Piange e lamenta l'equivoco. Lo hanno confuso, scambiato per un altro. Non sarà il Nazareno quel Messia immaginato, sognato e atteso dal popolo.
C'è da piangere davvero quando equivochiamo Dio e gli uomini confondendoci con immagini di potenza. Ci serve più umiltà, un maggior bisogno di essere salvati e non certo la competizione a tutte le età e a tutti i livelli della vita. Essere presenti a questa gloria di Dio pur nella nostra debolezza è il vero pellegrinaggio da compiere.