Bambini in terra e angeli in cielo
santi angeli custodi
(Es 23,20-23 / Sal 90 / Mt 18,1-5.10)
Siamo invitati, anche oggi, a meditare un brano di Vangelo che abbiamo già avuto modo di ascoltare non molto tempo fa. L’occasione è offerta dalla memoria degli angeli custodi. E se ci meravigliamo di dover considerare nuovamente la stessa pagina di Vangelo, nemmeno più ci curiamo del fatto che quotidianamente discutiamo su chi sia il più grande e, in un mondo sempre più antropizzato, non riusciamo nemmeno più a percepirci come parte di un Tutto, come frammenti di un’opera più grande. Con le labbra affermiamo di credere in Dio, creatore di tutte le cose visibili e invisibili, ma di tutto il nostro tempo poco ne impieghiamo a considerare maggiormente anche ciò che è invisibile.
Considerare l’invisibile è certamente tempo perso per chi mette produzione e profitto come strumenti di misurazione della grandezza dell’uomo, come criteri di realizzazione. I bambini, dal canto loro, non saprebbero nemmeno cosa significhi produrre o trarre profitto.
Il Vangelo rimarrà sempre un invito alla piccolezza, a ridimensionare tutto in riferimento al regno di Dio. Anche la strada e la porta che conducono alla Vita sono di piccole dimensioni, dirà Gesù stesso. Come possiamo dunque percorrerla o entrarvi se non sappiamo ridimensionarci?
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. C’è sempre di mezzo quel verbo riflessivo – convertirsi – che segnò l’inizio della predicazione di Giovanni al fiume Giordano. Verbo che Gesù stesso fece suo e lo riferì immediatamente al regno di Dio. Convertirsi e diventare come bambini, perché bambini forse non lo siamo mai stati. Perché occorre vivere questa infanzia spirituale con una certa consapevolezza. Il neonato che ha bisogno di cure e di attenzioni non è ancora quel bambino che dobbiamo diventare perché in quella creatura parlano solo bisogni primordiali.
Certo è che questo fatto degli angeli custodi rimane una via privilegiata per aprire ai piccoli questo mistero del regno di Dio. Davanti ad una culla ci fermiamo a contemplare un neonato che dorme, spesso con le braccia alzate sopra la testa. Si dice che è segno di massima fiducia e di massima distensione. Poi, improvvisamente, dei sorrisi… non provocati da noi, non fatti in nostra compagnia già che gli occhi sono chiusi. E così, quel sorriso ci apre allo stupore di immaginare che quella creatura possa sorridere con altre creature del mondo invisibile.
Se comprendessimo che questa compagnia degli angeli – e di tutto ciò che appartiene all’ invisibile – è per la nostra gioia, forse impiegheremmo più tempo, non tanto a dormire come un neonato, ma a considerare ciò che il nostro eccesso di materialità ci impedisce di vedere.
Sono angeli custodi un po’ particolari quelli che Dio pone accanto a noi perché non ci seguono da lontano con la tipica ansia umana di chi teme che possa succederci sempre qualcosa e, per giunta, qualcosa di pericoloso. Ci custodiscono in un modo alquanto singolare: tenendo il loro volto rivolto al volto di Dio, sostando in una contemplazione infinita. Che strano modo è questo di custodire, di badare ad una piccola e indifesa creatura senza nemmeno gettare uno sguardo, un colpo d’occhio?
Ma proprio questo è il messaggio angelico: cercate sempre il volto di Dio! È un invito che viene dal cuore: cercate il volto di Dio, quel volto che ormai risplende in Gesù, volto visibile del Padre. Nella Scrittura gli angeli altro non sono che messaggeri che intervengono proprio per far udire la parola uscita dalla bocca del Signore. Fedeli interpreti dei Suoi comandi, gli angeli custodi non smettono di accompagnarci passo passo.
Così dice il Signore: «Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui» (23,20-21a)
«State svegli. Pronunciare fra noi parole di ardore, devozione, passione per la terra e tutte le sue vite. Non mettere al centro l’umano ma la musicale convivenza dell’umano col resto, con tutto il resto. Ripensare la natura, il concetto di natura. Ripensare l’infanzia e i suoi altri poteri» (da «Annuncio» – Teatro Valdoca)
O Dio, che con ineffabile provvidenza
mandi i tuoi santi angeli
perché siano nostri custodi,
dona a noi, che ti supplichiamo,
di essere sempre difesi dalla loro protezione
e di godere in eterno della loro compagnia.
Amen.
(dalla liturgia)
Dal Vangelo secondo Matteo (18,1-5.10)
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?
Di te ha detto il mio cuore:
«Cercate il suo volto»;
il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto.
(dal salmo 26)
Ognuno di noi porta in sé un bambino interiore, il bambino che è stato.
Solo da bambini abbiamo la capacità di vedere “l’invisibile” come quando affermavamo alla mamma di avere un amico invisibile con il quale si condivideva tutto.
Poi si cresce e queste cose ci sembrano infantili e purtroppo si dimentica.
Mi piace pensare che questo amico possa essere il nostro Angelo Custode.
Pensare all’Angelo Custode come in questa riflessione è, per me, cosa nuova abituata come sono a immaginarlo accanto a me.
Forse perché sono rimasta affezionata ad un quadretto appeso alla parete della camera sopra il letto.
Un bellissimo Angelo, con dei brillantini sulle ali e sulla veste che lo rendevano più luminoso, che guarda con amorevole cura due bambini su un ponticello un po’ sgangherato…
Per me, un’immagine rassicurante, rimasta in quei ricordi d’infanzia che ti fanno bene al cuore.
Un invito comunque a pensare a quella parte “invisibile” che è la nostra spiritualità, che fa parte di noi ma che, secondo me dopo la scelta di Adamo ed Eva, ha perso la capacità di relazione con il Signore e con tutto il Creato.
Abbiamo perso il Paradiso Spirituale, mentre quello Terrestre lo abbiamo qui, sperando di saperlo conservare.
E allora benediciamo i nostri Angeli Custodi che fanno la spola tra l’Infinito e noi.
Non penso agli angeli con le ali piumeggianti,ma ad angeli custodi che hanno il volto di persone che consigliano,aiutano,confortano,sostengono….io ne ho incontrati tanti… Grazie Signore.
È proprio vero che il Vangelo è ogni volta una scoperta. Quante volte ho letto o ascoltato questo passo di Matteo sui bambini; eppure mai avevo notato questo particolare degli angeli custodi, il cui sguardo è rivolto verso il volto del Padre.
Grazie per questo appunto prezioso.
Grazie per l’emozione che mi hai regalato nel leggere questa meditazione. Bella l’immagine del bambino che con gli occhi chiusi sorride ed allunga le braccia. Un abbraccio Stefano