Fonti di informazione, via di rivelazione

Commenti: (3)
Data :22 Febbraio 2022
Cattedra di San Pietro (1Pt 5,1-4Sal 22 / Mt 16,13-19)

In questa oscurità
il fuoco che accendi
 non si spegne mai,
non si spegne mai.

Dal Vangelo secondo Matteo (16,13-19)

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Ci sono scoperte e conoscenze che avvengono in modo molto semplice: a volte basta un minimo di osservazione, guardarsi attorno, altre volte si tratta di ascoltare un po’ se stessi. C’è un modo di apprendere le cose che avviene, potremmo dire, su un piano orizzontale. L’espressione «carne e sangue» mi rimandano a questo tipo di sapere, di conoscenza. Nel nostro modo di parlare utilizziamo pure l’espressione «buon sangue non mente» quando, a proposito di una persona si fa riferimento a delle caratteristiche, buone o cattive che siano, che si ritengono ereditate dai propri genitori. In alcuni casi, con tale espressione si fa riferimento a chi, pur volendo mostrarsi diverso da quello che è in realtà, finirà per rivelare la sua vera natura.

Il brano di Vangelo di oggi – proposto a noi a motivo della festa della cattedra di Pietro – di fatto lascia intendere che c’è un altro modo di conoscere. Non si tratta di una consegna di saperi, un trasferimento di informazioni come può fare un genitore con i propri figli, un’insegnante con i suoi allievi, un artigiano con i suoi apprendisti… un maestro con i suoi discepoli stando al linguaggio evangelico. 

Alla domanda di Gesù: «Ma voi, chi dite che io sia?», risponde Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. Sembra che perfino Gesù resti sorpreso di una risposta simile. E proclamando una nuova beatitudine, oltre a quelle più note proclamante, Gesù riconosce che anche per i suoi discepoli è aperta una via di rivelazione che  proviene dal Padre. 

«Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà, mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura. Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con sé. Questa economia della Rivelazione comprende eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, mentre le parole proclamano le opere e illustrano il mistero in esse contenuto. La profonda verità, poi, che questa Rivelazione manifesta su Dio e sulla salvezza degli uomini, risplende per noi in Cristo, il quale è insieme il mediatore e la pienezza di tutta intera la Rivelazione.

Con la divina Rivelazione Dio volle manifestare e comunicare se stesso e i decreti eterni della sua volontà riguardo alla salvezza degli uomini, “per renderli cioè partecipi di quei beni divini, che trascendono la comprensione della mente umana”. Il santo Concilio professa che “Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza con il lume naturale dell’umana ragione a partire dalle cose create” (cfr. Rm 1,20); ma insegna anche che è merito della Rivelazione divina se “tutto ciò che nelle cose divine non è di per sé inaccessibile alla umana ragione, può, anche nel presente stato del genere umano, essere conosciuto da tutti facilmente, con ferma certezza e senza mescolanza d’errore”» (dalla costituzione dogmatica Dei Verbum sulla divina rivelazione, ai numeri 2 e 6) 

Ancora mi accende
desiderio
di sedermi con te
e insieme
perdutamente ringraziare
perdutamente raccontare.

 

 

Chiese vegliate
in affreschi
giorno e notte
da volti assorti
e perduti
di profeti e di santi

(Angelo Casati)


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Piccoli Pensieri (3)

Emanuela

Grazie a Pietro, che si è lasciato attraversare dalla rivelazione divina e le ha dato voce; non ha anteposto la sua conoscenza ma si è fatto trasparente come il vetro per lasciare passare l’annuncio.
Mi domando: sarà magari capitato anche a me di ricevere una simile rivelazione e non sono stata capace di lasciarla passare?
E cosa dire di questi uomini che stanno decidendo della pace e della guerra, della sorti di un intero paese?
A volte ci domandiamo perché Dio non interviene in queste situazioni. Ma forse la domanda giusta è: siamo disposti ad accogliere la rivelazione e lasciarci attraversare come Pietro per farla arrivare a tutti?

22 Febbraio 2022
Carla

“Quando abbiamo tanto rumore dentro, è necessario avere silenzio intorno, perché l’anima ci parla sempre , ma solo nella solitudine riusciamo ad ascoltarla”. Certamente non basta ascoltare i nostri pensieri. A mio avviso, è necessario l’incontro con persone che ci dimostrino un’amicizia vera, un’amicizia che ci porti a conoscere sempre più la parola di Nostro Signore.

22 Febbraio 2022
Pat

Devo dire la verità, ho capito poco. Mi è sembrato di leggere una delle lettere di Paolo, piene di circonvoluti, doppie negazioni e incisi, che per capire qualcosa (non tutto!) uno deve starci su ore e taglire a man bassa, per ottenre una frase che dice qualcosa, probabilmente, ma cosa?
Tutto ciò che… non è… inaccessibile alla umana ragione, può… nel presente… essere conosciuto da tutti facilmente, con ferma certezza e senza mescolanza d’errore.
Perché la Chiesa non può parlare in modo semplice, piano, comprensibile a tutti?

22 Febbraio 2022

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