La Luce dal profondo

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Data :27 Gennaio 2022

L’immagine di oggi è l’opera di un sand-artist (artista con la sabbia). La luce è posta al di sotto del piano di lavoro e l’artista con manciate di sabbia compone la sua opera, scrive il suo messaggio. Sono opere effimere, non hanno la solidità della scultura né i colori della pittura. È come il negativo della realtà. È per effetto di luce che i nostri occhi vedono ciò che appare.

Che la Luce venga dall’alto è scontato, sottinteso. Eppure nel Vangelo di oggi si ricorda che la Luce non viene nel mondo per essere nascosta sotto il letto o sotto un moggio (un secchio la cui capienza diventava unità di misura). Veniva nel mondo la Luce vera, quella che illumina ogni uomo (Gv 1,9) scrive Giovanni nel suo prologo. Il pensiero va ancora per un istante all’annuncio natalizio: la Luce è venuta nel mondo e il mondo ne può ancora essere illuminato. Eppure – ed è qui il riferimento alla domanda apparentemente retorica di Gesù – la sua Luce non irrompe prepotentemente dall’alto ma vive anzitutto il nascondimento, il rifiuto… fino alla Croce. 

Noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato (1 Gv 3,2) scriverà Giovanni nelle sue lettere e così l’uomo appare a volte come un fotofobico, un’essere che teme la Luce piuttosto che apprezzarla e lasciarsene illuminare. Per questo la Luce di Dio viene dal basso, dalle profondità della nostra natura nella quale Egli stesso ha voluto calarsi. È da lì, dal recondito umano che si sprigiona la Luce e quand’ella avrà completato la sua opera allora tutto sarà manifesto, evidente, chiaro. 

In un pugno di sabbia è contenuta la misura della misericordia. Il suo messaggio si legge in controluce. In quella frase del giovane Ch. V. Hansen, morto fucilato nei campi di sterminio all’età di 23 anni, c’è tutta la misura della Misericordia e del Misericordioso. «Prendete un orfano tedesco al mio posto»… nessuna vendetta, ma solo l’invito ad accogliere, ad adottare un orfano tedesco perché la guerra semina morte su tutti i fronti. Così dal basso di quella vicenda, dal buio di quei lager (campi) di concentramento e di sterminio, la Luce già spendeva sopra il moggio. Solo ora noi la vediamo. 

Elie Wiesel alla domanda dell’uomo moderno «Dov’era Dio ad Auschwitz?» non esitò a rispondere ciò che agli occhi bramanti Luce appare già perfino nella notte: «Ma come dov’era Dio? Dio era là, moriva sterminato con il suo popolo». Ci siamo fatti esperti, ci siamo abilitati a caricare sulle spalle di Dio il fardello di molte umane responsabilità ed Egli non si è sottratto di certo, come un povero Cristo che porta la Croce al Calvario o come tutte quelle persone che ancora pagano il prezzo dell’esclusione. E a nulla vale tentare di nascondere, di cancellare, di disperdere tracce. A nulla vale fingere di non vedere. Quelle vite arderanno sempre come fiaccola, piccole scintille di una Luce più grande alla quale l’uomo chiude gli occhi e l’orecchio. 

Consolatore, Spirito di Verità
Tu che sei presente in ogni luogo
e ogni cosa riempi,
Arca di beni e Datore di Vita,
vieni e abita in noi,
purificaci da ogni macchia
e salva, tu che sei Buono,
le nostre anime.


Concedi a noi cristianidi vivere il Vangelo
e di riconoscere Cristo in ogni essere umano,
per vederlo crocifisso nelle angosce
degli abbandonati e dei dimenticati
di questo mondo
e risorto in ogni fratello
che si rialza in piedi.
Vieni, Spirito Santo!
Mostraci la tua bellezza
riflessa in tutti i popoli della terra,
per scoprire che tutti sono importanti,
che tutti sono necessari,
che sono volti differenti della stessa umanità
amata da Dio.
Amen.

(dall’Enciclica «Fratelli tutti» di Papa Francesco)

Dal Vangelo secondo Marco (4,21-25)

In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Dio di Israele,
fai di tutto perché io non creda in Te
ma se con queste prove
pensi di riuscire ad allontanarmi dalla giusta via,
ti avverto, Dio mio e Dio dei miei padri,
che non ti servirà a nulla. 
Mi puoi offendere, 
mi puoi colpire,
mi puoi togliere da ciò
che di più prezioso e caro
posseggo al mondo;
mi puoi torturare a morte;
io crederò sempre in Te,
sempre ti amerò!
Sempre!
Sfidando la Tua stessa volontà.
Tra un’ora al massimo sarò con la mia famiglia
e con i milioni di altri uccisi del mio popolo
in quel mondo migliore in cui 
non vi sono più dubbi
e Dio è l’unico pietoso sovrano.
Muoio tranquillo ma non appagato;
colpito ma non asservito;
amareggiato ma non deluso;
credente ma non supplice;
colmo d’amore per Dio
ma senza rispondigli ciecamente:
Amen.

