Accordi da ascoltare
santa Chiara di Assisi
(Dt 34,1-12/ Sal 65 / Mt 18,15-20)
I nostri umani accordi suonano come musica agli orecchi di Dio. Il Vangelo potrebbe davvero essere per noi ciò che il diapason è per i musicisti. Da lui prendiamo quella nota sulla quale accordare la nostra vita e gli strumenti che ci servono per viverla. Ed è normale, inevitabile quasi, che gli strumenti di un’orchestra, col passare del tempo, si scordino. Ci si può scordare del Vangelo stesso oppure può succedere di perdere quell’intonazione che ci fa cantare o suonare melodie piacevoli da ascoltare.
È quell’attimo prima del concerto, poco prima di quel silenzio da cui poi sgorgheranno ininterrotte note e melodie sinfoniche; è quell’attimo in cui una babele di suoni – fraseggi o scale musicali da ripassare singolarmente – si accorda a quella nota madre da cui nascono tutti gli altri suoni; è quell’attimo prima del concerto, giusto il tempo di accordarsi, che renderà sublime il concerto.
È proprio questo il verbo che risuona abbondantemente in sottofondo al Vangelo di oggi: synphonéo. La vita che il Vangelo propone a noi non è altro che una vita di comunione e di accordi. Mettiti presto d’accordo – disse anche – con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui (Mt 5,25).
Ricordiamo oggi Chiara di Assisi, la prima donna che scrisse una regola di vita evangelica al femminile. Proveniente da una delle famiglie majores, dell’alta borghesia di Assisi, non esitò ad accordare la sua vita a quella dei minores, i poveri. La sua regola non è una partitura rigida ma piuttosto il pentagramma su cui liberamente si muovono le note in accordo tra loro.
«Il trascorrere sereno in una amorevole concordia emerge dalla regola di Chiara, messa per iscritto poco prima di morire, dove riassunse l’esperienza pluridecennale di vita della comunità, regola che non fissa norme precise ma piuttosto si diffonde in consigli affettuosi. Ad esempio non sono previste punizioni per la consorella che sbaglia: dovrà essere piuttosto ascoltata, compresa, non lasciata sola nella tribolazione. Permetterà addirittura che le monache ricevano qualche piccolo dono dai parenti: saranno le destinatarie a decidere quale uso farne, se personale o condiviso, o magari se privarsi del tutto di ciò che hanno ricevuto. Quindi le monache non vivevano nel ritmo di una vita di ascesi prestabilita, dura da sopportare ma acquietante. […] Chiara si fida delle compagne; è sicura che sia sufficiente che ognuna pratichi l’amore per il prossimo. E poiché si fida e ha una grande stima delle consorelle ritiene che anche alle donne spetti un’importantissima missione ecclesiale nel rinnovare la fede, nel vivificare il messaggio di Cristo, esempio e specchio per tutti». (Chiara Frugoni, Storia di Chiara e Francesco, Einaudi)
Lo stesso Signore,
che ci ha donato un buon inizio,
ci doni ancora di crescere nel bene
e di perseverarvi fino alla fine.
Amen.
santa Chiara
Dal Vangelo secondo Matteo (18,15-20)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Ecco, è ormai chiaro che,
per la grazia di Dio,
l’anima dell’uomo fedele
è più grande del cielo,
perché i cieli
non possono contenere il Creatore,
mentre la sola anima fedele
è sua dimora e sede
come afferma la Verità stessa:
Chi mi ama sarà amato dal Padre mio,
e io lo amerò,
e verremo a lui
e faremo dimora presso di lui.
Siate sempre amanti di Dio,
delle vostre anime
e di tutte le vostre Sorelle,
e siate sempre sollecite di osservare
quanto avete promesso al Signore.
Il Signore sia con voi sempre,
e ora voi siate sempre con Lui.
Amen.
santa Chiara
Questo paragone con la musica è davvero molto calzante. Sarebbe davvero bello se anche noi comuni mortali imparassimo un po’ dagli orchestrali e, dopo un primo -pur necessario- momento di accordo individuale, ciascuno per sè, imparassimo a sintonizzarci sull’ “insieme”, prestando attenzione gli uni agli altri perché la sinfonia più armonica prenda forma. Allora sí che potremmo agire la meraviglia.
Ammiro molto la figura di Santa Chiara.
Credo che rappresenti l’immagine della determinazione e della coerenza;
e che sia esempio di immensa Fede e infinita dolcezza.
Nella libertà e nell’armonia di un cammino fatto di incontri, dettato da un senso e dalla sua ricerca continua e motivata.
In mezzo a noi c’è Gesù e soltanto una Fede profonda e matura può aiutarci ad andare incontro al senso del nostro vivere che Lui stesso ci insegna.
Nello sguardo e dentro i bisogni della povertà è possibile individuare la ricchezza dell’amore infinito che raccoglie tutto ciò che, alla fine, è la Regola di Santa Chiara.
Ed è Vivere in pienezza.
Qualunque sia la nostra vocazione (chiamata) nella vita, sempre ha bisogno di un fuoco che la riaccenda in un quotidiano che facilmente ci rende monotoni (senza tono). Ecco i santi, ed oggi Santa Chiara a dirci che l’unico motivo per vivere è il Signore. È Lui che anche il cielo non riesce a contenere…ogni persona SÌ..lo contiene. Signore rendici liberi in Te…