Land artist
Martedì – prima settimana di Avvento
(Is 11,1-10 / Sal 71 / Lc 10,21-24)
Anche i colori dell’autunno, quelli caldi e accesi come di fuoco, se ne sono ormai andati. Ora prevalgono tinte scure e colori grigiastri. Per domani si annuncia neve, perfino in pianura. Se così sarà, ho in serbo una benedizione per quel manto bianco di fiocchi che mi lascia sempre estasiato. E insieme ai piccoli sarò forse uno dei pochi che benedice il cielo per quando ci manda l’acqua in forma di piume silenziose. Attendo, proprio come un bambino, questo avvento della neve, sempre più rara.
Necessitiamo, per stare al mondo di questi tempi, di uno sguardo più contemplativo. Occhi che si incantino in quello che noi chiamiamo “vuoto” ma che vuoto non è mai. C’è l’Invisibile sotto i nostri occhi. Ci sono ancora tante cianfrusaglie attorno a noi, certo. Ma ci sono beni che pur sotto gli occhi di tutti, non da tutti vengono colti. Perché evidentemente non si cercano quei beni e lo sguardo si allena soltanto a ghermire avidamente tutto ciò che è materiale.
È così che i figli di questa terra si fanno selettivi. Chi può conta, chi non può…conta nulla. Aumentano povertà a causa della pandemia ma il criterio di misura è sempre la ricchezza materiale. C’è sempre un’asta che fissa una soglia: se passi lì sotto entri in fascia di povertà. Ma nessuno guarda più alla porta stretta dalla quale occorre passare per entrare nella Vita.
Un uomo che insegna al figlio a posare il suo sguardo sugli ultimi, sui piccoli è davvero un padre. Come il Padre che sta nei cieli. E il Padre poi dona la Legge: abbi cura dei poveri, difendi lo straniero, l’orfano e la vedova. Perché se nessuno ci introduce al mondo, se non ci fossero padri e madri ad incamminarci su questa strada di attenzioni e di sguardi benevoli, noi saremmo già orfani in partenza. E quando il Figlio parla bene dei piccoli, degli ultimi e dei poveri, si vede il Padre, Colui che fin da principio ha posato il suo sguardo sugli ultimi, sugli inermi.
Una ragazza di Nazareth si accorse di essere divenuta madre, quando comprese che Dio aveva guardato alla sua piccolezza, al suo essere nulla agli occhi del mondo e anche Lei, evidentemente, concorse a formare la coscienza e lo sguardo del Figlio. La vita si genera per effetto di questo sguardo benevolo che colora l’esistenza di tinte che gli occhi ingrigiti dal benessere non vedono più. E forse anche i poveri ci guardano con compassione – magari la stessa di quel Dio che s’è fatto bambino e povero – e si dispiacciono per noi che siamo più esposti a non vedere e non sentire più il gusto di vivere.
Ho una certa simpatia per la land-art, istallazioni artistiche temporanee all’aria aperta. Spesso con poco materiale, per lo più naturale. L’artista coglie l’attimo di un’ispirazione e poi crea, sempre a contatto con la natura, con la terra. Le opere non vengono collocate nei musei ma vanno ammirate in spazi aperti e il pubblico coglie l’attimo stesso in cui l’opera è fruibile. Opere effimere. Sembrano giochi di bambini che già hanno un rapporto strano con il tempo, ben diverso da chi deve fare e produrre. Li vedi che “si perdono via” e improvvisamente arrangiano sassi, bastoncini o oggetti simili… e poi chiamano i grandi ad ammirare. E nessuno oserà dire a quel piccolo che una cosa del genere sarebbero capaci tutti a realizzarla, perché proprio tu, che stai guardando, non l’hai ancora realizzata. A significare proprio che manchiamo di questo sguardo. E Gesù, a volte, ad ascoltarlo, a vederlo… pareva proprio un land artist! E pure suo Padre, il Creatore!
Crediamo nello Spirito Santo,
Dio dell’amore e della speranza,
futuro promesso dei nostri cammini.
Sii tu stesso in noi desiderio, dolcezza e vita,
e fa’ che questa esistenza, segnata e santificata da Te,
sia spesa a servizio degli uomini
fino al giorno in cui la potenza di Pasqua
avrà raggiunto e trasformato ogni cuore.
Amen.
(Mario Guariento)
Dal Vangelo secondo Luca (10,21-24)
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Sono uscito di casa, Signore,
e ho lasciato la mia storia di ieri
perché oggi, per me e per tutta la chiesa,
inizia un tempo nuovo.
Nel mio cuore oggi si è accesa
la fiamma della speranza,
che mi fa guardare lontano,
oltre i miei usuali e piccoli orizzonti,
e accelerare i miei passi
per allontanarmi sempre più
dalle prigioni del male.
Ho un desiderio struggente, Signore,
di scoprire lungo la strada un fiore,
di incontrare una persona che sorride,
di incrociare una mano pulita,
di andare oltre il deserto dei miei sogni.
Voglio camminare, Signore,
in questo avvento di grazia,
per correrti incontro
perché io so e sento che al mondo
non c’è altro all’infuori di te
per il quale possa spendere
validamente la mia vita
così da meritare di comparire un giorno davanti a te
con il cuore in festa.
Amen.
(Mario Guariento)
Non sempre vedere è guardare ed udire è ascoltare. L’essenziale si percepisce con il cuore ed allora Signore noi ti chiediamo un cuore e dei sensi in grado di cogliere la bellezza ed il piacere del vivere. “Piccoli siamo davanti a Te” ma “Con Te faremo cose grandi
il cammino che percorreremo insieme
di Te si riempiranno sguardi
la speranza che risplenderà nei volti.
Tu la luce che rischiara
Tu la voce che ci chiama
Tu la gioia che dà vita ai nostri sogni”.