(Svi Kolitz, Yossel Rakovel si rivolge a Dio, Adelphi)

Yad Vashem, museo della Memoria a Gerusalemme. La sala del ricordo dei bambini. È forse il ricordo più sensoriale di tutto il Museo che si imprime più di tutto nel cuore. Una sola Luce, la fiamma di una candela si riflette in migliaia di specchi mentre una voce fuori campo chiama per nome tutti quei figli… come le stelle che nemmeno Abramo riuscì a contare. Il visitatore cammina nel buio senza riuscire a distinguere quale possa essere la fiammella originaria. Si procede lentamente, avvolti nelle tenebre ma in compagnia di tutti questi innocenti. 


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Piccoli Pensieri (5)

Savina

Quanti Lazzaro, ancora, faremo finta di non vedere anche se ben visibili ai nostri occhi?
E cosa diremo quando li vedremo tutti fra le braccia di Abramo?
Ogni volta che vediamo all’opera il Male colpevole ci chiediamo sempre: “Ma Dio Padre dov’è?” dimenticando che il Padre ci ha creati liberi e ci lascia liberi di seguire il Bene o il Male.
Ma di sicuro è lì presente che cerca di fare giungere al nostro cuore di pietra i due grandi Comandamenti che riassumono tutta la Legge.
E che sia presente lo rivela il fatto che, nella ricorrenza di questo giorno, in quei luoghi così assurdi (e che a me, leggendo libri e guardando film sull’argomento, hanno sconvolto l’anima) in quei luoghi, dicevo, ci sono stati gesti d’amore, di chi nonostante la situazione ha saputo accorgersi dell’altro.
Purtroppo mi viene in mente solo la figura di San Massimiliano Kolbe che, con il suo gesto, ha salvato una vita.
Ma chissà quanti altri…
Come le tante persone che, anche a rischio della vita, ne hanno salvato molti.
Esempi… da imitare, da guardare come presenza della Luce che cerca di illuminare i nostri abissi di buio.
Il Bene…. quella “Luce dal vero” (come i quadri di Lorenzo Lotto – spero di ricordare giusto).
Quanti Lazzaro faremo finta di non vedere anche se ben visibili ai nostri occhi?
Signore, che io possa sempre essere guidata dalla Tua Luce, che dal profondo dove io grido mi faccia risalire, a “riveder le stelle”.

27 Gennaio 2022
Maria Rosa

Signore sei veramente strano e strane e di una bellezza infinita possono essere le parole che un disperato può pronunciare.
In mezzo al Male tu operi meraviglie Signore

27 Gennaio 2022
Emanuela

‘Lager’ è parola corrente in tedesco, significa ‘deposito’.
Un ulteriore spregio a non considerare uomini ma pezzi (stuck) quelli che venivano ammassati nei campi di sterminio.

Ho ben presente il memoriale dei bambini a Yad Vashem: non c’è nulla di violento o tetro, solo un cielo stellato, come quello che ho visto in cima al Sinai, e una lenta cantilena di nomi… ma l’impressione che mi ha lasciato non svanisce neppure dopo tanti anni…

27 Gennaio 2022

Com’è la situazione della Luce qui citata oggi? Del tutto svelata non lo è ancora, non del tutto, non è ancora stato tolto del tutto quel velo che la copre… Eppure io credo che proprio in forza delle fatiche, delle sofferenze, delle testimonianze di dolore che si infittiscono intorno a noi ed allargano ad includere anche “persone normali”, grazie anche a questo, un po’ il guscio del nascondimento si sta crepando. Un po’ di luce inizia a fasi strada. L’attenzione inizia a rivolgersi anche un po’ all’indietro, a guardare (almeno di sfuggita) alle retrovie, che ci sono anche quelle! Perciò io oso pensare che ci sia speranza, che ci sia davvero la possibilità di qualche getto nuovo di umanità: un po’ più attento, un po’ più equo.

27 Gennaio 2022

“lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino”
Come dentro a questi giorni di fitta nebbia che tutto avvolge: senza una luce che guida i nostri incerti passi, complicato è tornare a casa salvi.

27 Gennaio 2022

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