Cosa conta veramente?
(1Ts 1,2-5.8-10 / Sal 149 / Mt 23,13-22)
Un capitolo intero, il ventitreesimo del vangelo di Matteo, contro scribi e farisei. Quel «guai a voi» che torna più volte, potrebbe suonare forse come un severo rimprovero. E potrebbe anche esserlo se abbiamo compreso che le parole del Vangelo non possono sempre essere accomodanti. A volte sono pungenti, graffianti. Guai a noi davvero se le parole del Vangelo assecondassero i nostri comportamenti errati, anche nel campo della spiritualità e della religione. Il Vangelo sta davanti a noi per richiamarci alla vita e più siamo lontani da essa e più le parole del Vangelo sembrano graffiare.
«È giusto sottolineare che probabilmente tanta acredine verso scribi e farisei più che a Gesù stesso dovette risalire ai primi tempi della predicazione degli apostoli e a quando vennero redatti i vangeli, nel momento in cui Israele come Stato non esisteva più e gli scribi si erano organizzati in una classe di rabbini istutuzionalizzato che tentava di salvaguardare una religione ebraica ormai in dissoluzione». (A.G. e P.Grelot, Introduzione al Nuovo Testamento, agli inizi dell’era cristiana).
Dietro quei «guai a voi» c’è sempre e comunque una buona notizia. La presenza di Gesù stesso, attestava che il regno di Dio era finalmente aperto e accessibile. Ecco dunque perché sono allertati scribi e farisei quando vogliono piuttosto che questo regno non sia accessibile. Se non fosse aperto e accessibile per gli ultimi e per i poveri, come potrebbero entrarvi coloro che non sanno mettersi all’ultimo posto? Dal basso della vita, dai sobborghi dell’esistenza c’è sempre un anelito a cercare il regno di Dio e la sua giustizia. Calpestare gli ultimi ed escluderli sarebbe come zittire questo desiderio, questa ricerca.
Scribi e farisei cercavano proseliti, seguaci. Contare, fare numeri, cifre d’affari è sempre un pericolo… perché in fondo l’idea numerica ci abita dentro. Quanto diversamente succede per coloro che incontrarono Gesù stesso: egli non permetteva a tutti coloro che volevano seguirlo di poterlo fare. Spesso, dopo una guarigione, li rimandava alla propria casa per evitare di saperseli legati a sé solo perchè li aveva guariti o liberati dal male. Se Gesù stesso libera è per la libertà, non per legare nuovamente. La logica della gratuità e del dono sono per noi una chiamata.
C’è poi da stare attenti a non perdere le reali proporzioni di ogni cosa. Se l’oro è più importante del tempio, e l’offerta più dell’altare quello è già segno inconfutabile che s’è perso il valore, il significato, il senso di tutto. Cos’è il tempio, cos’è l’altare? A cosa servivano dunque? Il tempio era luogo della presenza di Dio e l’altare è segno di comunione. Dove abita Dio? E cos’è dunque la comunione se poi si fanno selezioni, si chiudono porte in faccia a chi ancora è animato dalla speranza di poter entrare nel regno di Dio? Perché dunque credere?
«Per entrare in comunione con Dio, prima di osservare delle leggi o soddisfare dei precetti religiosi, occorre vivere una relazione reale e concreta con Lui. Perché la salvezza è venuta da Lui, nella sua incarnazione. Questo significa che non bisogna inseguire Dio in sogni e immagini di grandezza e di potenza, ma bisogna riconoscerlo nell’umanità di Gesù e, di conseguenza, in quella dei fratelli e delle sorelle che incontriamo sulla strada della vita». (Papa Francesco all’Angelus del 22 agosto 2021)
O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli,
concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi
e desiderare ciò che prometti,
perché tra le vicende del mondo
là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia.
Amen.
(dalla liturgia di questa settimana)
Dal Vangelo secondo Matteo (23,13-22)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».
Che tipo d’uomo costruisce la nostra società?
Un robot che non pensa?
Un consumatore mai sazio?
Uno schiavo delle varie mode?
Aiutaci, Signore, a capire
quali sono le nostre aspirazioni più profonde, più autentiche;
quelle che contano veramente per la nostra crescita.
Cosa conta veramente?
Ti seguo Gesù,
e quanto è vero!
Conta tutto ciò che non si può contare, stimare, toccare.
Conta tutto ciò che ha la forma del sentimento, dei valori, del significato che gli dai.
Conta il senso delle cose più delle cose stesse.
Sarò davvero ricca se intuiro’ il segreto della felicità e lo metterò in pratica:
non mi serve ciò che posso contare per essere felice. mi è solo utile.
Ho invece bisogno di dare un senso al Senso.
Grazie.
“RiconoscerTi allo spezzare il pane” ed in ogni gesto di umana condivisione e fraternità,”che gioia che gioia,Signore”. Quante cose si possono condividere in un giorno, in una vita intera: ascolto, parole,sguardi, attenzione, gesti di affetto e vicinanza che ci aiutano a spezzare un po’ della nostra vita, per non trattenerla egoisticamente ma donarla un po’ agli altri. “Sostieni la nostra fede Signore” perché non venga mai meno la nostalgia del Vangelo e di Parole che sono spirito e vita. “Solo Tu hai parole di vita eterna” Ti potremmo dire a fine giornata, dopo aver assaporato un po’ di eternità già qui sulla terra.
E se qualcosa possiamo è solo grazie a Te, alla Tua Parola che ci illumina il cammino ed al Tuo Santo Spirito che ci ispira.