Dilucolo

Caspar David Friedrich, Mattino di Pasqua, Madrid, museo Thyssen-Bornemisza

Domenica di Pasqua

(At 10,34a.37-43 / Sal 117 / Col 3,1-4 / Gv 20,1-9)
Jan Lundgren, Lars Danielsson & the Gustaf Sjökvist Chamber Choir, Maria Magdalena et altea Maria, Magnum Misteriuam

Maria Magdalena et altera Maria
ibant diluculo ad monumentum;
Iesum, quem quaeritis, non est hic,
surrexit sicut locutus est;
praecedet vos in Galilaeam,
ibi eum videbitis, alleluia!

Maria di Màgdala e l’altra Maria
andarono all’alba al sepolcro;
Gesù che voi cercate, non è qui,
è risorto come aveva detto;
vi precede in Galilea,
la lo vedrete, alleluia!

Una parola desueta o insolita può ancora spingerci a leggere per cercare di capire cosa significhi? Quando sentivano il Maestro parlare di «resurrezione» si chiedevano la stessa cosa. Non comprendevano cosa significasse risorgere da morte.

Il mio incontro con le Sacre Scritture, devo riconoscerlo, avvenne per altre vie. Per strade non consuete. Non la catechesi. Non la frequentazione assidua di una comunità parrocchiale. Probabilmente al bisogno, secondo le consuete scadenze come accade per i più: prima Comunione e Cresima. Il battesimo, se il ricordo di certi racconti di famiglia non mi inganna, rischiai di non riceverlo a causa di un malinteso circa l’orario stabilito. Ma, fortunatamente, fu celebrato. Ed ogni notte di Pasqua il ricordo corre anche a quel dettaglio raccontatomi. 

Il mio incontro con le Sacre Scritture avvenniva, nei giorni del Natale, per quella passione di costruire il presepio. Avevo una Bibbia a fumetti e la sfogliavo per cercare ispirazioni paesaggistiche di come ambientare la scena natalizia. In seguito iniziai a leggere anche le parole dentro le nuvolette. Ed erano parole del Vangelo ma suppongo non lo sapessi nemmeno.

Per quanto invece concerne la Pasqua – ne ho una certezza vivida – tutto avvenne per mezzo della musica. La Passione secondo Matteo e quella secondo Giovanni le ascoltai, prima che in chiesa, nelle opere musicate da J. S. Bach. Da quelle poi scoprii che lo stesso compositore musicò anche il Vangelo di Natale. Così come il cantico di Maria.

Ascoltavo a lungo, nei primi anni delle scuole superiori, «Il Messiah» di G. F. Handel, quello per intenderci del famosissimo «Alleluia», maldestramente utilizzato spessissimo anche per spot pubblicitari. Qui il natale, la passione, la morte e la resurrezione di Gesù mi parevano splendidamente riassunte, come un luminoso percorso. Imparai ad ascoltare quell’opera con tanto di spartito sottomano. Me lo prestò un compagno di studi. Non tanto per la partitura in sé quanto per comprendere i testi che venivano cantati. Il mio incontro con le Scritture avvenne proprio attraverso quest’opera musicale. Univo l’utile al dilettevole: lo studio dell’inglese aiutava a comprendere. Le parole bellissime dei profeti le scoprii proprio lì e le imparai a memoria col suono di melodie e di arie sacre. Le parti dei cori mi riempivano il cuore. Sentivo che per dire certe cose occorreva essere più di uno, la forza di una parte corale pareva convincermi assai. Il mio incontro con le Scritture avvenne proprio così. 

Nell’insolita Quaresima 2021 – praticamente tutta in quarantena – sono tornato spessissimo ad ascoltare qui brani che fin da ragazzo mi hanno aperto l’orecchio all’ascolto delle Scritture. Un senso di gratitudine mi fa ringraziare ogni giorno lo Spirito santo che in molti modi, in diversi tempi, ha saputo manifestare la sua creatività per annunciare l’unico e medesimo Vangelo. E se è giunto ai miei orecchi, questa è la prova che tutti possono intenderlo. Anche per altre strade. Non mi spaventa dunque l’ipotesi di altri percorsi, di altre strade per accedere alla conoscenza dell’unico Vangelo che è Gesù. Per altro sento che proprio questo sarebbe il tempo opportuno per provare. E in questi giorni del triduo pasquale c’abbiamo provato perfino con i piccolissimi che abbiamo scoperto essere più liberi da tanti pregiudizi e più liberi di correre incontro al Vangelo. 

