La sua volontà…

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Data :2 Novembre 2021

Commemorazione di tutti i defunti

(Gb 19,1.23-27 / Sal 26 / Rm 5,5-11 / Gv 6,37-40 oppure Is 25,6.7-9 / Sal 24 /Rm 8,14-23 / Mt 25,31-46 oppure Sap 3,1-9 / Sal 41 / Ap 21,1-5.6-7 / Mt 5,1-12 )

Se guardate il numero delle citazioni bibliche riportate qui sopra (cliccando sopra ciascuna, come sempre, è possibile leggerle per esteso), vi accorgerete subito che la Parola di Dio oggi è abbondantissima. Ogni anno in questo giorno sono proposte al nostro ascolto tre serie di letture. Quanto più la morte colpisce o pesa, quanto più prendiamo parola per proclamare la nostra speranza e, sempre, torniamo a farci ascolto, ad essere terra che attende la semina, la primavera e il tempo della messe.

Che la morte o il pensar di lei non ci chiuda mai in un rassegnato o sterile silenzio. È giorno questo per pensare a tutti i defunti, i nostri cari e tutti gli altri, anche quelli che non hanno avuto una liturgia di saluto, un luogo dov’essere sepolti. È giorno per stare in questa grande comunione con tutti gli esseri umani. E pensare più intensamente di quanto facciamo generalmente che la meta del nostro camminare sia una comunione. 

Ogni morte, lo sappiamo, stride con la Vita. La Vita appare solo terrena. E «Morte» rimane ai nostri occhi una minaccia incombente. Incombe sulla bontà e sulla bellezza della Vita stessa. E qualcuno sempre si avvicinerà nel tempo in cui la morte colpisce a dire: «Dov’è il tuo Dio?». Anche al crocefisso tra i crocefissi gridarono: «Vediamo se viene Eli a salvarlo». (Mt 27,49). 

E quando, ritenendoci credenti più di altri, tentiamo di balbettare qualcosa sembriamo semplicemente dei rassegnati ad una volontà superiore più forte della nostra che piegherebbe le nostre nuche e ci farebbe stare zitti. E dunque, ancora non crediamo se questo pensiamo del Dio della vita. E dunque ancora per la nostra conversione dobbiamo pregare. Perché abbiamo ad ascoltare quella chiarissima volontà del Padre che sta nei cieli. 

Nostro unico grande intento sia di cercare Gesù Cristo: ascoltando la sua parola anzitutto e riconoscendolo in ogni povero come in ogni pane spezzato e condiviso. E davanti alle tombe dei nostri cari defunti, ci basti sapere che non sono stati consegnati soltanto alla terra. Ci sono riti che in ogni cultura si celebrano prima di consegnare il corpo alla terra. Da millenni e da secoli.

Commuove perfino pensare a queste umane liturgie di congedo, in ogni parte del mondo, secondo riti e tradizioni. E perfino le ricerche storiche, l’archeologia (che tanto mi affascinava nei tempi degli studi classici) va a cercare i luoghi delle sepolture perché da quei luoghi si possono conoscere le speranze, le attese, ciò che si crede ben oltre la morte. È perfino consolante pensare agli uomini che si riuniscono per congedarsi, per salutare un loro simile. L’amore per la Vita lo si può riconoscere anche davanti ad una tomba. E non sarà mai troppo tardi, da quando una tomba è stata trovata vuota. E più della tomba vuota, la bellezza di quelle parole che si udirono chiaramente. Il Vangelo è nato lì. Dove la morte sembrava aver ucciso. Il primo annuncio di resurrezione si fece udire proprio davanti alla tomba. Non ascoltiamo solo il nostro cuore tremante, dubbioso o gonfio di nostalgia. Non avviciniamoci gli uni gli altri per dare ancor più peso al nostro smarrimento, più di quanto non ne abbiamo già, perché non potremmo reggere. Ascoltate! Ascoltate attentamente e dite – vi prego – ciò che vi dirà oggi un angelo (un messaggero) del Signore quando sosterete davanti alle tombe. 

Dall’abisso ti gridiamo, Signore,
non lasciarci per sempre in preda alla morte.
Gesù, tu hai varcato l’abisso:
apri anche a noi
la via al Dio della vita
e già da ora donaci di vivere
la tua resurrezione.
Sia la stessa morte
un finir di morire.
Amen.

(David Maria Turoldo)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,37-40)

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Veniamo da te
Chiamati per nome
Che festa, Signore, tu cammini con noi
Ci parli di te
Per noi spezzi il pane
Ti riconosciamo e il cuore arde: sei Tu!
E noi tuo popolo siamo qui

Siamo come terra ed argilla
E la tua Parola ci plasmerà
Brace pronta per la scintilla
E il tuo Spirito soffierà c’infiammerà

Veniamo da te
Chiamati per nome
Che festa, Signore, tu cammini con noi.
Ci parli di te,
per noi spezzi il pane
Ti riconosciamo e il cuore arde: sei Tu!
E noi tuo popolo, siamo qui.

