Anastatica (una vacanza intorno a un filo d’erba)

Categoria :Pensieri sparsi
Commenti: (3)
Data :17 Agosto 2022

Concedetevi una vacanza
intorno a un filo d’erba,
concedetevi al silenzio e alla luce,
alla muta lussuria di una rosa.

Scrivo a margine di un giorno di festa, una riflessione che colloco piuttosto nei pensieri sparsi che possono tuttavia diventare fonte di contemplazione, riflessione e preghiera per gli amici lettori. 
Non vi spaventi questo invito poetico a concedersi alla «muta lussuria di una rosa» che, vocabolario alla mano, ci può aiutare a comprenderne il senso primo, privo di ogni retaggio moralistico. Lussuria qui sta piuttosto per incontrollata bellezza, quella bellezza che alla rosa è semplicemente donata e di cui neppure lei ne conosce la ragione.

Se ne stava appallottolata in una nicchia dentro casa, quasi fosse scenario o paesaggio per due piccole statue: una di Maria, la Madre, e l’altra di Gesù, il Figlio adagiato (s)comodamente in una sorta di cesta in una postura che lo fa assomigliare ai tanti bambini che da piccoli venivano fasciati o ad un uomo adulto già tumulato. 

Se ne stava appallottolata lì, da quasi un anno. Appallottolata e rinsecchita. Lì ce l’avevo messa al mio arrivo, in questa casa. Io incurante di lei e lei incurante di ogni stagione che è passata. Incurante perfino del sole e della siccità che hanno messo a repentaglio diverse specie di piante e certamente anche altri organismi viventi. E pure gli esseri umani, increduli allo scioglimento dei ghiacciai e al prosciugarsi di fiumi dai più vasti alvei.

Alcuni giorni fa – inspiegabilmente – m’è venuto spontaneo di prenderla con me e portarla al piano terra per collocarla su uno scaffale. Un attimo di attenzione ma non uno scopo, non un fine a quella traslazione. L’altro ieri, nel giorno di Ferragosto, m’è balenata l’idea di ridarle vita e partecipare a questa sua resurrezione. Semplicemente adagiandola in una ciotola di vetro e versandole abbondante acqua. In poco tempo – felice di quell’immersione – s’è come risvegliata, ha disteso i suoi piccoli rami e ha dischiuso perfino dei piccoli fiori. 

Il suo nome scientifico già fa indizio: anastatica hierochuntica. «Anastasis» in greco che significa «resurrezione». Più comunemente è conosciuta col nome di rosa di Gerico quella vera perché se ne conosce una che le assomiglia per questa capacità di vivere in luoghi deserti ma quest’ultima è più catalogabile alla famiglia delle felci. La Rosa di Gerico, acquistata proprio nell’omonima città ai piedi di ciò che noi chiamiamo comunque montagna (ma siamo a – 240m slm!) su cui è arroccato il Monastero della Tentazioni, sa vivere nel deserto, per mesi, senz’acqua. È proprio in tempo di siccità che si appallottola al punto da sembrare secca, morta. È un gesto dal sapore materno: lo fa per custodire i fiori dentro i quali trovano protezione i più piccoli semi. Il vento poi, quando soffia la sradica e la fa rotolare sulla terra, come fosse un ciuffo di stoppie. Con l’arrivo della stagione delle piogge – perché anche nel deserto c’è una stagione delle piogge – quasi miracolosamente si apre e la pioggia battente fa cadere a terra i semi che di lì a poco metteranno radici e vivranno la stessa avventura. Trattenere e lasciar andare: ogni cosa a tempo opportuno. 

L’altro ieri – 15 agosto 2022 – nel cuore dell’estate, ho voluto far piovere per questa rosa. Un’immersione dalle risonanze pasquali. E fa riflettere non poco questa sua capacità di resistere al caldo, questo spirito di adattamento che fa vivere perfino nel deserto, questa speranza di attende l’acqua, di custodire i fiori e i semi nei fiori. Di riprendere vita e dare stupore agli occhi.

Guarda.
Sei in un posto qualsiasi
e ti raggiunge un albero,
un muro, un viso.
Il centro del mondo è poco lontano da te,
è nelle vie secondarie, ti aspetta
dove non ti aspetti niente.
Prendi una forchetta in mano
come se fosse un momento solenne,
porta il bicchiere alla bocca
come se fosse un gesto sacro,
sorridi perché ogni sorriso apre
una piega nel muro della vecchiaia.
Fai cose coraggiose,
ti fa ringiovanire.
E poi torna, pensa che sei contento,
fallo sapere ai tuoi errori
che li vedi, li riconosci
e li guardi con clemenza.
Guarda dentro e guarda fuori,
guardare è una culla.

(Franco Arminio)


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Piccoli Pensieri (3)

Savina

Vista così, povera anastatica, non le daresti un centesimo (si dice così, no?), perché cosa te ne fai di una pianta secca!
Apparenza… ci fermiamo sempre all’apparenza, nessuna riflessione che vada oltre, nessun pensiero o fantasia che possa immaginare altro.
Ci fermiamo lì, e lì nasce il nostro giudizio fatto solo davanti all’apparenza.
“”Sospendi il giudizio”” ci è stato detto ad un corso di formazione per il lavoro, cioè non fermarti davanti a quello che appare ma cerca di andare oltre così da evitare di esprimere pensieri che possono risultare, oltreché sbagliati, offensivi nei confronti delle persone.
Perché tante volte le persone nascondono il loro “lato in fiore”, seppellendolo sotto sentimenti negativi che nascono da situazioni di vita difficili come un vento crudele che ha intristito i loro petali.
Mi piace l’espressione “lato in fiore” trovata in una poesia dell’Antologia di Spoon River.
Dovremmo veramente prendere esempio dalla nostra amica anastatica che, quando le condizioni si fanno favorevoli, si trasformano mostrando il loro lato in fiore.
Dunque un po’ di coraggio e sia così anche per noi.

17 Agosto 2022
Cinzia

Grazie, don Stefano,per questi “semi sparsi” e grazie Signore Gesù per i tuoi seminatori di Luce!

17 Agosto 2022

Buongiorno Don Stefano e grazie, GRAZIE di cuore per aver seminato oggi questo pensiero sparso. All’indomani del presagio (purtroppo) di cattive notizie dal lavoro, dove forse da quest’anno non potrò tornare, “una vacanza intorno a un filo d’erba” era proprio quello che mi serviva per indirizzare meglio l’acqua di quelle lacrime che mi sono scappate dagli occhi. Come scritto poco fa da un amico: “Mi piace pensare che gli eventi si stiano combinando per dare a te, Jacopo Adele (la piccola che porto in grembo) la migliore delle vite possibile ” e in fondo credo abbia ragione. Dopotutto nella mia pur ancora “giovane” vita, ho già avuto modo di rocca più volte con mano come persino gli eventi che ci risultano d’impatto più scioccanti, si rivelino poi i più funzionali ad un piú fervido accrescimento. Un po’ come in natura, con le rose ad esempio, che io pure ho sempre un certo timore di “tagliare troppo”… E invece è proprio lí dove ho avuto il coraggio di tagliare di più che gettano poi i più generosi di boccioli.

17 Agosto 2022

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