Dove anche le pietre chiedono ascolto
XXXI domenica del Tempo Ordinario (B)
(Dt 6,2-6 / Sal 17 / Eb 7,23-28 / Mc 12,28-34)
C’erano della pietre. Da qualche parte saranno pure state. Ma ora non stanno più al loro posto. Mi avevano insegnato fin da piccolo che le pietre è meglio lasciarle dove sono, perché non sappiamo nulla di come siano finite proprio dove le abbiamo trovate. Ma queste pietre – non saprei dire se prese casualmente o scelte – di certo non sono più al loro posto. Queste pietre qualcuno le ha raccolte non per essere lanciate contro qualcosa o qualcuno ma semplicemente per starsene di nuovo immobili ma come messaggi silenziosi. Le chiamerei pietre per viandanti. Non pietre d’inciampo ma forse pietre miliari, che potrebbero segnare il cammino di ciascuno. Ci sono delle pietre: accade non troppo lontano da casa, in una frazione che sta esattamente all’opposto dalla frazione in cui abito. Sto parlando delle pietre di Sant’Anna, la piccola chiesa in località Campagnolo.
Ci sono parole che ascoltate diventano come roccia solida su cui fondare la propria vita. Trovare pietre ricoperte di parole è un po’ come trovare cuori induriti che, infine, sono stati trasformati in cuori di carne. La parola è carne che alimenta il nostro cammino. Abbiamo bisogno di parole lungo il cammino, durante la nostra vita. A volte più del pane. Parole affidabili, credibili. Fossero anche parole dure.
Qual’è dunque la parola più grande che potrebbe perfino diventare un comandamento o legge senza che appesantisca il nostro cammino? Parole che suonano bene, che si facciano ascoltare… Ascolta! Ecco la parola. In quella piccola chiesa di sant’Anna, già bella per la sua collocazione geografica, alcune pietre invitano all’ascolto che è principio dell’amore. Non c’è amore senza ascolto. E dunque ascolto sia. Della vita come accade. Non per come la progettiamo. Non per come vorremmo che andasse. Ascoltare la vita, pensare ogni giorno a cosa ci è accaduto ed ascoltare profondamente quel messaggio che nemmeno le pietre possono tacere. Lo aveva detto pure Gesù che se non avessimo testimoniato noi, avrebbero gridato le pietre. A sant’Anna le pietre non gridano. Sussurrano solo. Ma nel silenzio che le circonda, è possibile ascoltare anche le pietre. Se è vero che ogni creatura ha qualcosa da raccontare. Da dire. Da ascoltare. Amerai dunque solo se ascolterai. E dove c’è ascolto non si è lontani dal regno di Dio.
O Padre, tu sei l’unico Signore
e non c’è altro Dio all’infuori di Te:
donaci la grazia dell’ascolto,
perché i cuori, i sensi e le menti
si aprano al comandamento dell’amore.
Per Cristo, nostro Signore.
Amen.
(orazione di colletta dalla liturgia odierna)
Dal Vangelo secondo Marco (12,28-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Signore Gesù,
Tu ci ricordi che all’inizio sta l’ascolto.
Zittisci in noi le parole vuote.
Trovino dimora nel nostro cuore
le tue parole, Signore Gesù,
e per tua grazia, ciascuno di noi
sia fedele al testamento che ci hai lasciato
di amarci gli uni gli altri
come tu ci hai amati.
Amen
Mia sorella raccoglie sassi che vengono dal Cielo…Hanno tutti forma di cuore, piccoli e grandi.dovunque Va, lei o loro, si fanno trovare…Sono la voce dolce del figlio che non c’è più. Il cuore di quel figlio ora sta in tutti quei cuorisasso che hanno riempito la sua casa. Molti sono serviti ad occupare il suo dolore: li ha colorati, tutti rossi. Il cuore di questa mamma ora è per chi ha bisogno di una parola buona, di un pensiero gentile e suo figlio sorride, come sempre faceva quando era ancora fra noi.
Gesù, in questo Vangelo di oggi, mi dai le coordinate giuste dicendomi:
ASCOLTA prima di tutto e poi AMA…
Tu mi chiedi di mettere in pratica questi due verbi ed io Ti chiedo di aiutarmi a custodire la Tua Parola. Fa che la ripeta dentro di me e che prenda dimora nel mio cuore, perché solo se ascolto la Tua Parola, saprò amarTi in ogni fratello che mi poni accanto.
Mi sembrava di verde già sentito parlare e sono andata a ricrcarlo: #dilloconunsassolino
Digitando su Facebook e sul web si trovano le istruzioni per questa iniziativa, nata in tempo di pandemia, per lasciare messaggi positivi ai passanti.
Mi ha ricordato i legnetti incrociati a formare una croce lasciati da Carlo Acutis dove passava, perché chi li vedesse potesse ricordare Gesù.
Anch’io, come Stefania, raccolgo sassi dei luoghi dove sono stata, sono i miei souvenir silenziosi e parlanti allo stesso tempo.
E se ci penso, li ho spesso raccolti in luoghi di grande silenzio, dove solo la natura fa sentire la sua voce: mare, montagna, deserto, ….
A sentirlo il comandamento proposto da Gesù, “amerai il tuo Dio con tutta la tua forza e tutta la tua anima e il prossimo tuo come te stesso”, non sembra “così difficile”… Ma se a questo si aggiunge “Ama come se nessuno ti avesse mai ferito” la prospettiva cambia, e non poco!
Sarà che sono sempre stata di animo sensibile e, da sempre, molto suscettibile alle ferite emotive. Tanto che, di fatto, con il tempo mi sono anche abituata a “schivarne” almeno un po’.
Ben diverso però, e ben più arduo, riuscire a mantenere il cuore aperto, senza barricate, senza scudi… Aperto sí a possibili ulteriori ferite, ma anche a potenziali meravigliosi abbracci.
Visto così forse si riesce a trovare un po’ di forza in più per provare a smontare qualche paura, qualche pezzetto almeno, ed aprirsi un poco di più.
Scritte su pietre. Catturano i colori. È anche arte. Sono belli.
Ho sempre raccolto sassi. Ne ho sulla scrivania, in giardino e nell’orto, in casa dentro vasi e vasetti. Mio marito ad un sasso ha dedicato una poesia. Mia figlia li raccoglieva ovunque andasse, dal mare alla montagna, catalogandoli.
E la prima uscita alla scuola dell’infanzia per la nipotina è stata di andare al fiume in cerca di sassi da colorare: uno è diventato una castagna.
I sassi per me sono ricordi belli, dove ho avuto l’opportunità di fermarmi e di guardare. E così dopo tanti anni so dire da dove arrivano. E un poco mi parlano.
E così ci parlano i sassi di Sant’Anna, portatori di messaggi, per chi si ferma, per chi li legge.
Buona domenica