Folle
Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiano – VI giorno
(Eb 9,2-3.11-14 / Sal 46 / Mc 3,20-21 oppure i testi proposti per la settimana di preghiera: Gen 18,1-5 / Mc 6,30-34)
Folle di malati e di poveri che lo cercavano in continuazione. Sono quelli della fede tattile, che hanno bisogno del contatto. Schiacciato da questa pressione degli oppressi cercò una barca per scostarsi dalla riva, poi invece salì sul monte e chiamò a sé i suoi perché fossero con lui. Di seguito rientra in casa… e tutto questo, infine, per sentirsi dire dai suoi che è folle, fuori di sé?
Quei «suoi» – lo si capisce leggendo poco oltre il Vangelo – sono la madre e i fratelli. La cerchia dei fratelli a quel tempi era una cerchia di cugini, un clan. Volevano evitarsi la brutta figura che quel Figlio, quel parente alla lontana stava facendo far loro. Vengono per riportarselo a casa, per rinsavirlo, per farlo ragionare, per riportarlo dentro canoni di normalità.
Il nostro modo di vivere in gruppo o in società si da necessariamente delle regole ragionevoli per permettere la convivenza stessa e per ridurre al minimo la conflittualità. Essere normali significa appunto non superare certi canoni, certe abitudini, certi schemi. Ora è già evidente all’inizio del Vangelo che Gesù crea e porta in mezzo ai suoi un nuovo modo di vivere ed offre un altro cibo che, per esempio, non è quello di cui ci nutriamo a orari convenzionali e chiamiamo pasto o cena. Questo dimenticarsi di mangiare, questo suo andare oltre il bisogno di nutrirsi, è sufficiente per dirne la follia. Ma è solo facendosi dimentichi di mangiare al solito orario del pasto che puoi porre nel cuore dell’altro una domanda relativa ad un altro cibo… fare la volontà di Dio. Non si vive di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Ma davvero era già andato oltre e questo sconfinamento, questo regno di Dio che lievita in modo imprevedibile, preoccupa o infastidisce. Egli era come l’ago della bussola quando si agita in prossimità del polo magnetico, del punto di attrazione. Ed era folle, come ago di bussola attratta da un polo che è il cuore di Dio e a l’altro, il cuore dell’uomo.
Cristo Gesù,
desideriamo accogliere senza riserve
i fratelli e le sorelle che sono con noi.
Tu sai quante volte ci sentiamo senza risorse
di fronte alle loro sofferenze.
Eppure, Tu sei sempre lì, prima di noi,
e li hai già accolti nella tua compassione.
Parla loro mediante le nostre parole,
sostienili mediante le nostre azioni,
e fa’ che la tua benedizione scenda su tutti noi.
Amen.
Dal Vangelo secondo Marco (3, 20-21)
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
Tu che sei come tu sei
e che come sei nessuno lo sa.
Tu, che stupore è il tuo Nome
e tremore è la tua memoria
e meraviglia è la narrazione su di te…
Tu che davvero sei buono
e non c’è nulla che somigli alla tua bontà.
Da te sale e su tutti si effonde
la ricca sorgente della tua misericordia.
Non prendi da altri ciò che agli altri dai,
poiché non c’è nessuno che, più ricco di te,
possa prestare a te;
poiché in te e davanti a te
è radunata la ricchezza di tutti i viventi.
Tu che sai solo far grazia
e persuadi le tue opere
ad accettare la tua grazia,
chiama le tue opere ad accogliere i tuoi noi.
Questa infatti la tua consuetudine:
dare agli altri, senza negoziare.
O Padre eterno! O fuoco di carità! O eterna bellezza, o eterna sapienza, o eterna bontà, o eterna clemenza! O speranza, o rifugio dei peccatori! O larghezza inestimabile, o eterno e infinito bene!
O pazzo d’amore!
E hai tu bisogno della tua creatura?
Si, a me sembra, perchè tu hai modi tali come se tu senza di lei non potresti vivere, sebbene tu sia la vita e ogni cosa abbia vita in te, e senza di te nessuna cosa vive.
E perchè mai sei così impazzito?
Perchè ti innamorasti della tua creatura, ti compiacesti e dilettasti in lei e come ebbro della sua salvezza la vai cercando mentre ella ti fugge e più si allontana più a lei ti avvicini, e più vicino non potevi venire che vestendoti della sua umanità.
( Dal “dialogo della divina Provvidenza” di santa Caterina da Siena)
“Folle”…
Mi ricordo che diversi anni fa, in un corso di aggiornamento per lavoro, ci hanno proiettato un film, “Senza pelle” sui problemi delle malattie mentali.
Folle è esprimere i propri sentimenti senza misura, senza confini, senza pelle…
Folle Gesù, perché proprio agiva senza confini, senza pelle…
E un agire così, può dare fastidio perché impegni tutto te stesso e oltre.
Dacci il coraggio, Signore, di seguirti nella tua follia, essere senza pelle…
Solo una vocale diversa: “Fou” (pazzo in francese) perché per portare quel “feu” (fuoco in francese) d’amore nel mondo, alle folle che accorrevano a Lui, che lo perseguitavano non lasciandogli tregua e respiro era disposto perfino a rompere legami ed allontanarsi dalla propria famiglia per crearne di nuovi, fondati solo su quell’unico legame che ci rende fratelli e sorelle: fare la volontà di Dio, quali figli di questo Unico e Santo Padre. E così anche “folle” sta forse a significare che le folle Lo avevano reso (agli occhi dei suoi) folle, spinto in realtà ad interrogarsi costantemente sul Suo essere al mondo, sulla Sua missione per perseguire il volere del Padre. Non poteva che essere misteriosamente e meravigliosamente così il Figlio di Dio…lo avrei o avremmo riconosciuto allora come tale?