Fedele è colui che chiama
(Col 2,6-15 / Sal 144 / Lc 6,12-19)
Con quale criterio scelse i suoi dodici compagni di viaggio ci piacerebbe tanto poterlo sapere. Sappiamo solo che quella scelta nacque all’alba di un nuovo giorno, dopo una notte passata in preghiera, notte nella quale il Padre avrà ricordato al Figlio la fedeltà del suo amore e il senso di quel suo stare in mezzo agli uomini.
Sappiamo bene che non venne per chiamare i giusti ma i peccatori (Lc 5,32) e questo potrebbe essere il criterio più che valido per motivare quella Sua scelta. È interessante notare che di discepoli ne aveva molti di più di quei dodici. Chiamò dunque a sé i suoi discepoli e tra questi scelse coloro che chiamerà apostoli, inviati. E sceso in un logo pianeggiante, già in compagnia dei dodici apostoli, si dice ancora che c’era una gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente. Erano venuti per ascoltarlo e per essere guariti dalle loro malattie.
Non basta dirsi discepoli, come si contano seguaci, fans o followers. Occorre anzitutto che di Lui sentiamo una chiamata… a conversione. Occorre che in noi ascoltiamo questo desiderio profondo d’essere guariti, non fosse che da pensieri e preoccupazioni che ci tormentano quotidianamente, come fossero spiriti cattivi.
La preghiera di Gesù rimane qualcosa di intimo e di segreto, un colloquio notturno con il Padre, eppure di questa preghiera ne sentono la forza tutti coloro che in qualche modo desideravano entrare in contatto con Gesù stesso. Ne scelse dodici e decise di mantenersi fedele a quella chiamata. Chiamare quei Dodici fu una ferma decisione: non temette di essere smentito o contraddetto, neppure dai fatti (il tradimento di Giuda e l’abbandono di tutti i discepoli) perché quella scelta proveniva da un amore più grande. Fedele dunque non è colui che risponde ma Colui che chiama.
La tua Parola è molto vicina,
Signore nostro Dio,
molto vicina è la tua grazia.
Vienici incontro
con la tua potenza e la tua misericordia.
Non lasciare che siamo sordi alla tua voce,
ma rendici aperti e ricettivi
per Gesù Cristo, tuo figlio,
che verrà per cercarci e salvarci,
oggi e ogni giorno,
fino all’eternità.
Huub Oosterhuis
Dal Vangelo secondo Luca (6,12-19)
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Non è sorprendente – dice Dio –
che la nostra storia
sia intessuta di appuntamenti mancati!
Voi mi aspettate nell’onnipotenza
e io vi spero nella fragilità di una nascita!
Voi mi cercate nelle stelle del cielo
e io vi incontro nei volti della gente
che popola il mondo!
Voi mi riponete nel guardaroba delle idee ricevute
e io vengo a voi nella freschezza della grazia!
Voi mi volete come risposta
e io mi trattengo nel fruscio delle vostre domande!
Voi mi attendete come pane
e io scavo in voi la fame!
Voi mi foggiate a vostra immagine
e vi sorprendo nell’indigenza di uno sguardo di bimbo!
Ma, dice Dio,
sotto il selciato del vostro errare,
un avvento di tenerezza si prepara
dove io vi attendo
come la notte attende il giorno….
Francine Carrillo
La lettura del Vangelo di questi giorni la vivo come una grande raccomandazione ad avere Fede, semplicemente e senza farmi troppe domande.
È la Tua chiamata Gesù che conta, e se io non la prendo in considerazione, so cosa mi perdo:
l’opportunità di seguirTi,
la possibilità di percorrere la strada giusta,
la direzione della verità,
il senso di pienezza dentro il mio vivere,
il sacrificio che mi conduce alla gioia della soddisfazione
il senso della mia vita.
Ho scelto di seguirTi e desidero rinnovare questa direzione ogni giorno,
anche quando ci sono cose che fanno apparire la strada più semplice e con apparente possibilità di felicità, senza troppi sforzi.
La chiamiamo “tentazione” e la riconosciamolo dalla faciloneria che si porta dietro …
la via, la verità e la vita implicano un cammino impervio, faticoso e di ostacoli da oltrepassare,
ma la Fede che mi chiedi e doni Gesù, è una garanzia di profonda gioia, sulla Tua via, nella verità e dentro una vita tutta da vivere, seguendoTi.
Grazie Gesù,
e grazie don Stefano.
“Chi ama chiama, risponde chi ama…” e Gesù non poteva e non può che chiamare.
O Gesù,
inondami del Tuo Spirito e della Tua vita.
Penetra in me e impossessati del mio essere, così pienamente, che la mia vita
sia soltanto un’irradiazione della Tua.
Aiutami a spargere il profumo di Te, ovunque vada.
Che io cerchi e veda non più me, ma soltanto Te.
Fa’ che io Ti lodi, nel modo che a Te più piace, effondendo la Tua luce su quanti mi circondano.
Che io predichi Te senza parlare,
non con la parola, ma col mio esempio,
con la forza che trascina, con l’amore che il mio cuore nutre per Te. Amen.
(John Henry Newman, trovo questa sua invocazione semplicemente meravigliosa)
“Occorre che in noi ascoltiamo questo desiderio profondo d’essere guariti, non fosse che da pensieri e preoccupazioni che ci tormentano quotidianamente, come fossero spiriti cattivi”.
Donaci Gesù di ascoltare il desiderio profondo di essere guariti e liberati