Ho visto ardere cuori
III domenica di Pasqua
(At 2,14.22-33 / Sal 15 / 1Pt 1,17-21 / Lc 24,13-35)
Io ho visto il cuore di molti sconosciuti ardere mentre con loro si è cercato di comprendere certi avvenimenti della vita alla luce delle Sacre Scritture in genere o più nel dettaglio alla Luce del Vangelo. Spesso erano pure avvenimenti poco lieti. Ed è così che improvvisamente nel cuore di questi compagni di viaggio con cui si condividono tratti di cammino, Egli appare meno estraneo di quanto potessimo pensare. Ciò che di più estraneo c’è di Lui in noi sono le nostre illusioni, quelle che ci fanno pensare che le cose dovrebbero andare solo come noi vorremmo e che Colui che si offre a noi come un salvatore debba salvarci risparmiando, per sé e per ciascuno, la fatica, la prova e il dolore. Colui che sa nuovamente far ardere il nostro cuore quando le esperienza della vita ci hanno intiepiditi o addirittura raggelati, ha scelto una via di comunione per vivere tra noi, condividendo questo stesso pane che è al contempo frutto della terra e del lavoro dell’uomo, che è gioia di un dono che si riceve e fatica di un lavoro che dobbiamo ancora compiere.
Credo che non c’è altro da fare che lasciarci raggiungere da Uno sconosciuto che ci faccia comprendere la Vita alla Luce delle Sue Parole, alla Luce delle parole dei suoi testimoni oculari, di coloro che con Lui hanno vissuto. Io ho visto ardere questo fuoco che non consuma nel cuore di molti, moltissimi. Non saprei nemmeno più contarli, come Abramo che non seppe contare il numero delle stelle, come Mosé che rimase meravigliato davanti allo spettacolo di quel roveto che ardeva senza consumare. E anche coloro che parlavano della loro fede come di un fuoco di brace ormai spento sulle spiagge di una vita che pareva arenata, hanno lasciato che Qualcuno potesse rianimare quel fuoco con un soffio dello Spirito, quel vento che soffia senza che noi sappiamo da dove viene e dove va.
Della sua Pasqua io ho questa costante immagine davanti agli occhi, ogni volta che cerchiamo di comprendere le cose della nostra esistenza con l’aiuto della Sua Parola. Ci rifacciamo un vocabolario, ci rifacciamo un linguaggio, impariamo nuovamente a parlare di noi e di Lui quando camminando lungo il Risorto fa ardere ancora in noi il nostro cuore. Ora non è più Lui che devo con insistenza invitare a rimanere ma piuttosto questi compagni di viaggio che dovremmo invitare a tavola poiché Lui, a quell’invito – ora lo sappiamo – s’è fatto riconoscere. Se il Signore risorto lo hanno riconosciuto allo spezzare del pane, cosa dunque ci resta da riconoscere se non che grazie a Lui siamo tutti fratelli? Questo, in fondo, ci manca ancora di comprendere.
Dal Vangelo secondo Luca
(24,13-35)
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Gesù, che mi hai bruciato il cuore
al crocevia delle Scritture,
non permettere che la loro ferita
si rimargini in me:
orienta i miei sensi all’interiorità.
Forza i miei passi all’avventura,
perché il fuoco della tua gioia
infiammi anche altri!
La tavola dove tu hai voluto sederti
per la frazione del pane che ti ha rivelato,
io la rivedo: essa scintilla
di Te, unico Maestro!
Fa’ che io esca nella sera
dove troppi dei miei conoscenti
sono senza buone notizie,
e per il tuo Nome attraverso il mio sguardo,
fatti conoscere!
I loro occhi non ti hanno mai trovato,
Tu non entri più nelle loro dimore,
e ciascuno dice: «Dove dunque andrò
se Dio mi manca?»
Ma la tua primavera s’è risvegliata
nei mei tralci poveri di linfa,
perché io sia questo sconosciuto
ardente della Pasqua!
(traduzione da un inno della liturgia delle ore francofona)
Oggi ho scoperto, in questo brano di Vangelo, tre liturgie: la liturgia della Strada, la liturgia della Parola e la liturgia della Casa.
Gesù ci accompagna in ogni liturgia per insegnarci che non siamo mai soli. Grazie, Signore, anche per i fratelli, sorelle e amici che ci fanno ardere il cuore per Te.
Grazie, Signore, perché anche nella povertà della mia vita questo fuoco è arso. Ti prego di tenerlo vivo e che io collabori con Te per questo.