Canne al vento

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Data :16 Dicembre 2021
(Is 54,1-10 / Sal 29 / Lc 7,24-30)

Sei tu il nostro redentore:
la tua fedeltà è più forte della roccia.
La tua grazia ci fa ritornare a Te.
Anche dalla sterilità fai nascere la vita.
Sotto la tua mano anche il deserto fiorisce.
Hai cambiato in gioia la nostra vergogna. 
Non tieni conto del nostro passato. 
Mandi messaggeri a preparare la tua venuta,
e susciti testimoni capaci di soffrire per la fede.
I piccoli e i semplici ci mostrano il regno dei cieli.
La nostra fragilità ci costringe ad aggrapparci alla tua forza.
Il tuo disegno non è reso vano dalle nostre inadempienze.
Amen.

Dal Vangelo secondo Luca (7,24-30)

Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:
Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via”.
Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.
Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro».

Si sa com’è: la gente sente parlare di questo o di quello, di un personaggio o di un altro e poi si muove, incuriosita, per andare a vedere di che si tratta. Giovanni Battista si collocò fin da subito nel deserto. La sua presenza andava già in senso contrario a quel movimento dell’uomo che poteva essere simboleggiato da quell’ascesa verso la Città santa, luogo del pellegrinaggio o un’ascesa verso il potere. Giovanni scende sotto il livello del mare. Si immerge nelle acque e invita tutti a questa immersione. Sarà quello il segno del cambiamento: nessuna ambizione di potere ma solo un gran desiderio di immergersi nell’umano, di procedere nelle stesse acque, fianco a fianco di poveri ed oppressi. 

Immaginate dunque un senso di marcia e tanta, tantissima gente che si muove nell’unica direzione. Improvvisamente vi imbattete in un uomo che cammina in senso contrario. Ecco, quello potrebbe essere Giovanni Battista. Quel suo camminare in direzione opposta è già profezia, è già un invito per l’uomo a ritornare sui propri passi e a non muoversi come trascinato dalla folla o dagli eventi. 

Scriveva Blaise Pascal: «L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura; ma è una canna pensante. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo. Ma quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe pur sempre più nobile di chi lo uccide, dal momento che egli sa di morire. Tutta la nostra dignità sta dunque nel pensiero. È in virtù di esso che dobbiamo elevarci, e non nello spazio e nella durata che non sapremmo riempire».

Gesù tesse pubblicamente l’elogio di Giovanni. La sua grandezza non sta nell’aver meditato sulla sua fragilità o nell’aver rifiutato d’essere un grande nei palazzi del re. È curioso perfino notare che la grandezza di Giovanni emerge maggiormente nel luogo in cui l’uomo si sente più esposto ed in pericolo. E si noti pure che Giovanni ci finirà nel palazzo di un potente, davanti ad Erode ma per continuare a compiere la sua missione di profeta. 

Senza dubbio Gesù afferma che Giovanni è un profeta ma un profeta di cui la Parola di Dio stesso aveva parlato. E dunque la grandezza è misura da non riferirsi a qualità o talenti umani ma semplicemente in riferimento al compimento delle Scritture: «Egli è colui del quale sta scritto: ‘Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via’».

Tolto così ogni dubbio a riguardo di Giovanni, confermato che egli era davvero il profeta che avrebbe preparato la via al Signore, Gesù mette i suoi uditori davanti alla loro personale responsabilità. Non è questione di grandezza del profeta, non è questione di followers… la vera questione è legata alla nostra capacità di accogliere o di rifiutare. Potremmo cioè avere davanti a noi l’uomo più grande di tutti o perfino il più umile; potremmo trovarci davanti un vero profeta, ma tutto dipenderà dal un nostro «Sì!» o da un nostro «No». Farisei e dottori della Legge rifiutando la testimonianza di Giovanni e soprattutto la giustizia di Dio, si chiudono così a quella salvezza che Dio avrebbe offerto pure a loro. 

Tanta tanta fede
per non fare nulla
stare esitando sulla soglia
sorridere a quel vuoto
proprio quello
che si posa intorno
proprio a me.
Luce necessaria
questo fiuto
che da tutti mi allontana
e senza strategia
di riconoscimento
mi fa ospite 
prediletta
di sconfinata preghiera
di pensiero
d’acqua
preciso.

(Chandra Livia Candiani, La Bambina pugile, ovvero, la precisione dell’Amore)


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Piccoli Pensieri (1)

Se penso a me negli ultimi giorni, tutta presa tra i turni di lavoro, le scadenze universitarie e le incombenze quotidiane… In effetti mi sento un po’ anche io una canna al vento.
Ecco allora che anche io, che cerco di stare attenta a cercar di dare aiuto, dove posso, come posso, mi ritrovo a svicolare, preoccupata come sono dei venti che mi sbatacchiano.
Poi mi sento in colpa sí, ma magari farei meglio a ricordare prima che, come ho già esperito molte volte, aiitare gli altri aiuta soprattutto quando si sente più pressante il peso delle nostre preoccupazioni. Perché costringe a cambiare punto di vista. Concentarci su qualcosa di altro da noi ha come diretta conseguenza quella di cambiare il nostro sguardo,facendolo poi tornare “più fresco” al proprio punto di vista pur corredato delle sue belle preoccupazioni. Ci si guadagna tutti insomma!

17 Dicembre 2021

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