Felici sì… ma per cosa?
Luce che viene dal Padre,
sorgente di bontà, noi ti benediciamo.
In questo nuovo mattino manda il tuo Spirito santo
ad aprire le nostre menti.
Renderci docili all’ascolto, e attenti alla parola di libertà
che ci è stata donata attraverso Gesù.
Questa Parola ci ricollochi sulla terra
perché possiamo abitarla con fede,
prendendocene cura perché essa è tuo dono
da condividere con ogni figlio dell’uomo. Amen.
Dal Vangelo secondo Luca (10,17-24)
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Fuori è ancora buio e soffia, da ieri sera, un vento incredibile. Mette una certa inquietudine, anche stando in casa. Il pensiero corre veloce a chi sta cercando di riposare o ha dormito in ripari di fortuna, dentro cartoni misti a coperte, avvolto da mulinelli di prime foglie secche e di piccoli rifiuti di strada. Inizia a far freddo… I serramenti scricchiolano e gli alberi si flettono all’inverosimile. Guardo fuori dalla finestra: vedo l’albero di noci che tanto m’è stato utile quest’estate per ripararmi dal sole mentre incontravo chi desiderava venire a scambiare alcune parole. Si flette. Resiste. Eppure ho così timore per lui. Non è un giovane albero e non saprei se è elasticità che giova o robustezza. Gli alberi del vicino parco sono già stati letteralmente spezzati o schiantati al suolo dai violenti uragani estivi. Anche i miei cani se ne stanno quieti e appallottolati come non mai: è il loro modo per ripararsi. A volte, coi loro comportamenti, sembrano dare indicazioni così precise che non guarderei neppure alle previsioni meteorologiche. Il vento, soprattutto quando è così impetuoso, ha questo potere di ridimensionare l’uomo: ci fa sentire ancora più piccoli e indifesi. E ogni volta che soffia il vento, sempre, come un costante richiamo, mi ritornano alla mente le parole del Primo libro dei Re: “Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera.” (1 Re 19, 11-12)
Dovremmo quindi starcene qui tranquillo, sapendo che il Signore non è in questo vento? Dovremo dunque attendere piuttosto il sussurro di una brezza leggera… qualcosa di più piccolo, di meno vigoroso, di meno potente, di più esile. Le notizie che oggi faranno rumore sui giornali e alla TV parleranno di disastri ambientali. Se anche questo serve a ridimensionarci sulla Terra e nell’intero Universo, ben venga… ma temo sempre che il seguito sarà un ennesimo tentativo dell’uomo di riaffermare la propria forza, la propria superiorità, la propria supremazia.
Eppure, nella vita, accadono cose e si fanno esperienze davanti alle quali non riesci affatto a dire che l’uomo ha il comando. L’uomo se ne esce piuttosto piegato, abbattuto e sconfitto. Sembra davvero che il male abbia il sopravvento. Non mettiamoci a fare elenchi: non servirebbe. Ciascuno, mentre legge, ha già avuto i suoi proprio rimandi a giornate di vento impetuoso nell’animo, di turbinii interiori e di domande che ti arrovellano da far girare la testa… perché il Male?
Leggo il Vangelo di oggi e trovo subito – prima dichiarazione del testo – settantadue persone felici nello stesso momento e per lo stesso motivo. Praticamente un vero miracolo! Settantadue persone che riescono a mettere a fuoco il motivo della loro gioia: i demòni si sottomettono. Il male, almeno quello che loro stessi avevano visto e incontrato, è piegato e sconfitto. Dalle loro parole sembra di vedere perfino la loro euforia mista ad incredulità. Sembrano non credere ai loro occhi. Gesù, per fugare ogni dubbio circa l’esito di quella missione, conferma di aver visto Satana precipitare dal cielo come una scarica elettrica dagli effetti vistosi. Sembra di intuire in questa visione di Gesù che il Male che tanto fa soffrire l’uomo altro non sarebbe che questa reazione isterica di Satana che sta precipitando a terra. Dato che noi siamo ancora qui con i nostri piedi per terra, siamo noi che ne avvertiamo tutta la scarica.
Gesù, tra folgori maligne e il fragore del vento esterno, arriva a sussurrare una parola: nulla potrà danneggiarvi…Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Come ad invitarci a non cantare vittoria, come a dirci di non smettere di vigilare e discernere il Bene dal Male. Poi, ci invita a guardare il cielo. Proprio quel cielo che regge la terra, quel cielo che contiene i nostri nomi, quel cielo che ci ha ben presenti insomma, che ci conosce bene, che sa di noi. Poi, come invitati ad ascoltare la sua preghiera, Gesù ci dice che suo Padre è signore proprio di quel cielo e pure della terra. La gioia un po’ chiassosa dei settantadue pare già nulla a confronto di quella più discreta ma profonda che Gesù stesso prova nello Spirito santo. C’è una contemporaneità di persone che si rallegrano, ma diversa è la ragione di quella gioia. Quale sarà la nostra? Felici di un successo, fosse anche quello contro il male, o felici di saperci piccoli ma destinatari delle cose che un Padre vuole dire ai suoi figli?
O Spirito Santo,
sei Tu che unisci la mia anima a Dio:
muovila con ardenti desideri
e accendila con il fuoco del tuo amore.
Quanto sei buono con me,
o Spirito Santo di Dio:
sii per sempre lodato e benedetto
per il grande amore che affondi su di me!
Dio mio e mio Creatore
è mai possibile che vi sia qualcuno che non ti ami?
Per tanto tempo non ti ho amato!
Perdonami, Signore.
O Spirito Santo,
concedi all’anima mia
di essere tutta di Dio e di servirlo
senza alcun interesse personale,
ma solo perchè è Padre mio e mi ama.
Mio Dio e mio tutto,
c’è forse qualche altra cosa
che io possa desidereare?
Tu solo mi basti.
Amen.
(santa Teresa d’Avila)
Bellissimo il “Disegno” di Dio su noi, su ciascuno di noi: “avevi scritto già il mio nome lassù nel cielo…avevi scritto già di me…”. E sicuramente avrai scritto Bene di me e di chiunque altro. Anche se il male esiste e a volte siamo proprio noi a commetterlo omettendo di fare il bene, pensando, parlando ed agendo male, Tu, Signore, ci chiami al bene. Fa che possiamo perseguire lo stesso bene che Tu vuoi a noi e per noi perché ogni giorno diventi capolavoro nelle Tue e nostre mani, che si stringono, nella pace.
Tempo fa, almeno 15 anni fa, ho accompagnato un gruppo di ragazzi nel cammino al sacramento della confermazione. La sera prima abbiamo fatto una piccola celebrazione di invocazione allo Spirito. Al momento delle preghiere spontanee nessuno parlava e ho suggerito di pensare a qualcosa o qualcuno per cui ringraziare, per cui eravamo felici. Si è alzato Paul, della Costa d’Avorio: “Ti ringrazio o Signore perché stamattina mi sono svegliato e respiravo”. Da allora è la mia preghiera mattutina. Grazie Paul ovunque tu sia.