Siamo come semi nel solco
Come vigna che il suo frutto darà
Grano del Signore risorto
La tua messe che fiorirà d’eternità

Veniamo da te
Chiamati per nome
Che festa, Signore, tu cammini con noi
Ci parli di te
Per noi spezzi il pane
Ti riconosciamo e il cuore arde: sei Tu!
E noi tuo popolo siamo qui

E noi tuo popolo siamo qui
Siamo qui.


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Piccoli Pensieri (4)

Savina

“I nostri cari defunti non sono morti, ma esseri viventi che pongono i loro occhi pieni di luce nei nostri pieni di lacrime”
Frase attribuita a Sant’Agostino, mi ha sempre commosso.
Davanti alle tombe facciamo memoria dei nostri cari e di tutti defunti che giacciono lì.
Volti ti guardano dalle foto, raccontano tutta una vita.
Il nome, due date… un vissuto che traspare.
Sulle vecchie lapidi, di inizio secolo scorso se non addirittura di fine ottocento, trovi scolpite frasi semplici, che con poche parole riassumono una vita….
“Padre amorevole, marito esemplare, diuturno malore lo rapi’ ai suoi cari”
“Madre con forte fede, seguì con amore la propria famiglia. I figli, nel pianto, posero”
Certo un linguaggio che oggi fa sorridere, però nella semplicità, queste parole raccontano…
Ho sempre amato visitare i cimiteri, guardare questi volti anche se a me sconosciuti, perché ho un rimando sulla nostra umanità, dove sai che tante persone sono di poca fede, o indifferenti, o ancora non credenti, ma da come curano le tombe dicono di una speranza inconscia, di un’attesa del “dopo” fatta di paura, di mistero, di interrogativi…
“Loro” sono davvero dei viventi che ci guardano con i loro occhi di luce, ci sorreggono, consolano, incoraggiano e sorridono. È il nostro vestito di carne che fa da barriera e ci impedisce anche solo di percepirli.
Allora ci vengono in aiuto la Fede, la Speranza, la Carità che io chiamo le colonne portanti.
Allora sorrido anch’io, sicura di rivederli.
Come sarà per mia mamma, che, quando ero piccola, in questi giorni di novembre allora molto grigi, umidi e nebbiosi, mi portava a far visita al cimitero.
Allora non era ancora stata messa l’elettricità e portavamo i lumini di cera.
Io le chiedevo sempre di prenderne qualcuno in più…
C’erano tombe molto vecchie, ormai abbandonate per mancanza dei parenti, ed ecco che mi piaceva molto mettere un lumino nel piccolo apposito alloggio e con un fiammifero dare luce…
Avevo l’impressione che i volti che mi guardavano fossero contenti che qualcuno ancora li ricordasse… mah, fantasie di bambina. Però anch’io tornavo a casa contenta…

2 Novembre 2021
Suor Regina

Chi viene a me, non lo caccerò fuori. Questa Parola è molto consolante pensando che tutti i nostri cari sono nella Casa di Dio, non cacciati ma abbracciati. In te, Gesù, sentiamo vicini tutti i nostri cari defunti nostri protettori in questo cammino.

2 Novembre 2021
Pat

Ieri, ripetendomi le beatitudini mi sentivo un po’ “condannata”. Non mi considero povera di spirito (presuntuosa sicuramente), non sono mite, anzi, abbastanza aggressiva,forse non sono pura di cuore, se guardo la mia vita non sono neppure in pianto, anzi, sto vivendo un momento sereno, nessuno mi perseguita, vorrei vedere trionfare la giustizia ma non faccio gran che per questo, non ho molta misericordia, sono piena di pregiudizi e facile alla condanna, e forse non faccio molto per la pace. E allora? Che cristiana sono? Ieri a messa il celebrante diceva che per essere santi occorre esercitare tre qualità: gioia, semplicità e misericordia. E, a parte la gioia, anche qui sono un po’ scarsa. Poi oggi il discorso sulla morte… e allora mi sento davvero cristiana, la morte fa profondamente parte della vita. Tolkien l’ha definita “il dono degli uomini”, e davvero si tratta del passaggio dalla finitezza al compimento, lo scrollarci il peso dalla spalla, deporre la cesta dei limiti, il raddrizzarci per finalmente gioire nel Signore. Forse quando toccherà a me potrò portare al Creatore solo la mia fede nella resurrezione e la mia accettazione della sua volontà. A dire il vero tutto questo non mi lascia tranquilla perché Paolo dice “mostrami la tua fede senza le opere ed io ti mostrerò le mie opere”… vita come periodo di tempo per affermare la nostra fede con le nostre opere… Aiutaci Dio, a trasformare la nostra fede in opere!

2 Novembre 2021

In casa mia la mamma non ha mai sottratto i bambini dal contatto con la morte nel caso di lutti famigliari, anzi. Io e le mie sorelle siamo sempre state partecipi di questi eventi, accompagnate a viverli e, con il tempo, a comprenderli. Un tema però non è mai cambiato: quello della Comunione dei Santi. Sia nella celebrazione del lutto che nel ricordo dei cari defunti, mamma non ha mai mancato di rimarcare questa dimensione dell’ “al di là”. Ci saremmo ritrovati tutti, a tempo debito, nell’amore. E non è un’immagine molto diversa, a pensarci, da quella dell’infinita moltitudine delle letture di ieri. Il corpo passa…Ma l’amore resta!

2 Novembre 2021

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