In questo mattino o giorno di Pasqua, ascolto un altro brano. Meno possente rispetto ad altri brani corali come quelli già citati, ma non da meno efficace. Trovo geniali questi accostamenti di brani evangelici con la delicatezza delle improvvisazioni jazzistiche. Ascoltando le note di uno strumento a corda pizzicato e di un pianoforte, vedo quel lento incedere da mattino di Pasqua, sento il timore di accostare certi temi, quasi un avvicinarsi barcollanti e in punta di piedi alla tomba, alle storie di ciascuno, ai temi di una Vita. Buona Pasqua così, dunque! Che sia un procedere, seppur timido o lento. Un camminare che sembra quasi barcollante, insicuro… come un bambino che muove i primi passi, come qualcuno che dopo una lunga degenza torna a mettere i piedi a terra… come i discepoli dalle gambe indolenzite perché mai avevano corso così tanto per sfuggire nel momento in cui il Maestro si consegnava.

Pasqua è fare passi. Come pecore che cercano sorgenti d’acqua limpida. Come bambini che corrono incuriositi verso un cesto pieno di pulcini che pigolano. Come discepoli che credono alle parole di altri discepoli. Come i passi di chi va verso il Pane, a mendicare Vita e sostegno per essa. Pasqua è fare passi in avanti. 

O Padre, che in questo giorno,
per mezzo del tuo Figlio unigenito,
hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna,
concedi a noi, che celebriamo la risurrezione del Signore,
di rinascere nella luce della vita,
rinnovati dal tuo Spirito.
Amen.

(dalla liturgia di Pasqua)

Dal Vangelo secondo Giovanni (20,1-9)

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Signore,
inizia il vero dramma del cristiano:
riuscire a credere che Tu sei risorto,
testimoniare al mondo intero che Tu sei vivo,
l’unico tornato dai morti.
Perché credere alla resurrezione
significa cambiare ogni cosa,
cambiare il modo di pensare, modo di vedere,
perché diverse sono le stesse cose:
Signore, donaci di credere!
Amen.

David Maria Turoldo

Eugène Burnand, Pietro e Giovanni corrono al sepolcro, 1898

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Piccoli Pensieri (3)

Gianna

Profondamente commossa e colpita dal tuo innamorarti della Parola. Profondamente sentita questa Pasqua grazie al tuo accompagnarci, e alle parole e ai gesti di Papa Francesco E spero tanto che non si fermi il mio sentire dopo questi giorni. Tanti auguri a te, alla tua famiglia, a tutta la tua comunità, in special modo ai bambini, di una Pasqua serena e colma di amore. E grazie di cuore.

4 Aprile 2021
Adriana Salvi

Grazie, don Stefano, x esserci stato vicino in questo lungo e difficile periodo, con costanza, con creatività nelle proposte e con profonda umanità nelle riflessioni giornaliere. È grazie anche a te se oggi posso riprendere a camminare, anche se con timore, con fiducia e serenità dietro al Risorto. Grazie di cuore a te e alle belle persone che ho incontrato nelle riflessioni. Buona Santa Pasqua.

4 Aprile 2021
Dania

“Una volta che si comincia a camminare con Dio, si continua semplicemente a, camminare e la vita diventa un’unica, lunga passeggiata” (Etty Hillesum).
Tutto può passare…la vita può sfiorire…un sogno può svanire…e si dovrà anche morire… Ma una certezza resta per un cristiano:l’Amore del Signore che è per sempre, per tutti e per ciascuno.
“Il Cristo è Risorto e vivo” e lo può essere in ognuno di noi, Alleluia.
Buona Pasqua di cuore a “tutti gli uomini amati dal Signore”. Ti rendiamo grazie per la Tua gloria immensa ed il Tuo amore senza fine.
E a te Don Stefano grazie per come ti racconti e fai conoscere e soprattutto per come ci parli ed hai sempre parlato di Lui.

4 Aprile 2021

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