Aprire un tetto per trovare riparo
(Is 35,1-10 / Sal 84 / Lc 5,17-26)
Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni»
Oh, vieni Signore Gesù! Maranathà!
Sto alla porta e busso.
Se qualcuno mi apre, Io verrò da lui,
cenerò con lui ed egli con me.
Oh, vieni Signore Gesù! Maranathà!
Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni»
Oh, vieni Signore Gesù! Maranathà!
Dal Vangelo secondo Luca (5,17-26)
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.
Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza.
Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio.
Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».
Quattro mura sostengono un tetto. Quattro uomini sostengono un paralitico. Il tetto si apre e pure il paralitico, risollevato, si apre alla guarigione come al perdono. E poi ci sono sempre quei farisei e dottori della Legge, resistenti, impermeabili, maestri solo del sospetto. Per loro la situazione dev’essere sempre sotto controllo. Un tetto scoperchiato non può che essere la perdita di ogni riparo. Per tutti gli altri fu una pioggia di misericordia, di cure, di attenzioni, di gesti e parole che risollevano e non paralizzeranno più.
E certo, quei maestri della Legge erano stati capaci di insegnare soltanto che ogni trasgressione diventava semplicemente un peccato e che ogni peccato sarebbe rimasto inciso sul corpo. Ma non pensarono mai di leggere quella dinamica al rovescio, convertendo proprio quel pensiero. E dunque non furono capaci di pensare che perdonato il peccato anche il corpo sarebbe guarito o comunque guarito il corpo anche l’anima avrebbe esultato di gioia, non ricordando più le ragioni di quella paralisi dello spirito ma trovando soltanto motivi per saltare di gioia, fino alla propria casa.
Così ha parlato ieri Francesco, nel suo viaggio apostolico a Cipro e in Grecia: «Ci sono in gioco persone, vite umane! C’è in gioco il futuro di tutti, che sarà sereno solo se sarà integrato. Solo se riconciliato con i più deboli l’avvenire sarà prospero. Perché quando i poveri vengono respinti si respinge la pace. […] La realtà è che Dio è più grande. Convertirsi, allora, significa non dare ascolto a ciò che affossa la speranza, a chi ripete che nella vita non cambierà mai nulla – i pessimisti di sempre. È rifiutare di credere che siamo destinati ad affondare nelle sabbie mobili della mediocrità. È non arrendersi ai fantasmi interiori, che si presentano soprattutto nei momenti di prova per scoraggiarci e dirci che non ce la faremo, che tutto va male e che diventare santi non fa per noi. Non è così, perché c’è Dio. Bisogna fidarsi di Lui, perché è Lui il nostro oltre, la nostra forza. Tutto cambia se si lascia a Lui il primo posto. Ecco la conversione: al Signore basta la nostra porta aperta per entrare e fare meraviglie, come gli sono bastati un deserto e le parole di Giovanni per venire nel mondo. Non chiede di più.
Chiediamo la grazia di credere che con Dio le cose cambiano, che Lui guarisce le nostre paure, risana le nostre ferite, trasforma i luoghi aridi in sorgenti d’acqua. Chiediamo la grazia della speranza. Perché è la speranza che rianima la fede e riaccende la carità. Perché è di speranza che i deserti del mondo sono assetati oggi».
Altissimo Signore,
che sei presente in tutto l’univers
e nella più piccola delle tue creature,
Tu che circondi con la tua tenerezza
tutto quanto esiste,
riversa in noi la forza del tuo amore
affinché ci prendiamo cura della vita e della bellezza.
Inondaci di pace,
perché viviamo come fratelli e sorelle
senza nuocere a nessuno.
Padre dei poveri,
aiutaci a riscattare gli abbandonati
e i dimenticati di questa terra
che tanto valgono ai tuoi occhi.
Risana la nostra vita,
affinché proteggiamo il mondo
e non lo deprediamo,
affinché seminiamo bellezza
e non inquinamento e distruzione.
Tocca i cuori di quanti cercano solo vantaggi
a spese dei poveri e della terra.
Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,
a contemplare con stupore,
a riconoscere che siamo profondamente uniti
con tutte le creature nel nostro cammino
verso la tua luce infinita.
Grazie perché sei con noi tutti i giorni.
(dall’Enciclica «Laudato sii»)
” prendi il tuo lettuccio… :
Gesù mi invita a raccogliere tutte le mie fragilità e presentarle a Lui, affinché le trasformi in sorgente di luce che irradia il Suo Amore misercordioso.
Meravigliosi sono i disegni del Signore per ciascuno di noi…
È la nostra poca fede che non ci permette a volte di vederli ma quando avviene Lui sa fare grandi cose, attraverso il poco che siamo ed abbiamo.
Sentirsi parte di un progetto grande, se “non folle” che Lui ha per qualcuno non può che lasciare così: con lo stupore e la pace nel cuore. Dico grazie a Te, o Signore, perché entri nelle nostre storie di vita, quando Te lo permettiamo. Dico grazie a te, S.D.: che tu possa riposare in pace, la stessa che tu mi hai lasciato e donato, che è molto più di quanto io abbia dato a te. Ora sarai sicuramente nelle Buone mani di Dio, lo stesso che abbiamo imparato a pregare insieme e che, sempre insieme, abbiamo glorificato, tu tornando a casa ed io proseguendo il mio cammino con tutto ciò che hai regalato a me e a tutti quelli che hanno condiviso questa bella storia d’amore: di Dio per ogni figlio Suo.