Autori della gioia altrui
Santa Lucia, vergine e martire (Nm 24,2-7.15-17 / Sal 24 / Mt 21,23-27)
Guarda, o Padre, il tuo popolo,
che attende con fede il Natale del Signore,
e fa’ che giunga a celebrare con rinnovata esultanza
il grande mistero della salvezza.
Amen.
(dalla liturgia)
Dal Vangelo secondo Matteo (21,23-27)
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?».
Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta».
Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Non cercatelo troppo lontano da voi il regno di Dio. Mai! Ma oggi ancora di più. Non cercatelo nemmeno fuori dalle case, almeno in questo tempo, in questi giorni, quando non solo le temperature esterne ci portano a stare più volentieri in casa, ma anche alcune tradizioni natalizie ci riportano alla gioia domestica. Perché la gioia è cosa da regno di Dio. Proprio ieri le parole del profeta Sofonia ci invitavano a rallegrarci. E stamattina, in molte case la gioia la vedi accendersi sui volti dei bambini che hanno ricevuto regali portati da Lucia, la santa dispensatrice di doni, fin dalla notte dei tempi. E non guardate soltanto alla gioia dei piccoli ma ascoltate la vostra stessa gioia, quella che si prova nel donare e nello scoprirsi autori della gioia altrui. Fare doni, procurare gioia ad altri è esercizio natalizio. Ci fa rinascere da dentro. Laddove era morta la capacità di fare dono, eccola risorgere. Ecco un sorriso prendere vita nei volti di casa, così spesso lunghi o stanchi.
Suscitare gioia, strappare un sorriso, prenderci cura di un buon sentimento, fosse anche piccolo come un germoglio, è già far crescere nello spirito. E far crescere è responsabilità di chi esercita un’autorità. Se comprendessimo davvero quanto siamo autorevoli quando facciamo un dono! Perché quel dono fa crescere l’altro che lo riceve e allarga le mani, il cuore e la mente di chi, donando, non pensa più a sé.
Capi dei sacerdoti e anziani del popolo intendevano evidentemente la loro autorità come un potere da difendere e non come un ruolo di servizio per la crescita altrui. Concepire così il proprio ruolo implica ovviamente spendere tempo ed energie per difenderlo. Ed è ben per questo che interrogano Gesù vedendolo come un usurpatore della loro autorità che dovranno dunque difendere a denti stretti.
Ma la controdomanda di Gesù è molto più profonda e parte proprio da quel dono che fu Giovanni e da quel dono che, attraverso Giovanni, giungeva al popolo. Dunque: la fonte del dono – chiede Gesù – dov’è? Nel cielo? In terra?
E non sapendo cosa rispondere, i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo dimostrano così di non aver compreso la profonda connessione che c’è tra cielo e terra. Questi doni ricevuti oggi in terra, parlano molto del cielo, più di quanto pensiamo.
Signore Gesù,
tu sei la Gioia nel cuore del Padre,
la purissima gioia dell’essergli Figlio,
e sei venuto come sorriso divino,
a dissipare le nostre umane tristezze.
Annunzio di gioia il tuo concepimento
nel grembo verginale di Maria;
evento di gioia la tua nascita a Betlemme,
notizia di gioia il tuo evangelo.
Prezzo di gioia fu la tua croce
e gioia per sempre la tua risurrezione.
Signore Gesù,
gioia di chi ti incontra
e si mette alla tua sequela,
donaci un cuore capace di ascoltare e vedere,
capace di scoprire che la gioia,
la tua purissima gioia,
splende ogni giorno davanti a noi
nell’oscuro grigiore del nostro quotidiano.
Fa’ che sappiamo riconoscerla
e lasciarcene riempire,
per effonderla intorno a noi,
come in un continuo giorno di festa,
fino a quando saremo tutti uniti
nella gioia eterna del cielo.
Amen.
(Anna Maria Cànopi)
Gioia è ringraziare coloro che hanno condiviso il loro tempo prezioso con te
che ti hanno sorriso con gli occhi
che ti hanno abbracciato con il cuore
Che ti hanno fatto capire che vivere è
gioia anche in questi tempi difficili.
Oggi parliamo di gioia.
Qualcuno si è preso la briga di contare quante volte le parole “gioia, rallegratevi, siate lieti” vengono ripetute nelle Scritture.
Ben ottocento volte!
Questo vorrà ben dire quanto il Padre desideri che viviamo nella gioia.
E questo è il periodo giusto: un bimbo nato apre il volto al sorriso e il gesto dei Magi, con i loro doni, perpetuano la gioia di ricevere qualcosa….
Mi piace pensare che nei giorni della Creazione, il Padre pregustasse Lui la gioia di farci dono del Creato, ben sapendo che tanti suoi figli ne avrebbero apprezzato il valore.
E che dire del grande dono del Figlio, perché imparassimo a nostra volta a farci dono?
Sono contenta di sapere che regalando qualcosa ho regalato un po’ di gioia. Forse mi è capitato quella volta che sapendo di una persona anziana che cercava carità a un semaforo, mi sono avvicinata a lui dandogli il contenuto di un cesto di Natale che avevo ricevuto in dono. È stato il suo sorriso non solo per quello che aveva ricevuto, ma perché poteva tornare a casa prima accorciando così la sua fatica, che ha rallegrato anche me.
Nascere, venire alla luce
Vivere, donare la vita
Morire, consegnare lo Spirito.
Oggi è tempo di vivere donando la vita che abbiamo ricevuto in abbondanza.
Grazie, don Stefano, per questi tre punti fermi che non dimenticherò mai.
Non posso dire di aver capito molte cose nella vita e tante ne ho ancora da comprendere ma permettetemi di dire che ciò che mi è chiaro è che nostro compito è ricercare, preservare e difendere la gioia, che è pace del cuore. Ed allora non permettiamo a nessuno di farla venire meno perché di modi ce ne possono essere tanti: dagli attacchi alle accuse, dai silenzi all’indifferenza o ancor più dalla cattiveria che può nascere da tutto ciò che di brutto può uscire dal cuore, nostro o altrui. Semmai ci dovesse capitare o la sentissimo in pericolo credo si possa solo tornare là dove la pace e la gioia sempre saranno preservate: nel cuore di Dio, per ri-ascoltare l’invito di San Paolo “siate sempre lieti nel Signore” e provare così a viverlo ogni giorno.
Grazie Signore, per avermi permesso di farne esperienza anche oggi!