Guardare dove Dio guarda

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Data :13 Luglio 2022

Dio, fammi vedere la strada che seguirò con Te.
Guida Tu i miei passi, dai la pace al cuor.

Dal Vangelo secondo Matteo (11,20-27)

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Leggere e meditare insieme due brani di Vangelo (quello di ieri e quello odierno) può forse aiutarci a comprendere meglio quel cammino che potremmo definire di conversione che Gesù compie per poter continuare a svolgere la sua missione di rivelatore di Dio, ritrovando quella pace che, come Egli stesso aveva detto dando istruzioni per la missione ai suoi, sarebbe tornata sul discepolo quand’anche il Vangelo avesse trovato rifiuto. Il Vangelo racconta che anche un dono può essere non compreso, non ricevuto e dunque rifiutato. Accade quando si hanno le mani troppo piene e non c’è spazio per essere ricettivi.

Così accade per quelle città che rifiutano di accogliere Gesù stesso e i segni che egli compie quale dono, occasione favorevole per iniziare nuovi cammini. Una società i cui componenti si ritrovassero riabilitati e reinseriti nel tessuto relazionale non avrebbe che gioire e rallegrarsi di questo. Ecco invece che Gesù non tace il suo rimprovero a città come Corazìn e Betsàida. In quest’ultima città Gesù vi aveva guarito un cieco. Non guariva perché credessero in Lui, non guariva per ostentare eventuali poteri soprannaturali. Guariva perché liberare e restituire alla vita era la sua missione. Guariva per restituire l’uomo alle sue relazioni umane di amicizia, di comunione e di solidarietà senza che gli ultimi fossero considerati il basamento di una società che solo schiacciando pareva rimanere in piedi. Per questo Gesù rimprovera gli abitanti di quelle città perché hanno costruito la loro identità negando quella altrui, come fecero città bibliche la cui violenza e chiusura divennero celebri e proverbiali.

Come il Dio biblico, anche Gesù sembra improvvisamente acceso d’ira, quell’ira che sembra doversi abbattere su qualcosa, come un cielo che minaccia tempesta e distruzione. Gesù dopo aver severamente avvertito la città che non hanno riconosciuto la salvezza contenuta nei prodigi ivi operati,  trattenendosi dall’ira, rimanda tutto al giorno del giudizio. Cosa fa? Altro non fa che rimandare, spostare più in là il giorno del giudizio, evitando così che il suo personale giudizio diventasse per se stesso rifiuto, chiusura, durezza. Rimandando tutto al giudizio finale Egli non fa altro che aprire l’orizzonte di un tempo entro il quale la conversione è ancora possibile. 

È così che Gesù stesso fa prova di conversione, volgendo il suo sguardo altrove, verso coloro che hanno mani, cuore e mente sgomberi da troppe presunzioni e sicurezze. Davanti al rifiuto delle città egli trasforma in un severo ammonimento la sua ira (per usare un termine comunque biblico) per poi rivolgersi al Padre il quale già sta guardando in direzione dei piccoli. La Scrittura canta a più riprese questo Dio che distoglie il suo sguardo dal superbo e dal presuntuoso, da chi pensa d’avere la verità a portata di mano, a chi pensa di non aver bisogno di alcuno. Il Dio che si rivela a noi tramite il Figlio invece non smette di ascoltare il gemito dei poveri e guarda la condizione degli ultimi ma non per avere un termine di paragone per il quale affermare la propria grandezza o superiorità, quanto per riconoscere che nella piccolezza, nella figliolanza passa quella via che meglio dispone a vivere di questa delicatissima relazione con il Padre.

Ti benediciamo, altissimo Dio,
Signore della misericordia,
che per noi continuamente operi
cose grandi e inscrutabili.
Ti ringraziamo perché non ci hai fatto perire
per le nostre disobbedienze,
ma ci hai trattati con amore e affabilità.
Scongiuriamo la tua incomparabile bontà:
illumina gli occhi del nostro spirito
e scuoti la nostra mente
dal profondo sonno della tiepidezza;
aprici la bocca e riempila della tua lode
cosicché possiamo, senza distrazioni,
cantare, inneggiare e confessare Te,
Padre senza principio,
con il tuo Spirito tutto santo,
buono e datore di vita,
ora e sempre e per i secoli dei secoli.

(San Basilio Magno )

Illustrazioni di Rebecca Dautremer 

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Piccoli Pensieri (2)

Suor Regina

Signore,tu che ami tutti, guardi con predilezione i piccoli che non tengono rancori,non chiudono il cuore allo stupore,non innalzano barriere di superbia e orgoglio,non dicono :non me ne porta di te,….sanno che ogni piccolo gesto è prezioso e fa bene a chi lo riceve….Signore,donaci di essere piccoli secondo il Vangelo..

13 Luglio 2022
Cinzia

Dicono: «Il Signore non vede,
il Dio di Giacobbe non intende».
Intendete, ignoranti del popolo:
stolti, quando diventerete saggi?(Sal 93)

Quando “Guarderemo dove Dio guarda”
Ameremo come Dio ama????????????

13 Luglio 2022

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