Chi sé perde, da Lui sarà ritrovato
O Dio, che hai promesso di stabilire la tua dimora
in quanti ascoltano la tua parola e la mettono in pratica,
manda il tuo Spirito,
perché richiami al nostro cuore
tutto quello che il Cristo ha fatto e insegnato,
e ci renda capaci di amarci gli uni gli altri
come lui ci ha amati.
Dal Vangelo secondo Matteo (16,24-28)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».
Ci avevano provato, quand’eravamo piccoli ad insegnarci che non si può sempre vincere e che nel gioco – come nella vita – bisognava anche imparare a perdere. Il vero guadagno, la vera vincita è saper perdere. E si piangeva, a volte si facevano perfino i capricci, quando si perdeva per poi concludere con il solito: “Non gioco più!”. La sentivamo già da piccoli quella voglia di vincere sempre.
Che piaccia oppure no, di Gesù si dice che da ricco che era si fece povero (2 Cor 8,9). E questo lo volle anzitutto per sé, nel senso che non obbligò alcuno a seguire questo cammino al rovescio rispetto al nostro modo di intendere la vita. La vita per noi è un apice, un culmine di carriera o successo, è poter gestire tutto. Condurre quella vita sognata. Ci si sente più sicuri quando le cose vanno come si è voluto. Ci si sente come salvati dalle proprie mani: merito delle proprie fatiche e conquiste, magari facendo pure notare agli altri che ciò che siamo è frutto di nostra capacità, di nostro ingegno, di nostra previdenza o capacità di risparmio.
E non è solo questione di cose. Sarebbe ancora troppo semplice. È qualcosa di più profondo e radicato in noi: questione di trattenere, di voler possedere, di voler avere il controllo su tutto.
A chi voleva seguirlo, disse che proprio tutto questo andava rinnegato. Che cioè si doveva fare come se queste cose – bugiardamente – non interessassero. Come dire che non si è per nulla interessati a salvare la propria vita anche se nel fondo di sé lo si sa benissimo che rinunciare è la cosa che costa maggiormente. Il sentire comune non aiuta: s’é messo in piedi un sistema tale per cui piuttosto che far comprendere che sarebbe meglio rinunciare ad avere qualcosa, si fa credito e finanziamento… e pure nel minor tempo possibile. Subito!
La vita è presentata spesso come risultato di tanti sacrifici fatti in passato da altri e quante volte non lasciamo andare qualcosa che è costato caro proprio in virtù di tenaci sforzi e rinunce. Ma non basta neppure la parola sacrificio, perché se non era fatto per amore, oggi pesa soltanto, come una croce! E non si può neppure imporla agli altri questa croce.
Da principio alla fine, come dalla testa ai piedi, passando per il cuore (il luogo delle scelte) Egli non si permise mai di creare illusioni in coloro che gli andavano dietro. I suoi discepoli li preparò per bene al duro mestiere di fare l’uomo con un realismo che li fece sentire perduti più volte, senza più ripari né certezze. Non a caso quando la croce non era più solo una parola annunciata e difficilmente compresa ma stava già facendosi un tutt’uno con il suo corpo, fecero come se non lo conoscessero. E ogni volta che erano perduti, Lui era già alla loro ricerca.
Si parte ancora troppo all’arrembaggio quando si vuole diventare cristiani. Sembra che lo si faccia per rimpolpare le fila o per semplice tradizione (che poi non sappiamo più cosa si debba tramandare!). C’è un’opera da fare che diventa urgente e decisiva più che mai: deciderci di seguire Gesù e avviarci a conoscerlo non per sentito dire ma per come i Vangeli ce lo fanno incontrare. Diceva Dietrich Bonhoeffer: “Il problema che non mi lascia mai tranquillo è quello di sapere che cosa sia veramente per noi oggi il cristianesimo e anche chi sia Cristo. Il problema è: Cristo e il mondo diventato adulto”.
Figlio mio, se vuoi servire il Signore, preparati alla prova.
Mettiti sulla strada giusta e mostrati deciso,
non spaventarti nei momenti difficili.
Aggrappati al Signore, non lasciarlo;
finirai i tuoi giorni nella prosperità.
Tutto quello che ti capiterà, accettalo,
fatti forte nei momenti difficili.
Perché, come il fuoco purifica l’oro,
così l’umiliazione mette alla prova chi è caro a Dio.
Fidati di Dio; egli verrà in tuo aiuto;
progetta bene la tua vita e va’ avanti con fiducia.
Voi che amate il Signore, contate sul suo amore;
non allontanatevi da lui e non cadrete nel male.
Voi che amate il Signore, fidatevi di lui:
non perderete la vostra ricompensa.
Voi che amate il Signore, contate sui suoi doni;
essi sono: una gioia duratura e il suo amore.
Quelli che prendono sul serio il Signore
non disubbidiscono mai alle sue parole;
quelli che lo amano seguono la via da lui tracciata.
Quelli che prendono sul serio il Signore
si danno da fare per piacere a lui;
quelli che lo amano si nutrono della sua parola.
Quelli che prendono sul serio il Signore hanno un cuore docile
e si sentono piccoli davanti a Dio.
(dal libro del Siracide 2,1-9.15-17)
L’insegnamento del Signore è irreprensibile
ridona vita
la testimonianza del Signore è affidabile
fa sapienti i semplici.
I precetti del Signore sono retti
rallegrano il cuore
la volontà del Signore è luminosa
dà trasparenza allo sguardo.
Ti siano gradite le parole della mia bocca
il meditare del mio cuore davanti al tuo volto,
Signore mia roccia e mio redentore.
(dal salmo 19)
“Insegnami la strada che porta fino a Te, che io Ti senta accanto in ogni cosa che farò… “, un canto scoperto quasi per caso in una celebrazione Eucaristica particolare, ma che ha avuto ed ha il suo perché, almeno per me.
“L umiltà è obbedire e seguire più da vicino i suoi disegni” dal libro Filotea.