Cos’è che ci stanca così tanto?

XVI domenica del Tempo Ordinario

(Ger 23,1-6 / Sal 22 / Ef 2,13-18 / Mc 6,30-34)

Li chiamò a sé per poi inviarli – due a due – ad annunciare il Vangelo. Come sia andata in effetti non lo sappiamo con esattezza. Riferirono di quello che avevano fatto e ciò che avevano insegnato. Altrove, nel Vangelo di Luca, il ritorno dalla missione coincide con una certa soddisfazione dei discepoli, ma Gesù li invitò a non rallegrarsi per il fatto che i demoni si sottomettevano a loro quanto piuttosto perché i loro nomi erano scritti nel cielo (Lc 10.17-24)

Di Gesù conosciamo la sua compassione per le folle e anche il Vangelo di oggi la sottolinea. Egli stesso si è sempre proposto come il punto di ristoro, il luogo dove trovare riposo. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. (Mt 11,28) Le folle erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Anche i discepoli, di ritorno dalla missione, sono invitati a questo riposo. 

Parliamo di vacanze? Parliamo del giorno del riposo? Parliamo dell’opportunità di staccare e partire per i luoghi del dolce far niente?  Potremmo anche, ma risulterebbe un po’ banale. Commuoversi per gente stanca solo perché non può andare in vacanza? Qualcosa non mi torna. Piuttosto: che cos’è che stanca e sfinisce le folle? Ecco, questa mi pare una domanda più profonda, più urgente. 

In principio – raccontano le prime pagine bibliche – c’era questa volontà di Dio di creare ogni cosa perché, nella diversità, fosse sostegno e compagnia. Ogni cosa creata, separata e diversificata da tutto il resto, esprime una sorprendente varietà, una meravigliosa ricchezza a complemento dei nostri singoli limiti. Qualcosa poi s’è insinuato dentro questa meravigliosa creazione e accanto alla scoperta della diversità, s’è fatta strada l’idea della contrapposizione. E così l’uomo è diventato esperto nel rimarcare differenze, nel creare distanze, nel innalzare muri di separazione, nel fare differenze: questi contro quelli, i vicini e i lontani, gli autoctoni e gli stranieri, i credenti e i non credenti, i giovani e gli anziani, chi lavora e chi no, i poveri e i ricchi. La povertà è parte sempre più corposa che si contrappone alla ricchezza di pochi, ma non c’è una reale volontà di azzerare questa distinzione perché proprio il crescente numero di poveri sembra servire ai pochi ricchi per sostenere ancor più la loro grande ricchezza. 

Siamo stanchi proprio di stare nel mondo a sostenere questa continuo gioco delle parti, queste crescenti contrapposizioni. E ancora ci scandalizziamo di Caino quando uccide Abele, senza neppure aver compreso che questa ipotesi è il rovescio della medaglia della fraternità. Quando prese a mandarli – per altro a due a due… chissà come mai? – li invitò a rallegrarsi dell’accoglienza che avrebbero trovato ma li preparò pure al rifiuto. 

Diventa insostenibile stare così nel mondo. Si continua a girare a vuoto e ovunque ti giri si trova questo spirito di contesa, di rivalità. Poi, nel caos dei giorni, quando davvero capita a tutti di non avere pi il tempo di fare ci che avevi in mente, o più semplicemente di non avere nemmeno il tempo di mangiare (come annota il Vangelo per i discepoli); nel caos di parti costantemente contrapposte, viene la domenica, come un tempo per stare un po’ quieti e tranquilli, fuori da questi conflitti feriali. Non è la domenica in sé ma Colui che in questo giorno possiamo incontrare più da vicino, semplicemente sedendoci in mezzo ad un’assemblea convocata per dire che  Egli è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia (Ef 2,14). Potrebbe anche essere il tempo per una camminata all’aria aperta, in montagna, al mare, in campagna, per stare dentro la creazione e sentirci parte di un ecosistema, per fare pace con la natura che continuiamo a martoriare ed essa sembra farsi ancor più risentita nei confronti dell’uomo. 

