Abbassandoti, Tu fai grande l’uomo

Spiritus Jesu Christi, Spiritus caritatis
confirmet cor tuum, confirmet cor tuum

Lo Spirito di Gesù Cristo, Spirito di amore
confermi il tuo cuore. 

Dal Vangelo secondo Giovanni (13,16-20)

[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Deve compiersi la Scrittura… è una frase che ritorna spesso nel Vangelo di Giovanni e serve ad introdurre citazioni dai Salmi o dalle parole dei Profeti per manifestare come in Gesù le Scritture andavano compiendosi. Nel Vangelo di Luca, il Risorto apparve ai due discepoli in cammino verso Emmaus e mentre camminano per via aprì la loro mente alla comprensione delle Scritture e i due – col senno di poi – ricorderanno quanto ardeva loro il cuore mentre il misterioso compagno di viaggio spiegava loro tutto ciò che era da riferirsi a Gesù stesso. Più o meno la stessa operazione fatta in due modi differenti.

Deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. La citazione è tratta dunque dal salmo 41,10. Il salmo, nelle nostre Bibbie, porta un titolo: preghiera di un malato, abbandonato da tutti. Viene precisato il contesto in cui Gesù pronuncio queste parole. Siamo nel Cenacolo, nell’ora dell’ultima cena e più esattamente dopo che ebbe lavato i piedi ai suoi discepoli. La tavola è un mistero di comunione, di solidarietà e di uguaglianza. Gli invitati hanno la stesa dignità: lo dice la postura a tavola, lo dice la condivisione dello stesso cibo. Anche il salmo citato da Gesù fa allusione all’uguaglianza e alla confidenza che si ottiene nel condividere il pane… Anche l’amico in cui confidavo, che con me divideva il pane, alza contro di me il suo piede.

In quell’ora, dopo aver offerto la possibilità di scoprire la profonda compagnia di Dio con gli uomini e degli uomini tra loro, Gesù – Signore e Maestro – lascia la tavola per un ulteriore abbassamento che concretamente si tradurrà nel lavare i piedi ai suoi discepoli. Quel gesto manderà in confusione i discepoli. Gli ordini sono sovvertiti… Il loro Maestro toglie la veste dell’identità e indossa il grembiule del servo…. il Signore non è più al di sopra. Ma quando mai nei Vangeli Gesù s’è collocato al di sopra? Siamo noi che collochiamo Dio al di sopra di tutto e di tutti, come fosse una forza superiore, un’entità oltre ogni problema. Il Vangelo parla di abbassamento, di vicinanza, di condivisione… e solo nel caso della croce oserà parlare di innalzamento. Ma di quell’innalzamento non ne vogliamo né sentire né sapere. 

C’è da convertire la nostra immagine di Dio, ricordandoci piuttosto che è l’uomo ad essere stato creato ad immagine e somiglianza di Dio. E – dice Gesù – saremo beati se metteremo in pratica questa parola che egli illustra nel gesto di lavare i piedi. Saremo beati se crederemo in un Dio che non è superiore all’uomo. Dio non afferma la sua presenza imponendosi e dominando ma – dice il Vangelo – abbassandosi e servendo. Abbassandosi, Dio fa grande l’uomo. E l’uomo non ha ancora compreso in cosa consista questa grandezza se non illudendosi di poter comandare e spadroneggiare. E noi – come ad alzare il nostro piede – mettiamo sempre Dio sotto accusa quando lo tacciamo di non intervenire davanti ai drammi dell’umanità, quando lo accusiamo di indifferenza davanti ai mali che affliggono il mondo. Egli non è mai stato indifferente né insensibile. Il suo abbassamento né è la prova, la sua totale immersione. È questo il Signore che dobbiamo accogliere nella nostra vita, il Vangelo che dovremmo udire e non è mai dalle parti del potere e dei mezzi che si riconosceranno gli inviati del risorto. 

Gesù, vincitore del male e della morte,
liberaci dalla tentazione
di cercarti soltanto nel cielo.
Donaci la capacità di vederti in ogni essere,
presente e vivo come il seme
che attende la germinazione nel sole.
Fa’ che il nostro vivere insieme
sia come la vita delle prime comunità cristiane.
Insieme nella preghiera e nel lavoro,
insieme nel silenzio contemplativo
e nella frazione del pane.
Insieme nel dividere i frutti del nostro sudore,
insieme nel comunicarci i doni del tuo Spirito.
Insieme nell’attesa del tuo ritorno,
insieme nel pacifico lavoro
che rende possibile la tua venuta.

(Giovanni Vannucci)


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Piccoli Pensieri (1)

Savina

“Saremo beati se crederemo in un Dio che non è superiore all’uomo.”
Per me questa è una frase forte. Pur essendo contenta di sentirmi “figlia” e creata ad immagine di Dio soffro di quella soggezione che colpisce una persona che sente di “essere mancante, incompleta”.
Eppure la vita di Gesù, è stata una condivisione della nostra natura umana, una vita vissuta con serenità e senza far pesare la sua natura divina.
Riconosci che è un mio limite su cui lavorare, mentre mi accompagna e mi aiuta questa bella preghiera di Giovanni Vannucci.
Quanta strada ancora devo fare…

13 Maggio 2022

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