Tensioni
(Giac 5,9-12 / Sal 102 / Mc 10,1-12)
Da pacem cordium
Dona la pace del cuore
Dal Vangelo secondo Marco (10,1-12)
In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare.
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Ci sono parole e pagine di Vangelo che sembrano rivelare una distanza ormai abissale tra il loro contenuto e la realtà dei fatti. Eccone un esempio. Ci metteremo dunque a parlare di matrimonio? Di famiglia? Parole che sembrano aver perso il loro significato se guardandoci attorno ci accorgiamo che l’uomo conosce altre forme di vita comune oltre a quelle che ci si è dati nel tempo, per anni e per secoli. Il matrimonio oggi trova la sua concorrenza nella convivenza e in tante altre forme. Non entreremo qui in materia, tranquilli! Semplicemente apriamo gli occhi su uno o più dati di fatto. A volte sorrido di certe manifestazioni o di certi schieramenti fatti in difesa dell’istituzione famigliare o matrimoniale. Per non parlare poi delle accezioni diversificanti «famiglia allargata», «famiglia ricomposta»… aggettivi che sembrano attenuanti o aggravanti di qualcosa che non è andato come si voleva, di qualcosa che è bene non dire o di qualcosa per cui è meglio mettere le mani avanti… Aggettivi che qualificano o specificano o sottolineano accezione: tutto sta a significare che c’è in corso un cambiamento culturale, storico, oltre che un perenne e potenziale svuotamento di senso.
Semplificando un po’, sarebbe come parlare di giradischi a chi oggi ascolta musica in formato mp3 direttamente dal cellulare connettendosi ad una qualsiasi applicazione che distribuisce musica gratuitamente o a pagamento. E immagino pure il contrario. Se dico, ad esempio, «Spotify» a chi ha ascoltato musica con un giradischi… mi guarderà ugualmente esterrefatto. Sembriamo non capirci ma ugualmente desideriamo ascoltare musica.
Sarebbe come se la Chiesa, davanti al mondo scientifico, si accanisse ancora a dire che l’uomo è stato fatto da Dio in un determinato modo dopo che abbiamo conosciuto la teoria dell’evoluzione dell’uomo. E allora la Parola di Dio non è che un racconto per ignoranti, per gente sempliciotta e credulona? Il fatto sta proprio qui: che molti pensano di essere campati troppo a lungo con le storie dei preti e della chiesa ma ora, svegliatisi come da un sonno, sembrano aver capito come stanno le cose. Eppure questa Parola di Dio, questa vita umanissima del Figlio di Dio… parlano ancora! Ci raggiunge proprio nel mezzo del cammino, nel guado in cui sembriamo impantanarci. Ed è una lotta.
Ho cercato di ipotizzare un’attualizzazione della Parola, ho cercato di fare un parallelo con il racconto di oggi. E per finire non so neppure se ci sono riuscito. E dunque? E dunque c’è una tensione, sempre… C’è tensione tra la parola e i fatti, tra ciò che desideriamo e ciò che accade, tra le intenzioni di Dio e le nostre, tra la volontà di una persona e le volontà altrui. Ma la parola stessa – tensione – ha un duplice significato. È oggi la corda tesa, il filo sottilissimo su cui cammina il mondo intero minacciato da un conflitto. E lo sappiamo benissimo: certe tensioni si accumulano. Lo dice uno stato di stress nella nostra testa, lo dice il nostro corpo quando i muscoli si tendono e ci si sente indolenziti o anchilosati. Gesù stesso sentiva crescere la tensione attorno ai suoi insegnamenti e spesso scribi e farisei lo interrogavano per metterlo alla prova. E subito si creava una tensione che sfogherà, accumulandosi, nella croce.
Alla parola tensione però mi piace associare un significato positivo. C’è dunque tensione e tensione. Tensione è un modo per dire che si sa dove si hanno le radici e si sa pure dove si è diretti. E immediatamente, nella mia mente, ascoltando il Vangelo di oggi si materializza l’immagine del Cantico dei Cantici, che non solo è un libro contenuto nella Bibbia, ma pure il ciclo di dipinti che porta la firma di Marc Chagall. Subito ho pensato a quella coppia di sposi che si allungano su tutta la tela, dal basso verso l’alto e si proiettano leggermente in avanti come a voler percorrere tutta la tela davanti a loro, già ben riempita di storia, di angeli, di tradizioni religiose, di città e di uomini, e di cose o persone che sembrano ribaltate, rovesciate, messe sottosopra.
È questo il tempo – ce lo suggerisce ogni giorno il Vangelo – per sciogliere tensioni che induriscono il cuore per ritrovare quella tensione che, pur mantenendoci esili e fragili, lasci intuire da dove veniamo e dove andiamo.
PROMEMORIA
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio la guerra.
(Gianni Rodari)
Io oggi ho la possibilità di dire: che giornata stupenda è oggi: limpida, soleggiata, il cielo è talmente terso e sgombero da nuvole… Che meraviglia! I bambini ucraini invece, dopo aver sentito i bombardamenti causati dalla guerra hanno paura e stringono le mani delle loro mamme, sicuramente. Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza, si risponde con le armi di Dio che sono: la preghiera e il digiuno.
Che tristezza, siamo nati sbagliati, da subito, dal primo uomo. Si vive continuando a lottare per qualcosa, a volte contro qualcuno e viceversa, non vorresti ma lo fai, a volte c’è qualche momento di tregua, e riesci a gustare quanto è bella la vita, la famiglia, la natura, l’amicizia. Domenica mio figlio ha salvato un cucciolo di lepre da un uccello che continuava a cercare di portarlo via, l’ha portato in casa tremante e spaventatissimo, è così piccolo che sta comodo nel palmo di una mano, l’abbiamo accarezzato fino a tranquillizzarlo e poi portato da chi sa come e con cosa nutrirlo. La signora mi invia quasi tutti i giorni le foto, sta imparando a succhiare dal biberon, tenerezza infinita. Come può un uomo dare ordine di uccidere altri uomini. È inaccettabile. Forse ho fatto un discorso sconclusionato ma adesso sento cosi.
È scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina, ma anche noi europei siamo coinvolti. La storia si ripete. Il potere è “demoniaco”. Chi detiene il potere lo usa contro il bene di chi è più povero e indifeso. Stiamo vivendo un periodo drammatico, difficile. A noi cattolici è chiesto di pregare molto, di seguire le indicazioni del Papa e di ospitare in casa nostra quelle famiglie che sono riuscite a scappare dalla loro terra. Non hanno più niente, ma la loro dignità e la consapevolezza di essere fgli di Dio ce l’hanno e non la perderanno mai.
Donaci, Signore, un cuore e una mente inquieti che tendono a ciò che è buono
Togli dal nostro pensare la sclerosi di ciò che conosciamo.
Facci stare alla tua scuola, Gesù.