Cos’è dunque questa pace e questo riposo al quale siamo invitati da Gesù stesso se non ritrovare questa via per la riconciliazione e per il perdono? Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri,
al Padre in un solo Spirito. (Ef 2,17-18)

Quella stanchezza delle folle che muove Gesù a compassione è il risultato di un crescente senso di dispersione, uno smarrimento diffusissimo. Quelle parole che sentiamo spesso ripetere durante l’Eucarestia – Ricongiungi a Te, Padre misericordioso, tutti i tuoi figli ovunque dispersi – oggi potrebbero acquistare un senso più profondo e potrebbero fare eco e dare volto alla compassione stessa di cui parla il Vangelo. Diceva Dietrich Bonhoeffer: «Miracolosamente protetti da potenze benevole attendiamo fiduciosi quello che potrà accadere. Dio è con noi, la sera e il mattino e sicuramente in ogni nuovo giorno». La compassione di Gesù stesso, quella stessa che egli vorrebbe insegnare ai suoi discepoli, è proprio questa potenza benevola che ci protegge miracolosamente. Finché ci sarà qualcuno che saprà manifestare in terra questa divina compassione, potremo stare tranquilli e proseguire il nostro  cammino sulla via della pace. 

O Padre,
che nella parola e nel pane di vita
offri alla tua Chiesa
la confortante presenza  del Signore risorto,
donaci di riconoscere in lui il vero pastore,
che rivela agli uomini la tua compassione
e reca il dono della riconciliazione e della pace.

(preghiera di colletta dalla liturgia odierna)

Dal Vangelo secondo Marco  (6,30-34)

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Èveramente giusto benedirti e ringraziarti,
Padre santo, sorgente della verità e della vita,
perché in questo giorno di festa
ci hai convocato nella tua casa.
Oggi la tua famiglia,
riunita nell’ascolto della Parola
e nella comunione dell’unico pane spezzato,
fa memoria del Signore risorto
nell’attesa della domenica senza tramonto,
quando l’umanità intera
entrerà nel tuo riposo.
Allora noi vedremo il tuo volto
e loderemo senza fine
la tua misericordia.

Il Signore ti ristora, Dio non allontana.
Il Signore viene ad incontrarti, viene ad incontrarti

Vincent Van Gogh, Mezzogiorno – riposo dal lavoro, 1890

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Piccoli Pensieri (2)

Aggiungo il mio pensiero molto più tardi di quanto pensassi, ma ricca della grazia extra di una predica illuminante appena raccolta da un missionario. Il brano del vangelo di oggi è tanto più significativo ricollegato al vangelo della scorsa domenica: il Signore manda gli apostoli in missione (domenica scorsa) e al loro ritorno (oggi) li accoglie invitandoli al riposo. Lui per primo riconosce l’umana fatica e indica la necessità del riposo, a loro come a noi. Quindi raccoglie i suoi e si prepara ad accompagnarli a riposare con Lui, in Lui, nel suo ascolto, nella sua comprensione e nel suo conforto, così noi oggi siamo invitati a riposare in Lui, confidando in Lui, aprendoci ad un dialogo speciale con Lui. Sa di cosa hanno bisogno e si dispone per aiutarli… Eppure è altrettanto pronto a cambiare i suoi piani, scendere dalla barca, ed accogliere anche i bisogni di quella folla che lo insegue come un gregge smarrito in cerca di guida. Il Signore è pronto a rimettersi in gioco, mettere da parte la stanchezza ed accogliere altri bisogni. E noi? Siamo pronti a metterci in discussione?

18 Luglio 2021
Maria Rosa

Sei tu Signore che abbatti il muro di separazione che ci divide anche da noi stessi e allora ti chiedo di farlo per poter ritovare la gioia del vivere
Raccogli la nostra stanchezza e le nostre dispersioni.

18 Luglio 2021

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