Dal cuore degli uomini (in coscienza)
XXII domenica del Tempo Ordinario (B)
(Dt 4,1-2.6-8 / Sal 14 / Giac 1,17-18.21-22.27 / Mc 7,1-8.14-15.21-23)
Se si sciolgono i ghiacciai non è colpa dei pinguini. Se bruciano le foreste, non è colpa degli scoiattoli. Se straripano i fiumi non è colpa dei pesci… E se una persona accoltella un suo simile? Non è di certo colpa del coltello. Dovremmo dunque aver compreso che i cambiamenti climatici in atto (e non sono quelli appunto!) sono frutto della mano dell’uomo, che certo non aveva l’intenzione di cambiare in peggio…. ma se dunque il risultato finale parla da sé, da qualche parte, in qualche luogo, qualcosa non ha funzionato. Dove dunque?
E chi da piccolo – anche una sola volta – non ha sbattuto la propria testa contro lo spigolo di un tavolo e s’è fatto male? E poi via, a precipitarsi nelle braccia di mamma o papà a piangere per il doloro di quella botta. E ancora, sempre con mamma o papà a rimproverare il tavolo per averci fatto del male. Ma il male non era nello spigolo del tavolo. A pensarci bene, poco prima di quell’incidente, stavamo correndo all’impazzata laddove c’avevano appena detto di stare molto attenti perché avremmo potuto farci seriamente del male. E dunque, sarebbero gli altri ad averci gufato una disgrazia solo per averci ammoniti di un pericolo da non sottovalutare.
E per finire siamo pure solennemente capaci di attribuire a Dio le nostre disgrazie solo per averci insegnato a distinguere Bene e Male, Vita e Morte; solo perché, come Padre buono, ci ha avvertiti che davanti a noi ci sono almeno due vie.
Cercare la causa di ogni problema lontano da noi non sarà mai la soluzione per risolvere alcuni problemi. Dov’è dunque la radice del male così da poterlo estirpare definitivamente? Dentro il cuore dell’uomo dice chiaramente il Vangelo. Gesù stesso lo dirà a scribi e farisei in una delle sue dispute più accese. E tutto ebbe inizio perché i suoi discepoli non rispettavano regole esteriori di purità rituale. Di certo oggi – fatta forse eccezione per alcuni ambienti – non ce la prendiamo nemmeno più per questioni religiose da osservare. Provate a fare anche solo un esperimento del genere: chiedere ai fedeli che escono oggi dalle chiese se hanno osservato il digiuno eucaristico… forse vi sentirete addosso due occhi interroganti che lasciano intendere una certa irriverenza della domanda. Forse uno sguardo di compassione come a dire: «Cose superate, cose di altri tempi!». O più semplicemente una domanda: «Cos’è?». E sarebbe solo un esperimento che potremmo ripetere per qualche decina di altri precetti religiosi.
Così, dalle pagine del Vangelo si evince pure il fatto che il nostro caro ed amato buon Gesù, quando stava a colloquio con scribi e farisei che lo chiamavano in causa quasi che in Lui dovessero assolutamente trovare la radice di tutti i mali, non era più così tenero e dolce. Lo abbiamo edulcorato non poco il Cristo dei Vangeli, facendolo passare per l’uomo più buono della terra (e di certo al presente lo fu davvero!) ma non dobbiamo dimenticarci quanto accorate e paterne furono certe sue parole che travisarono sempre come parole amare. Tutto per aver messo sempre l’uomo davanti alla sua coscienza.
Nelle pagine della Bibbia si chiamava cuore ciò che noi oggi indichiamo con coscienza. Il luogo intimo ed interiore, giardino segreto, dove non possiamo mentire a noi stessi. Perché il prossimo possiamo sempre gabbarlo, discostandocene semplicemente. E pure Dio possiamo fingere di non ascoltarlo. Ma Egli, ci da appuntamento proprio al cuore del cuore, nell’intimo della coscienza, nel santuario più santo che esista sulla faccia della terra. Proprio lì, Egli ci attende… come un Padre che ha dato i suoi avvertimenti ai figli perché di quei figli voleva solo il Bene e non voleva affatto che si facessero male alcuno.
Solo quando ci scottiamo col fuoco ritiriamo istintivamente la mano da esso. Solo quando ci siamo fatti male, ci ripariamo nel segreto della coscienza e se qualche Parola di vita è stata lì deposta, sarà proprio quella Parola stessa a riportarci sulla via del Bene, sulla via della Vita. Sarà quella vittoria di Cristo sul Male che celebriamo anche oggi, mistero di morte e resurrezione accolti non per sé stesso ma per noi. Come quella stessa vita, che in cuor suo, il Figlio di Dio ha deciso di donare ai suoi fratelli.
Ciò che gli occhi vedono all’esterno sono solo minuscoli frammenti di una realtà molto più complessa e vasta, come le schegge colorate racchiuse in un caleidoscopio. Solo quando la Luce (che è Dio) attraversa lo spettro del cuore, il mondo ci apparirà al fondo di noi stessi una meraviglia sempre nuova.
