C'è una cattiveria nell'aria e un egoismo che continua ad appestare il nostro vivere. Si formano come croste e pustole di ingratitudine sul corpo sociale. Mi pare perfino di scorgere una sostanziale incapacità a restituire un favore, una grazia che la Vita da qualche parte ci ha già fatto.
La fede cresce dentro come fiducia verso una Parola che suona come una promessa ancor prima di vederne gli esiti.
Preoccupati giustamente di guarire, non intuiamo neppure che salvezza è altra cosa.
Come staremo dunque al mondo, d'ora in avanti? Non siamo forse anche noi quelli che hanno mangiato e bevuto in Sua presenza?