Il Creatore disse alla luna…

XXII domenica del Tempo Ordinario (C)

(Sir 3,17-20.28-29 / Sal 67 / Eb 12,18-19.22-24 / Lc 14,1.7-14)

La tua Parola, o Padre, è tuo Figlio Gesù Cristo:
mettila come segno sulla nostra fronte,
come amore nel nostro cuore. 
La tua benedizione, o Padre, è tuo Figlio Gesù Cristo:
ponila come speranza davanti ai nostri occhi,
come croce luminosa davanti al nostro sguardo.
La tua luce, o Padre, è tuo Figlio Gesù Cristo:
sia l’oriente che ci indica il cammino,
la lampada che illumina i nostri passi.
Il tuo perdono, o Padre, è tuo Figlio Gesù Cristo:
sia riconciliazione tra noi.
inesauribile misericordia, sempre rinnovata.
La tua fedeltà, o Padre, è tuo Figlio Gesù Cristo:
sia la roccia della nostra alleanza,
il fondamento su cui costruire la tua comunità.

(Preghiera dei giorni) 

Dal Vangelo secondo Luca (14,1.7-14)

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Fermati… per un breve tempo di silenzio, accompagnato soltanto da una melodia tracciata da vari strumenti musicali, con le loro semplici variazioni.

Il Creatore disse alla luna: vai e rimpicciolisci… senza diminuirti!
Ieri, al tramonto del sole, ho iniziato a leggere un nuovo libro. Appena aperto vi ho trovato proprio queste parole. Mi paiono già sufficiente, un buon inizio, perfino un esaustivo commento al Vangelo di questa domenica. Forse si tratta di un piccolo midrash ebraico, quei piccoli aforismi che stanno a margine delle parole contenute nelle Scritture. La Parola di Dio è fonte di ispirazione per altre parole umane che fanno corolla, riverberando della stessa Luce. Forse proprio a margine delle prime parole del libro della Genesi, questo messaggio del creatore alla luna, un messaggio che il Creatore potrebbe rivolgere a ciascuna delle sue creature, nessuna esclusa. Uomo compreso. 

Rimpicciolisci… senza diminuirti. Rimpicciolire senza diminuire. Mastico e rimastico questa parola. Farsi piccoli non è diminuire, non è snaturarsi, non è scomparire. A fronte di quanta tracotanza, di quanta ostentazione, di quanta arroganza, di quanta sicumera, di quanta prosopopea?
Nella lingua ebraica un vocabolo può avere almeno due significati. Senza che un significato annulli il successivo o il precedente. È così che la parola albero può significare anche legno. D’altronde un albero è legno. Sicché quando un uomo di fede ebraica vede del legno subito egli è naturalmente portato a pensare immediatamente anche all’albero. Senza che una parola escluda o neghi l’altra. Ecco: facevo questa riflessione. 

Chissà se quando sentiamo parole che fanno riferimento a situazioni di debolezza, di marginalità, di esclusione noi riusciamo a vedere sempre l’uomo, proprio come nel legno si vede l’albero… quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi. Quando offri un banchetto invita coloro che pagano spesso il prezzo dell’esclusione per non incorrere nel rischio di non vedere più in essi un fratello, un figlio, un amico… Abbiamo sempre uno strano atteggiamento davanti a coloro che sono – per stare all’esempio precedente – come il legno per l’albero. Saremo dunque capaci di vedere nell’umiltà di quel Servo che non si stanca di invitarci al banchetto la grandezza del Figlio di Dio? Alla tavola di questo mondo, saremo capaci di vedere in coloro che ci siedono accanto dei fratelli?

Non saremo certo noi a prendere l’ultimo posto. Quello sarà per sempre di Cristo. Ma a noi è chiesto di amare coloro che finiscono agli ultimi posti, mentre ancora troppo spesso corriamo il rischio di amare coloro che potrebbero renderci un favore e contraccambiando. L’uomo che si mette all’ultimo posto non diminuisce affatto. Rimpicciolendoci permettiamo ad altri di trovare posto, di avere parte, di essere presente. Ecco un urgenza: rimpiccolire, senza diminuire. 

Fa’ che non creda
che ci siano vocazioni privilegiate,
più perfette,
e che non presuma di abbracciarle
per essere da più degli altri.
Quale che sia,
la mia vocazione è la più grande;
e l’erba del mio giardino è la più verde
perché è quella che Tu hai annaffiato per me.
Per seguire la tua voce
dammi la generosità di Abramo,
la prontezza di Samuele,
la naturalezza di Maria.
E dammi la pazienza di attendere
e l’umiltà di scegliere quella strada fra tutte,
e la capacità di viverle tutte
in quella unica che è mia.

(Adriana Zarri)


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Piccoli Pensieri (3)

“Rimpicciolisci senza diminuirti”, che bella questa espressione… E quanto è calzante rispetto al vangelo di domenica!
Concisa, chiara e diretta. Mettersi agli ultimi posti non per sminuirsi, ma per lasciar spazio. Allenarsi all’umiltà non per mortificarsi, ma per non riempire lo spazio attorno con il proprio Sè adombrando le necessità altrui. Non un autocastigo quindi, ma la promozione di una vita comunitaria più attenta a tutti. Questo il fulcro. Eppure chi non si è fermato a pensare alle sole azioni suggerite (mettersi all’ultimo posto, non invitare i conoscenti ma gli umili) senza considerare il contesto generale? In molti credo, io per prima!

29 Agosto 2022
Cinzia

Magnificat… sia il nostro canto Magnificat… sia il canto della Chiesa????????????

28 Agosto 2022
Maria Rosa

Grazie
A volte bastano davvero poche parole perché in noi scaturiscano pensieri riflessioni inviti a cambiamenti
E credo che la Parola sia davvero questo per noi
Sia una Forza che ci interroga e ci invita alla vita

28 Agosto 2022

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