abbiamo sperato di essere esenti da prove, da paure o da pericoli solo perché credevamo di credere. Ma credere non è sperare d’essere esonerati da scombussolamenti. Credere è cambiamento, è saperci invitati a conversione. Credere è anche veder crollare certezze che un tempo si pensavano più che stabili e affidabili. Sole, luna e stelle erano considerati punti fermi in un cielo cangiante solo al mutare delle stagioni.
Ma oggi è tempo di grandi cambiamenti anche sulla Terra. Cambia il modo di vivere e di vivere insieme. È cambiata pure la nostra fiducia nell’uomo, nelle sue invenzioni, nelle sue scoperte e nelle istituzioni che l’uomo ha creato per agevolare il vivere insieme. A torto o a ragione… ma quanta sfiducia nelle istituzioni umane! Sono venuti meno quei punti di riferimento che parevano dare sicurezza alla nostra esistenza. Non mi stupisco neppure quando sento che molti considerano la Chiesa il luogo che dovrebbe a tutti i costi garantire questa sicurezza… ma sempre si finisce col rifugiarsi nei ricordi nostalgici del passato, auspicando il rigore di certe formule e di una certa prassi come rimedio certo per assicurare nuovamente stabilità, almeno al presente. Non mi meraviglio di queste polarizzazioni che si creano anche tra i credenti: tra chi non fa che gridare allo scandalo perché anche la Chiesa delude e chi invece vorrebbe chiudere il recinto per mettersi al sicuro.
Gli sconvolgimenti sono in atto, dice da sempre la Parola di Dio e non ci sono tempi migliori di altri, tempi più quieti o più sicuri. Ci sono tempi in cui o stai immerso o fingi di vivere ostentando sicurezza. Mentre invece dovremmo anzitutto riconoscere di avere paura. Non è un caso che gli angeli messaggeri invitino sempre a non avere paura. Ci dicono anzitutto ciò che noi non vorremmo ammettere. La paura è dentro l’uomo, ma una parola che proviene da fuori mette un argine allo sconvolgimento provocato dalla paura e ci chiede di affiancare ad essa altri atteggiamenti di cui siamo capaci. L’antidoto dunque non è sognare di trovare rifugio nel passato ma assumendo, al presente, comportamenti molto precisi: risollevatevi, alzate il capo, stare attenti a non appesantire il cuore, vegliare, pregare. Per sfuggire al principio della distruzione e comparire davanti al figlio dell’uomo.
La precarietà della vita è sotto i nostri occhi ma il principio che la alimenta non è la paura, non è la distruzione, la perdita o la fine. Distruzioni e regressioni sembrano sempre segnare il tempo e la storia. Alzare il capo significa anzitutto affinare l’udito perché possiamo ascoltare le promesse di Colui che vuole il bene per noi, come si legge nella prima lettura. Pregare significa poi chiedere che queste promesse si realizzino sempre e per tutti. Ecco, verranno giorni – oràcolo del Signore – nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto (Ger 33,14).
Notre âme attends le Seigneur, en Lui la joie de notre cœur.
La nostra anima attende il Signore, in Lui è la gioia del nostro cuore.
Sì, è sempre avvento.
Sempre è giorno di Avvento:
ogni giorno sorge il sole e si sprigiona la vita
e la luce è sempre nuova:
Dio, che per mezzo di Cristo, tuo Verbo
continui a creare e a donare ogni bene,
fa’ di ognuno di noi e di tutta l’umanità credente
un segno del tuo perenne venire sulla terra.
Amen.
… per chi ancora non lo sapesse, ci sentiamo questa sera alle ore 18!
” Vegliate in ogni momento pregando ”
La preghiera è ricerca del Suo Volto, attrazione del Suo sguardo, sentire il calore della Sua mano sul nostro capo,appoggiare la guancia sul Suo petto e sentire il battito del Suo cuore. È lasciarsi avvolgere dal silenzio e avvertire la Sua presenza.
Pregare è incontrare Dio che viene a salvarci.
Vieni Signore Gesù!
Buon cammino anche a te Gianna e a tutti coloro che grazie a don Stefano si possono confrontare e camminare insieme.
È vero Signore sono piena di paure donami di confidare in Te mia forza e mia speranza solo quando abbandonero le mie false sicurezze alzero il capo e vedrò il tuo venire
La mia generazione è stata fortunata, anni di benessere, di sicurezze a tutto tondo, nonostante in alcune famiglie, compresa la mia, fosse oppressa da malattie sconosciute, ma il futuro si prospettava per tutti un futuro di ricco di possibilità. Da parecchi anni invece si vive di questa paura e incertezza che dici tu, caro don Stefano, ci si alza al mattino chiedendoci se i figli riceveranno l’invito ad un colloquio di lavoro o se si deve proprio uscire, che non si sa mai che ti becchi il covid. Però io oggi mi sento felice, sento questo inizio di Avvento un inizio gioioso nel mio cuore, una gioia che auguro a tutti voi, perché è giusto che si cominci a pensare che è bello, nelle paure, nelle difficoltà, nella fatica delle relazioni, è bello essere qui, insieme. Buon cammino.