In equilibrio (il tesoro del cuore)
Luce che viene dal Padre, sorgente di bontà, Spirito santo di Dio, noi ti benediciamo. In questo nuovo mattino manda il tuo Spirito santo ad aprire le nostre menti, rendendole attente alla parola di libertà donataci da Cristo, tuo Figlio. Amen.
Dal Vangelo secondo Matteo (10,7-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
Si riparte da dove eravamo rimasti. Lo stesso versetto che ha chiuso il brano evangelico di ieri è il punto di inizio per oggi: “Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni“. La notizia che il regno dei cieli fosse vicino non era un argomento nuovo. Bastava essere scesi al fiume Giordano: avremmo sentito anche noi Giovanni Battista proclamare questo stesso annuncio (Mt 3,2). Gesù lo riprende dalla bocca di Giovanni come se Lui stesso fosse stato raggiunto da questo annuncio, o semplicemente perché sapeva di essere Lui stesso presenza di quel regno. Chiese quindi a sua volta di essere questo stesso annuncio, camminando tra infermi, morti, lebbrosi e indemoniati; attraversando queste zone rosse dell’esistenza. Sembra davvero una missione impossibile già che molto semplicemente ci sentiamo per nulla addestrati o capaci a guarire malati, a purificare lebbrosi, a cacciare demoni e, men che meno, a risuscitare morti. Convinti magari che serva un manuale di istruzioni, un vademecum per apprendisti guaritori.
Seguono tuttavia indicazioni chiare e precise che non riguardano i destinatari dell’annuncio quanto piuttosto i suoi portatori. “Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone“. Un invito ad un’essenzialità radicale che rimanda ad una gratuita condivisione. Oro e argento non servono. Il rischio sarebbe di fare idoli. Denaro e sacca da viaggio fanno accumulo. Perfino l’abito non deve esprimere preoccupazione. Si tratta di un ripasso. La materia era già stata lavorata alcuni capitoli prima: “Per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? …Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.” (Mt 6,25.32)
Il nocciolo della questione è tutto nel desiderio di assomigliare a Colui che ci invia, a Colui che è stato vicinanza del Regno di Dio. Il nocciolo è in una parola, un verbo: essere degno. Nulla a che vedere con questioni di merito, quanto piuttosto con questioni di equilibrio. L’annuncio del Regno e la sua vicinanza camminano sul filo dell’equilibrista. Essere degni non significa meritare, non significa avere certi requisiti per poter accedere a dei servizi offerti. Si è tradotto con l’espressione “essere degni” quello che in greco corrispondeva all’azione di mettere pesi sulla bilancia per farla rimanere in equilibrio. Onde evitare scompensi, squilibri, ingiustizie che producono solo risentimento, invidia, collera, nervosismo e nevrosi. La vita del discepolo è questa costante ricerca di equilibrio, come il povero che ancora oggi nella terra di Gesù tende la mano al semaforo e grida una parola che significa “giustizia“. Non è equilibrato che alcuni abbiano troppo e altri nulla. Occorre dare dignità. Occorre rendere degni.
“In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno”, domandate cioè chi sia disposto a vivere con equilibro i due movimenti: del ricevere e del donare gratuitamente, perché questa è tutta la giustizia che l’uomo può conoscere; domandate se qualcuno è disposto ad aiutarvi a rimettere in equilibrio la bilancia. Il ricco che può dare qualcosa al povero non è degno, non bilancia ancora… ma il povero che condivide col povero perché siamo tutti povere creature, passibili di malattia e morte. Passibili pure di essere rifiutati o di rifiutare. Nulla ci appartiene.
La casa degna di accogliere un discepolo del Vangelo è una casa che può ricevere la Parola e offrire pace a sua volta a colui che l’ha portata. C’è una pace da portare e offrire, c’è una pace da scoprire già presente. C’è una pace da chi annuncia e c’è una pace da chi ascolta. C’è una pace in chi viene alla Luce, c’è una pace per chi va, lasciando questa terra.
Ieri un medico mi diceva: “Essere ciechi ci impedisce di vedere e conoscere le cose. Tuttavia un cieco può incontrare delle persone, ascoltandone la voce e il messaggio. Parlando e dialogando con esse. Ma essere sordi è più drammatico in quanto siamo impediti di incontrare le persone, mentre le cose posso comunque vederle”. In effetti noi prima sentiamo poi vediamo. Prima sento un rumore e subito mi volgo a cercare da dove proviene. Prima mi sento chiamare e poi mi volgo a guardare chi mi chiama. Prima ascolto la Parola e poi mi volgo a cercarne i segni. Prima accolgo il Vangelo poi mi volgo a scorgere i segni della sua vicinanza. Ma si tratta dunque di capire dov’è il tesoro del cuore.
Il Signore è il tuo custode,
il Signore è come ombra che ti copre, e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte.
Il Signore ti proteggerà da ogni male, egli proteggerà la tua vita.
Il Signore veglierà su di te,
quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.
(salmo 120,5-8)
Il Signore ti benedica e ti protegga!
Il Signore faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio!
Il Signore rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace!
(Numeri 6, 24-26)