Attendo da alcuni giorni la pubblicazione ormai imminente di un piccolo libro di una grande pensatrice che ha saputo incuriosirmi fin dalle prime battute: «Una buona pratica preliminare di qualunque altra pratica è la pratica della meraviglia. Esercitarsi a non sapere e a meravigliarsi. Guardarsi attorno e lasciar andare il concetto di albero, strada, casa, mare e guardare con sguardo che ignora il risaputo. Esercitare la meraviglia cura il cuore malato che ha potuto esercitare solo la paura». (Chandra Candiani, Questo immenso non sapere, conversazioni con alberi, animali e il cuore umano, ed. Einaudi, collana “Le Vele”, settembre 2021)
O Padre,
che sei vicino al tuo popolo ogni volta che ti invoca,
fa’ che la tua parola seminata in noi
purifichi i nostri cuori
e giovi alla salvezza del mondo.
Per Cristo, nostro Signore.
Amen.
Dal Vangelo secondo Marco (7,1-8.14–15.21-23)
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Non c’è luogo, un angolo, un infimo spazio
di cui si possa dire: ecco, qui c’è il male,
questo il suo nascondiglio,
qui allignano le sue radici:
non creatura dell’universo
che possa dirsi malvagia;
unico spazio del male, suo antro,
è il cuore dell’uomo:
da qui, è solo da qui
che irrompe questo oceano di male
che sommerge tutta la terra:
Signore, cambiaci il cuore,
dacci un altro cuore, Signore!
Amen.
(David Maria Turoldo)
Oggi si chiude il periodo dedicato alle mie ferie,
tempo di riposo, di relax, di famiglia e per me stessa.
Con Gesù sempre protagonista della mia vita, dentro il mio cuore e la mia coscienza.
È stato un periodo molto bello, sereno e leggero e ringrazio il Signore per questo dono, di cui avevo molto bisogno.
Ogni Giorno mi ha accompagnato permettendomi la lettura del Vangelo, della riflessione attinente sempre profonda e importante e la preghiera.
Infine le mie parole scritte per ben mettere a fuoco il mio pensiero e il prodotto della riflessione.
Mi sono regalata 30 minuti ogni sera, ed è stato bellezza, senso di pienezza e intensa gratitudine verso il nostro don Stefano, maestro di vita e guida spirituale eccellente.
Ho bisogno di Ogni Giorno ogni giorno.
È uno strumento, un contenitore di contenuti, un’opportunità.
Il Vangelo di oggi mi invita a mettermi in gioco, ad assumermi le mie responsabilità, ad avere il coraggio di vedere le cose come realmente stanno senza trovare scuse, che spesso sono solo che inutili difese senza senso, che appesantiscono la nostra coscienza.
Occhio e orecchie rivolti alla mia coscienza sempre,
cuore e coscienza, luogo dove abita lo Spirito Santo che è Gesù, figlio di Dio.
Mi voglio impegnare a continuare così, dedicando a me stessa, per Gesù e in Gesù questo prezioso momento di preghiera e di meditazione,
anche se le vacanze sono finite e mi pare già oggi di avere poco tempo a disposizione…
ma lo so che volere è potere,
e che quando ho la consapevolezza dell’immensa importanza che il Signore ha nella mia vita,
allora trovare il mio piccolo spazio quotidiano diventa possibile,
perché c’è il desiderio e la volontà.
Prima di tutto Gesù.
Stasera Grazie a te don!
Mi trovo tra le mani, mentre sistemo insieme a fratelli e sorelle la nostra chiesa, un piccolo pieghevole cartonato. Non posso non leggere, conservare ed ora condividere parte del contenuto:
Tu, il Cristo, il Risorto, la tua voce tranquilla si fa conoscere attraverso il Vangelo. Tu dici:”Perché vi preoccupate? Una sola cosa è necessaria:un cuore in ascolto della mia parola e dello Spirito Santo”.
E un cuore in ascolto non può che desiderare di essere cuore a cuore con Dio, per andare al cuore del proprio cuore e lì trovare con sorpresa e meraviglia le Sue Parole, che sono spirito e vita e che aiutano a ripulirlo dalle impurità che lo abitano. Se un cambiamento è possibile è sempre e solo a partire da noi stessi, in un affascinante cammino in quel giardino segreto speciale ed ognuno ha il suo.
Una riflessione di stamattina…
Si dovrebbe uscire dalla chiesa, dopo aver partecipato alla s. Messa, cambiati,trasformati da Gesù Cristo che abbiamo incontrato,che é entratonel nostro cuore, che ci ha commosso e che nel nostro ‘giardino segreto’ ha fatto promettere di non fare uscire alcun tipo di male perché c’è il ‘Sacro’: lo riconosceremo dalla Sua Pace.
Nel silenzio che faremo, lo accoglieremoe avvertiremo pulsare il Suo cuore.
Allora sì che manderemo attorno a noi segnali di Vita pura.
” E necessario molto cuore per ascoltare i silenzi di Dio.” (p. Ermes Ronchi)