Il gusto di vivere

Commenti: (4)
Data :2 Agosto 2021

È interessante leggere il brano di Vangelo di oggi in riferimento alla prima lettura tratta dal libro dei Numeri. Dopo la sorpresa e lo stupore suscitati dal dono della manna piovuta dal cielo nel deserto, il popolo si stanca pure di quel cibo e riprende a piangere la sua nostalgia per altri cibi: dei pesci che mangiavano in Egitto gratuitamente, dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipolle e dell’aglio. Succo del discorso: si stava meglio quando si stava peggio?! Il lamento diventa così insopportabile agli orecchi di Mosè da gettarlo in uno sconforto incredibile. Il popolo chiede carne da mangiare, Mosé arriverà a pregare per chiedere perfino la propria morte:

Mosè disse al Signore: «Perché hai fatto del male al tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, al punto di impormi il peso di tutto questo popolo? L’ho forse concepito io tutto questo popolo? O l’ho forse messo al mondo io perché tu mi dica: “Portalo in grembo”, come la nutrice porta il lattante, fino al suolo che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri? Da dove prenderò la carne da dare a tutto questo popolo? Essi infatti si lamentano dietro a me, dicendo: “Dacci da mangiare carne!”. Non posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo; è troppo pesante per me. Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; che io non veda più la mia sventura!». (Nm 11, 11-15)

Si può pregare chiedendo la morte come dono risolutivo? C’è poco da scandalizzarsi: non le avete mai sentite preghiere simili? Si può arrivare al punto di non sopportare il peso di certe situazioni da ritenere la morte come unica grazia piuttosto che rimanere schiacciati sotto il peso di una vita che lascia l’amaro in bocca? 

E cosa mai avrà provato Gesù quando venne a sapere della morte di Giovanni Battista? Il Vangelo sembra suggerire questo Suo desiderio di ritirarsi in un luogo appartato, anche solo per tentare di rielaborare questa perdita. 

Siamo sempre in ballo a lottare con la morte: che sia racchiusa nella paura di morire di fame, in un pensiero che sfiora negli istanti di sconforto, nell’amara constatazione della violenza dell’uomo che uccide l’uomo… perdere il gusto di vivere è un attimo. E cerchiamo instancabilmente o inconsciamente qualcuno che ci liberi da questi veleni quotidiani. Cerchiamo anche noi, come le folle nel Vangelo, Qualcuno che ci restituisca il gusto di non aver vissuto invano o ci faccia provare la gioia di essere almeno utili ad una più equa distribuzione della gioia, come del pane. C’è una piccola liturgia che ci può aiutare a ritrovare il gusto di vivere: alzare gli occhi al cielo, allenarsi a bene-dire, spezzare e donare. 

Non permettere, o Dio,
che la nostra fiducia in Te
si dilegui come un’idea fugace.
Fa’ che in noi la nostalgia del tuo regno
e le nostre speranze del tuo splendore
non siano simili a nubi senza pioggia.
Ma, come rugiada che disseta,
esaudite, bagnino le nostre labbra;
e, come la manna celeste,
ci sazino per sempre.

(Søren Kierkegaard)

Dal Vangelo secondo Matteo (14, 13-21)

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

O Dio, ti invoco di primo mattino.
Aiutami a pregare,
a raccogliere i mie pensieri verso di Te.
In me è oscurità,
ma presso di te è la luce.
Io sono solo, ma tu non mi abbandoni.
Io sono pauroso, ma Tu mi dai soccorso.
Io sono inquieto, ma presso di Te c’è pace.
Io sono nell’amarezza,
ma presso di Te c’è il sostegno.
Io non comprendo le Tue vie,
ma Tu conosci un cammino per me.

Dietrich Bonhoeffer


Rimani aggiornato per ricevere i miei nuovi articoli




Piccoli Pensieri (4)

Maria

Sì, al risveglio del mattino mi affido al Signore e durante il percorso del giorno, quando arrivano all’improvviso ostacoli, situazioni in cui non vorrei trovarmi, decisioni che non vorrei affrontare, quante volte ho pensato: “Se chiudessi gli occhi per sempre per non aver più niente da affrontare!”.
Ecco, pensando alla Croce, mi rifugio in qualche posto per pregare e riflettere.
Signore dammi sempre il tuo sostegno, fa’ che il Pane della Vita che riceviamo nella Pasqua domenicale ci sazi sempre.

2 Agosto 2021
Gianna

È proprio un tragico attimo pensare che morire sia la soluzione all’angoscia che opprime. Le parole della Bibbia sono attuali sempre. E purtroppo non sempre la fede riesce a sollevare il peso dalle spalle. In questi giorni siamo tutti enormemente dispiaciuti e increduli di fronte al tragico evento di un uomo che s’è tolto la vita, un uomo con una bella famiglia, un uomo di grande fede, che faceva del bene, che era sempre disponibile, uno stimato e bravo medico. Nel suo buio più buio non è riuscito a vedere e sentire più nulla.

2 Agosto 2021
Romana Cereda

Spesso non capisco i comportamenti sgradevoli degli altri, anche in famiglia. Ci soffro e mi rammarico, l’amarezza e la tristezza arrivano in fondo all’Anima, ma so che a tutto c’è un perchè è allora prego Dio che mi aiuti a comprendere e a sopportare. Confido in Lui e al disegno che ha preparato per me. Aspetto e scopro cose nuove, inaspettate. Ciò che vorrei non è, ma so che solo Lui sa cosa è meglio per me.

2 Agosto 2021
Dania

“Nada te turbe…” richiama alla mia mente questo brano di Vangelo, perché avevano Gesù con loro e con Lui nulla manca.
Insegnaci Signore a non temere nulla se non una sola cosa: di perdere Te…, un timore che si fa preghiera e speranza che qualora fosse capitato o malauguratamente capitasse, Tu sapresti cogliere il momento giusto, vedere quel piccolo spiraglio, quella piccola apertura di cuore che Ti permetterebbe di tornare ad abitarLo.
Insegnaci a desiderare il Pane del cielo più di qualunque altra cosa…avremo occhi nuovi per vedere tutto come un dono e la (sovra)abbondanza che già abbiamo.

2 Agosto 2021

Scrivi il tuo Pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


@