Il Vangelo che ci legge

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Data :24 Agosto 2020

San Bartolomeo, apostolo

(Ap 21,9-14 / Sal 144 / Gv 1,45-51)

Concedi, o Signore, la Luce e la grazia a tutti gli uomini. Ricolma del tuo amore ciò che hai creato. Gloria a Te in ogni vita, gloria a Te in ogni essere, Gloria a Te in ogni aspetto della creazione. Che la tua luce, Signore, scenda su tutta l’umanità, illuminando il sentiero della vita di ciascuno. Amen.

(Giovanni Vannucci)

Dal Vangelo secondo Giovanni (1, 45-51)

In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Ci sono dialoghi che cambiano l’esistenza, il corso della storia. Non parlo di tavoli diplomatici ma di più semplici incontri personali. Da tempo Natanaele (è il nome che Giovanni dà al quarto dei primi discepoli e che, stando all’ordine degli altri vangeli, corrisponde a Bartolomeo) stava studiando le Scritture: cercava di conoscere, di sapere, di capire… improvvisamente la ricerca tra le pagine della Scrittura si materializza in un incontro che avviene “per contagio”. È Filippo che, avendo già incontrato Gesù di persona, si fa testimone di questo incontro e non può far altro che invitare Natanaele alla stessa scoperta. Questo entusiasmo che contagia ha il sapore di una prova di autenticità dell’incontro stesso. Le Scritture avevano preparato l’avvento del Messia: nell’aria si respirava forte questa attesa e bisognava essere vigili nel discernere quale potesse essere il Messia, quello vero. Evidentemente altri si erano come candidati. In diverse persone, soprattutto nei Re della loro storia, s’era creata l’illusione che questo o quello potesse essere il Messia, l’inviato di Dio. Si spiega così la reazione di Natanaele davanti alla rivelazione delle umili origini di Gesù… come può il Messia venire da un paesucolo di centocinquanta anime? Gli indizi che avrebbero portato il credente a trovare il Messia non passavano certo per Nazaret, paese praticamente sconosciuto al mondo di allora, anche solo per il fatto che mai è nominato nelle Scritture.

“Cosa può venire di buono da un paese di cui praticamente si ignora l’esistenza?” chiede Natanaele-Bartolomeo. Il cammino di studio e conoscenza fatto attraverso le Scritture diventa ora un’invito pratico: “Vieni e vedi”. Filippo ripete quanto egli stesso s’è sentito dire da Gesù… come un bambino che ripete le parole che ha appena sentito, senza probabilmente sapere il senso e la portata di quelle parole stesse. Quel “Vieni e vedi” suona un po’ come un “provare per credere”, un invito a fidarsi di ciò che s’è ascoltato se si vuole vedere ciò che da sempre si cerca. Sembra un’esperienza comune anche ai popoli più lontani: come i Magi nei giorni del Natale. Anch’essi scrutavano il cielo e divoravano le Scritture, finché ad un certo punto decisero di muoversi, fidandosi di un invito.

Anche noi leggiamo le Scritture per cercare di capire, per approfondire, per conoscere meglio Gesù, l’autore e il perfezionatore della nostra fede (Eb 12,2) ma ciò che più impressiona Natanaele stesso è scoprirsi conosciuti da Lui.  Stava sotto l’albero di fichi e proprio lì Gesù lo vide: la visione sarà pure stata reale ma dobbiamo anche coglierne l’aspetto più simbolico. “Stare sotto l’albero di fichi” indicava lo studio della Legge, delle Sacre Scritture. È come se Gesù dicesse a Natanaele-Bartolomeo: “Ti ho visto mentre scrutavi le Scritture, mentre cercavi di capire cosa dicono”.

Quand’ero piccolo credevo, guardando la televisione, che come io vedevo persone dentro la TV, allo stesso modo chi stava dall’altra parte potesse vedere me. Evidentemente non era così. Ben diverso oggi, nell’era delle telecomunicazioni a distanza e delle videochiamate. Quella che era curiosità o ingenuità di bambino, oggi è realtà. Tuttavia l’immagine del bambino spettatore che pensa di essere lui pure visto da chi sta altrove mi pare efficace per dire ciò che succede ogni volta che noi apriamo il Vangelo. Noi leggiamo il Vangelo e le Sacre Scritture per conoscere qualcosa in più di Gesù e di Dio, suo Padre. Non consideriamo abbastanza il fatto che mentre i nostri occhi cadono su quelle parole scritte, noi stessi siamo oggetto di lettura. Noi leggiamo il Vangelo ma, potremmo dire, il Vangelo legge noi. Di questo dovette accorgersi Natanaele: improvvisamente si sentì conosciuto, come scrutato da tempo…

È davvero una buona notizia sapere che nel Vangelo c’è una chiave di lettura per la nostra esistenza, che sia personale o comunitaria. Noi leggiamo il Vangelo, ma in realtà è il Vangelo che ci sta leggendo. Proseguiamo dunque la lettura delle Scritture per crescere nella conoscenza del Figlio di Dio, Colui che il Padre ha mandato, facendolo passare per l’impensabile Nazaret; proseguiamo dunque la lettura del Vangelo per crescere nella conoscenza di quel Figlio di Dio, che ancora vive silenzioso e segreto in quella Nazaret che noi siamo. 

O Signore, fondi il nostro io con il tuo Io,

e nasca in noi l’amore forte di ogni forza,

e possiamo sperimentare in noi

l’unione dell’alto e del profondo.

Il nostro dono sia fusione con te,

gioia d’amore, vibrazione ardente di vita.

Non esista più in noi confronto,

non sia più in noi ricerca di ricompensa,

non esista più né io né tu,

ma una vita intensa,

ove tutto si compenetra e si conosce!

Giovanni Vannucci


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Piccoli Pensieri (3)

Suor Regina

“Ecco davvero un’Israelita in cui non c’è falsità”Questa frase detta da Gesù a Natanaele mi ha sempre colpito e vorrei che Gesù la dicesse x me…essere una persona libera,semplice e trasparente pur nella fragilità umana…e così lasciarsi stupire da Lui…”vedrai cose più grandi….

24 Agosto 2020
Alba

L’incontro tra Gesù e Natanaele sproni anche noi ad alimentare la nostra fede. Accettare l’aiuto di chi può condurci verso Cristo, lasciarci guardare e sicuri saremo da Lui riconosciuti.
Fa, o Signore, che possiamo riconoscerti non solo nella preghiera, ma soprattutto nella vita di ogni giorno, nelle persone che incontriamo nelle varie occasioni.

24 Agosto 2020
serena

Natanaele viene conquistato da Gesù perchè si sente riconosciuto e amato.
Che come a Natanaele, anche a noi, il Signore conceda amici che facilitino il nostro incontro con Lui.

24 Agosto 2020

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