Non farne un manifesto

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Data :20 Gennaio 2022

Si parla spessissimo di folle nei Vangeli. Ci sono pure diversi vocaboli per indicarle. Ma ora non è questione di vocabolario. Ci sono folle che seguono Gesù e sembrano provenire dai quattro angoli del mondo: dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne. Indicazioni geografiche note (forse al tempo della redazione dei vangeli che oggi) fanno da bussola e ci permettono di inquadrare il campo d’azione di Gesù stesso, non tanto dei suoi spostamenti quanto piuttosto degli spostamenti di chi era interessato a Lui. 

Ci potremmo chiedere: ma queste folle di cui parlano i Vangeli esistettero veramente? Davvero Gesù attrasse un così gran numero di persone come uditorio durante il suo ministero? Colpisce sempre quel veloce calcolo fatto al termine della moltiplicazione dei pani: erano circa cinquemila uomini, senza contare donne e bambini (Mt 14,21).

Spesso le folle appaiono nei racconti evangelici come uno scenario disposto come un coro letterario a far da cassa di risonanza, ad amplificare e accentuare al popolarità di Gesù stesso. Certo, nessun critico negherebbe che le folle nei Vangeli sono spesso disposte attorno a Gesù per uno scopo letterario e teologico ben precisi. Le folle, spesso anonime e senza volto, diventano recipienti convenientemente vuoti per essere riempiti con idee altrui. 

Ed è così che, anche nei Vangeli, la folla gioca il suo ruolo ambiguo, come se fosse messa in scena dagli evangelisti per confondere le idee. Laggiù c’è molta folla… andiamo a vedere cosa succede! Certo di folle che cercavano Gesù ce ne furono. Non si spiega la sua crocifissione se non avesse sollevato qualche domanda o curiosità nei suoi ascoltatori che, dunque, dovevano essere alquanto numerosi. 

Lo scopo della riflessione di oggi è tuttavia quello di portarci ad osservare sempre i movimenti di Gesù perché è Lui che desideriamo seguire, non tanto la folla che gli si accalca attorno. La folla potrebbe giocare il ruolo di un naturale agente che suscita curiosità. Altrove la folla è perfino ostacolo all’incontro con Gesù. Gesù stesso davanti alle folle proverà diversi sentimenti e avrà parole non sempre consonanti: per le folle Egli provava compassione ma non risparmiò di rimproverare città intere come Corazin, Betsaida e Cafarnao. 

Lo sguardo dell’uomo sembra cadere immancabilmente sulle folle e perfino gli evangelisti ci aiutano in questo. Proviamo invece a far cadere il nostro sguardo sui verbi che descrivono ciò che Gesù è costretto a fare: si ritirò. Il verbo greco ha nella sua radice la parola «anacoreta». Occorre prendere distanza dalle folle, dai grandi numeri. «Ritirarsi» è verbo evangelico. La scena è tutta costruita così. La folla si allarga, si fa invadente a tal punto che Gesù rischiava perfino d’essere schiacciato. Non si fa una cerchia di protezione per avanzare tra la folla, non si crea un corridoio di sicurezza. Semplicemente si ritirò e, in maniera ancor più previdente, chiese di tenergli a disposizione una piccola barca (in gergo navale il termine greco indica proprio una barchetta). 

Improvvisamente, nel racconto evangelico e nella folla, si delinea una particolare presenza, quella degli «spiriti impuri» che invece di premergli contro gli si gettano ai piedi per riconoscere e salutare «il figlio di Dio». Qui c’è qualcosa di abbastanza impressionante per il concetto di religione che noi abbiamo: come può uno spirito impuro riconoscere qualcosa di vero e di giusto? O forse è proprio quel riconoscimento a renderli impuri rispetto al pensiero religioso del tempo che vietava di nominare Dio e per giunta di farsi suo figlio? Sta di fatto che anche a loro Gesù vieta di farne pubblicità. Letteralmente il testo greco si traduce con: e molto rimproverava a loro affinché non lui manifesto facessero. Sì, di Gesù non se ne può fare un manifesto. Solo Lui saprà dove, come, quando e a chi manifestarsi. Anche nel suo ritirarsi c’è qualcosa di Dio che si manifesta a noi.

Gesù, luce dei nostri cuori,
dal giorno della tua risurrezione,
sempre ci vieni incontro.
Dovunque noi siamo, sempre tu ci aspetti.
E ci dici: «Venite a me, voi tutti,
che siete affaticati e oppressi,
e io vi ristorerò».

Dal Vangelo secondo Marco (3,7-12)

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Dove l’animo è senza paura,
dove si avanza a testa alta,
dove l’intelligenza è libera,
dove i muri e le stanze
non fanno la terra
piccola e divisa,
dove la parola zampilla
dalla fonte della bocca,
dove il fervore del lavoro
fluisce infrenabile
di regione in regione,
da un posto all’altro,
verso innumerevoli
e varie realizzazioni:
dove le dune del deserto
di costumi spregevoli
non hanno inghiottito
il rivo pieno di giustizia,
non hanno diviso
in mille parti l’umanità,
Tu sei sempre il Principio
della gioia piena,
in tutti i pensieri,
in tutti i lavori.

(Robindranat Tagore)


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Piccoli Pensieri (1)

A leggere tutto di seguito, come d’un fiato, saltano all’occhio un po’ di contrasti nella caratterizzazione delle folle. Folle sono masse che schiacciano ma anche spiriti che si prostrano, pressione da cui fuggire ma anche fermento di vita. Come sarebbe utile, e anche bello e necessario, se tutti riuscissimo a tenere a mente che la folla, lungi dall’essere una creatura colossale di mitologica memoria, è un raggruppamento fitto di tante piccole realtà, ciascuna ricca di proprie specifiche caratteristiche. I raggruppamenti dei migranti che premono alle nostre frontiere possono far paura, ok, ci possono essere persone più o meno benintenzionate, ok… Ma tra queste ci possono essere anche autentiche risorse e, magari, se accettiamo la sfida di metterci a studiare possibilità alternative (con tutta la fatica, lo sforzo ed il cambiamento che per forza sarà necessario) potremmo addirittura correre il rischio di scoprire che un mondo diverso, autenticamente più “sano” per tutti è molto più realizzabile di quanto non si osasse pensare.

20 Gennaio 2022

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